La Collezione conta oltre mille strumenti costruiti dalla metà del XVII secolo al primo Novecento, oltre che due piccole collezioni, una di flauti peruviani a tacca, di età precolombiana, alcuni in canna e altri in osso, e un’altra di strumenti etnici extraeuropei. Si compone anche di un importante corredo iconografico e di una biblioteca di oltre duecento tra partiture, manoscritti e libri a tema musicale: una sezione è dedicata ai compositori e alle bande pugliesi, con la loro storia e le loro divise, e a un particolare genere, la marcia funebre, peculiare dei riti della Settimana Santa specie a Taranto.
Conservare l’autenticità dello strumento come il suo costruttore lo intese quando lo fabbricò: gli interventi operati su alcuni strumenti sono stati effettuati nel rispetto di un’idea del restauro conservativo più che funzionale, utilizzando tecniche diagnostiche e di restauro mirate a salvaguardarne legni, metalli, colle e vernici originali.
Attraverso una postazione touch screen il visitatore potrà suonare virtualmente alcuni degli strumenti ospitati dalla collezione, di ogni pezzo potrà leggere una descrizione, ascoltare il suono e approcciarsi, attraverso un breve filmato, alla postura del suonatore e alla tecnica esecutiva. Il percorso è arricchito da proiezioni audio-visive e contributi sonori; ogni ambiente è corredato da apparati didattici in grado di fornire informazioni in forma comprensibile, limitando i termini tecnici o comunque spiegandone il senso, per consentire la visita anche senza catalogo.
Sono venuto a sapere che nella mia città (Bolzano, Alto Adige) era attiva - dalla fine dell’800 a dopo la II. guerra - una piccola fabbrica di clarinetti fondata dai soci Stowasser & Plaschke. Entrambi erano di origini tedesche e provenivano dai Monti Sudeti (Cecoslovacchia). Probabilmente hanno scelto Bolzano in quanto era parte dell’impero Austro-Ungarico e la lingua ufficiale era il tedesco. Con il passaggio del Trentino-Alto Adige all’Italia (I. guerra mondiale), la fabbrica viene osteggiata dai funzionari comunali insediati dal regime fascista. Stowasser cede la conduzione a Plaschke che sposta la sede in zona centrale e finisce con l’occuparsi solo della vendita di strumenti musicali fino alla chiusura di alcuni anni fa.
RispondiEliminaHo pensato di comunicare queste notizie perchè, facendo una ricerca su Internet, è risultato che il Vs. museo espone un clarinetto Stowasser.
Un cordiale saluto
Enrico Visintin
Caro sig. Enrico, grazie per le informazioni. A Bolzano in effetti gli strumenti, non solo clarinetti, erano solo assemblati, la filiale italiana più importante era a Verona. Grazie ancora e a presto
RispondiEliminaPresso la Camera di Commercio di Bolzano c'è documentazione riguardo Walter (Gualtiero) Stowasser proveniente da Verona e trasferitosi a Bolzano negli anni 30 apre una piccola fabbrica di clarinetti di marca "Stowasser & Co Bolzano" di produzione propria non assemblati, in società con Plaschke già proprietario di un negozio di vendita di strumenti musicali a Bolzano. Dissolta la società Stowasser Plaschke continua Walter Stowasser fino a chiusura definitiva causa seconda guerra mondiale.
RispondiEliminaGrazie, le sue informazioni sono preziose! Le utilizzo subito per arricchire il mio database. A presto Francesco
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