E. 1. Flauto in avorio costruito probabilmente
in Germania intorno al 1770. Lo strumento, conico, in Re discendente al Re, è
costituito da quattro pezzi d’avorio, una ghiera e tre chiavi quadrate in
argento dorato. Una sola delle chiavi è montata direttamente su castelletti
d’avorio ed è originale, mentre le altre due, successive (ca. 1820), sono
montate su castelletti d’argento. Il La è a 438 Hz; lunghezza totale mm. 604;
testata mm 230 con tappo; diametro uscita mm 23; corpo sup. mm 145; corpo inf.
mm 134; piede mm 95; diametro uscita mm 15; foro d’imboccatura ovalare mm 10 x
8.
E. 2. Flauto traverso in avorio, conico, in Re
discendente al Do. 4 pezzi marchiati: CAHUSAC / junior / LONDON. Cahusac jr.
(Thomas) fu attivo a Londra tra il 1781 e il 1794 al n° 4 di Great Newport
Street e, con la sua famiglia, fu il più importante costruttore di fiati
dell’epoca. Lo strumento presenta sei fori e sei chiavi quadrate e quattro
ghiere in argento finemente cesellato, astuccio originale. Dimensioni: L. tot.
667, testata 230 con diam. d’uscita 18 e foro ovale 12 x 10, corpo sup. 159 con
diam. d’uscita 14, corpo inf. 121 con diam. d’uscita12, piede 157 con diam.
d’uscita 11.
E. 3. Flauto bastone tagliato in Re e
discendente al Re, di probabile manifattura Coselschi di Siena, costruito tra
la fine del ‘700 e il primo decennio dell’Ottocento. Lo strumento, conico, è
costituito da due pezzi di legno di bosso lavorato a forma di canna di bambù,
da un piede (non originale) e da un tappo d’intonazione in ebano e bronzo. Sul
corpo sono presenti sei fori e la chiave di re a scomparsa. Sulla testata, al
di sopra del foro d’insufflazione, vi sono altri due fori per la cinghia
dell’impugnatura. La a 432 Hz; lunghezza totale mm 666; testata mm 311 con
tappo; diametro uscita alla testata mm 16,4; corpo mm 328; piede mm 27;
diametro uscita al piede mm 15,1; foro d’imboccatura quasi tondo mm 8,2 x 8,0.
E. 4. Flauto in Fa fatto costruire dal famoso
flautista Nicholson attivo a Londra nei primi decenni del XIX secolo, conico,
tre pezzi di legno di bosso, con la testata lievemente piegata, una chiave in
ottone.
E. 5. Flauto terzino in Mi bem francese,
marchiato: Noblet / Jeune / Fils, Parigi 1830 ca., conico, cinque pezzi
marchiati a fuoco, legno di bosso, ghiere in avorio, cinque chiavi in ottone.
E. 6. Flauto terzino in Mi bem anonimo
ca.1850, conico, cinque pezzi di legno di bosso flambato con sei chiavi in
ottone e ghiere in corno.
E. 7. Flauto in Re, conico, tedesco, costruito
probabilmente nella seconda metà del XVIII secolo da Grenser Carl Augustin
(Dresda, 1720-1807). Lo strumento è in quattro pezzi di legno di bosso frisée,
ghiere in avorio, quattro chiavi quadrate in ottone.
E. 8. Flauto inglese a cameratura conica a sei
fori e sei chiavi, costruito da George Goulding tra il 1798 e il 1803 a Londra.
Lo strumento è in cinque pezzi di legno di bosso con cinque ghiere e tappo
d’intonazione in avorio. Tutti i pezzi tranne il barilotto (non originale?)
sono marchiati GOULDING & C°, le chiavi sono in argento e su una vi è la
firma dell’argentiere G. Lew. Il diapason è di 436 Hz ma il foro d’imboccatura,
conico, e il primo foro sono stati ridotti di diametro con l’aggiunta di un anello
d’avorio. La lunghezza totale è di 665 mm.
E. 9. Flauto tedesco, a cameratura conica, con
due corpi di ricambio marchiato C. G. HEROLDT, in legno di bosso con cinque
ghiere in corno e una chiave in ottone. Lo strumento è costituito da una
testata di mm. 224, tre corpi superiori rispettivamente di mm. 147, 156, e 164,
un corpo inferiore di mm.135 e un piede di mm. 99. Conrad Gustav Herold fu un
costruttore che operò a Klingenthal nei primi decenni del XIX secolo. Il flauto
ha un’intonazione di 440 Hz con il corpo n°1, 434 Hz e 428 Hz con i corpi n° 2
e n°3. Custodia originale in cartone.
E. 10. Flauto inglese, conico, costruito intorno
al 1815 da William Henry Potter. Lo strumento, in Re discendente al Do, è
composto di cinque parti in ebano con cinque ghiere e il tappo in avorio.
L’imboccatura è quasi tonda e vi sono sei chiavi in argento. Il marchio
impresso sullo strumento è: POTTER / LONDON / PATENT.
E. 11. Flauto in Re discendente al Re, inglese,
seconda metà del XVIII secolo, anonimo, conico, in legno di bosso, quattro
pezzi con ghiere in avorio, una chiave quadrata in ottone; presenta i segni
dell'aggiunta di tre chiavette probabilmente aggiunte nel XIX secolo e in
seguito rimosse.
E. 12. Flauto traverso in legno di rosa, forse
francese della prima metà del XIX secolo, quattro pezzi a cameratura conica,
sistema tra Böehm del 1832 e il Briccialdi. Ghiere e quattordici chiavi e sei
anella in argento. Monogramma A C sullo strumento e sull’astuccio.
E. 13. Flauto inglese in palissandro con tappo,
piede, quattro ghiere e chiavi in ottone. Lo strumento è marchiato DOUGLAS
& C° / LONDON: questo costruttore fu attivo a Londra nel secondo decennio
del XX secolo all'indirizzo 7 South St. EC. Il flauto, a cameratura conica,
discende al Re, presenta sei fori aperti e sei chiavi in ottone.
E. 14. Flauto traverso in ebano, databile alla
fine del XIX secolo, a cameratura conica con camicia interna metallica, in
quattro pezzi, discendente al Si con il doppio Re#. Lo strumento presenta sei
fori, quattordici chiavi (due per i rimandi al Re# e al Si bem quest’ultima
mancante) e cinque ghiere in alpacca. Questo strumento è anonimo ma la
meccanica ricorda quella degli strumenti costruiti a Milano da Alfonso Rampone.
La lunghezza totale è di mm. 692 anche se il barilotto sembra accorciato.
E. 15. Flauto italiano in Re, conico, seconda
metà dell’Ottocento, ebano. Cinque pezzi marchiati a fuoco: tondo con volto
stilizzato / ovale senza alcuna dicitura, cinque chiavi e ghiere di antimonio.
E. 16. Flauto traverso, cinque pezzi in ebano,
estensione al Si, ghiere e undici chiavi di alpacca, cameratura conica, slitta
di regolazione, tappo a vite. Marchiato su tutte le parti [stella a cinque
punte capovolta] / BUFFET / A PARIS / [stella a cinque punte capovolta]. Molto
probabilmente costruito da Jean Louis Buffet, Paris, 1830-1844 (come suggerito
anche dall'etichetta dell'epoca annessa allo strumento).
E. 17. Flauto traverso, cinque pezzi in ebano,
estensione al Do, ghiere e dieci chiavi in argento, cameratura conica.
Marchiato su tutti i pezzi: lira musicale / BUFFET / Crampon e Cie. / A PARIS,
monogramma BC. Lo strumento risale alla metà del XIX secolo.
E. 18. Flauto austriaco in tre pezzi, costruito
da Johann Baptist Ziegler e databile tra il 1858 e il 1878, marchiato:
<aquila bicipite> / I. ZIEGLER / WIEN. / diapason. Questo flauto,
discendente al Si, presenta una chiave supplementare per il Mi bem da azionare
con il pollice sx. Lo strumento è a cameratura conica, con tredici chiavi
imperniate su supporti metallici e sei fori. La testata è in ottone argentato
con boccola in avorio mentre il corpo è in palissandro.
E. 19. Flauto tedesco conico, anonimo,
probabilmente costruito nella seconda metà del XIX secolo. Lo strumento, in Do
discendente al Si, e formato da quattro parti in ebano con dieci chiavi, tappo
quattro ghiere e in alpacca.
E. 20. Flauto conico, anonimo, in Do discendente
al Re. Lo strumento è formato da quattro pezzi in ebano con sei chiavi e cinque
ghiere in silver. Costruito probabilmente in Germania alla fine del XIX secolo.
Il flauto è appartenuto al
flautista Antonio Matacchieri (Altamura 12/6/1915, Taranto 2/9/2015) e donato
al museo dal figlio Bruno.
E. 21. Flauto tedesco tipo Schwedler, in Do
discendente al Si, costruito tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del
XX. Il flauto Schwedler prende il nome dal flautista Maximilian Schwedler
(1853-1940) che lo progettò nel 1885. Questi strumenti furono costruiti, in
principio, da Kruspe prendendo il nome di Schwedler-Kruspe e in seguito, con
alcune modifiche, presero il nome di flauti reform. Lo strumento, in Do
discendente al Si, conico, è formato da tre parti in ebano e la testata in
alpacca con l’imboccatura in ebanite. Presenta dodici chiavi, due anelli e tre
ghiere in alpacca.
E. 22. Flauto conico in Do#, sistema Meyer,
marchiato Corona, costruito a Markneukirchen in Boemia da Schuster & Co.
intorno al 1860, testata in avorio e tre pezzi in ebano con nove chiavi in
nichel.
E. 23. Flauti tedeschi con testata in avorio,
databili alla fine del XIX secolo.
Flauto, in Do
discendente al Si, è costituito da tre parti in ebano e una testata in avorio
con anima metallica interna per una lunghezza complessiva di 730 mm. Lo
strumento presenta tredici chiavi metalliche e sei buchi con meccanica Meyer.
Ottavino in Do,
costituito dalla testata d’avorio e da due pezzi di ebano per una lunghezza
totale di 318 mm. Lo strumento, discendente al Re presenta una meccanica a sei
chiavi metalliche. Il marchio è BAUNGÄRTEL / MÜLHUASEN, questo costruttore di
strumenti a fiato fu infatti attivo a Mülhuasen in Vogtland fino al 1903
Ottavino in Do#,
costituito dalla testata d’avorio e da due pezzi di ebano per una lunghezza
totale di 302 mm. Lo strumento, discendente al Re presenta una meccanica a sei
chiavi metalliche. Il marchio è BAUNGÄRTEL / MÜLHUASEN.
E. 24. Flauto tedesco, conico, costruito alla
fine del XIX secolo da Oscar Adler & Co. a Markneukirchen. Lo strumento è
composto di quattro parti in ebano con otto chiavi, quattro ghiere e il tappo
in metallo argentato. Il marchio è costituito da due ovali, nel primo vi è la
scritta ADLER & Co. / MARKNEUKIRCHEN, nel secondo la scritta LOUIS de LEEUW
/ ZWOLLE.
E. 25. Flauto in Re, conico, cecoslovacco,
meccanica tipo Reform, primi decenni del XX secolo. Il marchio, in ovale, reca
la scritta: WYNEK KOHLERT / KRASLICE 1058 / REP. ČESKOSL. Il flauto, in Do
discendente al Si, è costituito da quattro parti in ebano con ghiere, tredici
chiavi e tre anella in metallo nichelato.
E. 26. Flauto in Do discendente al Si, conico,
tedesco. Strumento costituito da quattro parti in ebano con quattro ghiere e
dodici chiavi in alpacca. Il marchio impresso reca la dicitura WÜNNENBERG /
CÖLN.
E. 27. Flauto cilindrico, meccanica con sistema
Böehm, Germania seconda metà del XIX secolo, marchiato: [corona tra due stelle]
/ OTTO MONNING / LEIPZIG. / [lira musicale] / Orthoton / [stella a 8 punte]. Il
flauto, in Do discendente al Si, è costituito da tre parti in ebano e sedici
chiavi a tamponatura chiusa in silver. L’imboccatura è ovalare e molto
affilata.
E. 28. Flauto in Mi, cameratura conica. Strumento
tedesco della fine del XIX secolo, marchiato D. ANSINGH & / ZWOLLE,
costituito da quattro parti in ebano, nove chiavi e quattro ghiere in alpacca.
E. 29. Flauto conico, anonimo, probabilmente
costruito nella seconda metà del XIX secolo in Italia ma con meccanica Meyer.
Lo strumento, in Do che può diventare in Si e discendere al Si bem. grazie ad
un distanziatore in osso posto tra la testata e il barilotto, è formato da
quattro parti in ebano con tredici chiavi e quattro ghiere in alpacca.
E. 30. Flauto traverso italiano del primo
decennio del Novecento. Il marchio presenta Lira musicale (in ovale) / BATTISTA
/ CAZZANI & Co / MILANO / monogramma BC. Il flauto, nella sua custodia
originale, è formato da quattro parti in ebano, vi sono dodici chiavi in nichel
ed è discendente al Si.
E. 31. Flauto traverso da concerto, in Do
discendente al Si, costruito da Egidio Rampone figlio di Agostino negli ultimi
anni dell’’800, marchio: <diapason> / RAMPONE / MILANO / BREVETTATO /
monogramma ER; quattro pezzi in ebano, ghiere, bordature dei fori e quindici
chiavi in alpacca, tappo d’intonazione in metallo e smalto, astuccio originale
recante il marchio A. Rampone.
E. 32. Flauto traverso in Do a cameratura
cilindrica discendente al Si, modello "rudal-carte", n° di ordine
342, sistema Böehm a tamponatura chiusa, quattro pezzi in metallo argentato
(titolo 900). Milano, terzo decennio del XX sec., marchiato sulla testata: in
ovale RAMPONE / DITTE RIUNITE / CAZZANI e sul barilotto: stella a 5 punte,
BREVETTATO / A. RAMPONE / 4735 MILANO.
E. 33. Flauto italiano costruito nel primo quarto
del XX secolo, recante il marchio L. VANOTTI / MILANO / BREVETTATO. Meccanica
Böehm a tamponatura chiusa, in alpacca argentata. Luigi Vanotti fu attivo nel
primo quarto del XX secolo in società con Abelardo Albisi, inventore del flauto
basso albisiphon.
E. 34. Flauto traverso cilindrico, tedesco, in
argento massiccio (titolo 900), sistema Böehm a tamponatura chiusa, in tre
pezzi. Il marchio impresso sul barilotto reca la scritta SINFONIA / MAISTER /
Paul Krebs / Erlbach / V. / (in ovale) CONSERVATORU BUCURESTI / 13151. Lo
strumento, nella sua custodia originale, è databile alla metà del XX secolo.
Paul Krebs (1915-1989), allievo di Gustav Reinhold Übel e suo operaio, fondò la
sua ditta nel 1961, "PGH Sinfonia", nel 1972 è diventato il "VEB
Sinfonia", e da 1984 "VEB B&S".
E. 36. Flauto cilindrico, anonimo, modello
Fernand Chapelain à La-Couture-Boussey, Francia, databile al primo decennio del
XX secolo. Il flauto è in ottone nichelato, è costituito da due pezzi, ha una
meccanica tipo Böehm semplificata, presenta cinque chiavi e sei fori ed è
discendente al Re.
E. 37. Flauto in vetro ricoperto in pelle, copia
fedele (per quanto riguarda sia le dimensioni sia la distanza tra i fori) di un
flauto conservato nell'Accademia Filarmonica di Verona e attribuito a Rafi. Lo
strumento potrebbe essere considerato in Do a diapason basso a 415 Hz. Lo
strumento è costituito da un tubo di vetro cilindrico con sei fori ricoperto di
pelle nera con imboccatura (circolare) e ghiere, alle estremità, in
palissandro.
E. 38. Ottavino-bastone in La, inglese, primi
decenni del XX secolo. Pomello in avorio massiccio, testata e corpo in
palissandro con cinque chiavi in alpacca, corpo del bastone avvitato al piede
dello strumento. Marchio: Boosey & Hawkes Ltd. / LONDON, punta in ottone.
E. 39. Ottavino in Re, a cameratura conica,
anonimo. 3 pezzi in ebano, quattro ghiere e cinque chiavi in metallo.
E. 40. Ottavino in Do, Germania, seconda metà del
XIX secolo, tre pezzi in ebano, sei chiavi e ghiere di nichel.
E. 41. Ottavino in Do, marchiato C. MAHILLON /
BRUXELLES. Il costruttore di strumenti Victor Charles Mahillon, famoso per la
ricostruzione dell’oboe d’amore, fu attivo intorno al 1870. Due pezzi in ebano
e cinque chiavi in alpacca.
E. 42. Ottavino in Do, a cameratura cilindrica,
sistema Böehm a tamponatura chiusa. Milano prima metà del XX secolo. Sulla testata
è riportato il marchio: RAMPONE / Ditte Riunite / CAZZANI, mentre sul corpo il
marchio è A. RAMPONE / MILANO. 2 pezzi in metallo argentato con boccola e
poggiadito decorati a bulino a motivi floreali. Il n° di ordine del catalogo
del 1926 è il 512.
E. 43. Flauto, in Re bem, inglese in ebano,
anonimo, costruito nella seconda metà dl XIX secolo. Lo strumento presenta una
cameratura cilindrica, in tre pezzi con quattordici chiavi metalliche e due
piattelli. La meccanica è un’evoluzione del vecchio sistema meccanizzato
(Pratten's Perfected) con l’aggiunta di chiavi e piattelli per i sei fori
aperti della meccanica Ziegler e al piede una meccanica tipo Böehm. Le
dimensioni sono: testata 238 mm. foro d’insufflazione ovalare (15 x 11 mm.),
corpo 292 mm, piede 137 mm, diametri interno 18 mm, esterno 26 mm.
E. 44. Flauto italiano, costruito negli ultimi
decenni del XIX secolo, cameratura conica con camicia interna metallica,
quattro pezzi in ebano. Vi sono sei fori, cinque ghiere metalliche e quindici
chiavi (due per i rimandi al Re# e al Si bem) in alpacca. Lo strumento è
marchiato in tutti i suoi pezzi: stemma reale / (in ovale) MAINO E ORSI /
MILANO / monogramma MO / stella a cinque punte. Lo strumento ha il doppio Re#,
identificato col numero 52 nel catalogo del 1898, è discendente al Si Bem ed è
lungo 715 mm.
E. 45. Ottavino italiano, in tre pezzi di ebano,
cameratura conica con camicia interna metallica, costruito negli ultimi decenni
del XIX secolo. Questo strumento è anonimo ma la meccanica ricorda quella degli
strumenti costruiti dalla Maino & Orsi. La lunghezza totale è di mm. 322,
anche se il barilotto sembra allungato e manca il tappo superiore, vi sono sei
fori, tre ghiere e sette chiavi in alpacca (manca il rimando al Si bem).
E. 46. Flauto-bastone inglese, anonimo, costruito
nella seconda metà del XIX secolo. Lo strumento è costituito da un flauto in
ebano in tre pezzi (testata mm.196, corpo sup. mm. 140, corpo inf. mm. 159 più
mm. 40 di pomello e 435 di puntale per una lunghezza complessiva di mm. 970), a
cameratura conica, a cinque chiavi in alpacca discendente al Re, e da un pomolo
e un puntale per una lunghezza totale di mm. 968.
E. 47. Flauto in Do discendente al Si, marchiato
in tutti i pezzi: lira musicale / BORGANI / ORFEO / MACERATA / brevettato /
monogramma OB, risalente agli anni Venti del XX secolo. Lo strumento, di mm.
718, è in quattro pezzi, in ebano a cameratura conica con sei fori, dodici
chiavi in alpacca e quattro ghiere.
E. 48. Flauto in Re # discendente al Do,
marchiato: lira musicale / (in ovale) BUFFET / A PARIS / (in ovale) A. GARDELLI
/ BARI / stella a 5 punte, costruito nel primo quarto del XX secolo e
commercializzato a Bari da Alfredo Gardelli che commercializzava strumenti
(Buffet, Conn, Rampone) col proprio marchio. Lo strumento, in ebano, in tre
parti, ha cameratura conica, sei fori, otto chiavi e tre ghiere metalliche ed è
lungo mm. 573.
E. 49. Ottavino in Do marchiato G. PELITTI,
italiano, costruito nel primo quarto del XX secolo, in ebano a cameratura
conica e camicia metallica nella testata e nel barilotto. Lo strumento è in tre
pezzi della lunghezza complessiva di mm. 307 con sei chiavi, sei fori e tre
ghiere metalliche.
E. 50. Flauto in Fa discendente al Re, marchiato:
TITO BELATI / PERUGIA, risalente al terzo decennio del XX secolo. La produzione
in proprio degli strumenti Tito Belati iniziò intorno al 1905 con la presenza
dell'azienda a Perugia con annesse officine, prima a Corso Cavour e poi, dal
1908, a Palazzo Calderini in Piazza Vittorio Emanuele II ora Piazza Italia. Lo
strumento, a cameratura conica, è in tre pezzi di ebano a sei fori con sei
chiavi (di cui solo due presenti) e quattro ghiere (una mancante) metalliche ed
è lungo mm. 476.
E. 51. Ottavino in Do marchiato: stella a cinque
punte / P. Pupeschi / Firenze / stella a cinque punte, costruito probabilmente
nel 1901. Lo strumento è in ebano a cameratura conica e camicia metallica nella
testata e nel barilotto. Lo strumento è in tre pezzi della lunghezza
complessiva di mm. 321 con sei chiavi, sei fori e quattro ghiere metalliche.
E. 52. Flauto in Do, italiano, marchiato: SISTEMA
BRICCIALDI / BREVETTATO / I. GERINI / FABBRICANTE / FIRENZE. Ippolito Gerini
costruiva flauti a sistema Briccialdi fino al terzo decennio del XX secolo.
Questo sistema era una sintesi del sistema Böehm e del sistema Ziegler,
inventato dal famoso flautista ternano Briccialdi, nel 1849, che prevedeva un
flauto metallico a cameratura cilindrica e un sistema a quindici chiavi e un
anello. Questo strumento, databile al secondo decennio del XX secolo è lungo
mm. 657.
E. 53. Flauto a cameratura conica, discendente al
Si, marchiato: lira musicale / CORTELLINI / A TORINO / stella a cinque punte.
Lo strumento, nella sua custodia originale, è in legno di bosso ed ha sei fori.
Le dieci chiavi a peltrini con piattello mobile e le cinque ghiere sono in
argento. Il flauto è in quattro pezzi per una lunghezza complessiva di mm. 709.
Giacomo Cortellini (Torino 1793 - 1860) fu un raffinato costruttore di legni in
bosso, specie di clarinetti e flauti.
E. 54. Flauto inglese discendente al Si, databile
al secondo decennio del XIX secolo, a cameratura conica, in cinque parti di
bosso con cinque ghiere e tappo in avorio, otto chiavi a peltrini con piattello
mobile in argento imperniate su castelletti di legno a sbalzo. Su tutti i pezzi
vi è il marchio GOULDING & Cº, mentre sul barilotto vi è il marchio: 6 /
simbolo del Principe di Galles / GOULDING / D’ALMAINE / POTTER & Cº /
SOHO-SQUARE / LONDON. Il foro d’imboccatura è quasi tondo mm. 11 x 10, il diapason
a 436 Hz, la lunghezza totale di mm. 660.
E. 55. Flauto in bosso a cameratura conica,
discendente al Si. Lo strumento fu costruito da Johann Baptist Junior Ziegler
(Vienna 1824 – 1879) nel sesto decennio del XIX secolo e su tutti i pezzi
riporta il marchio: aquila asburgica / I. ZIEGLER / WIEN. Lo strumento possiede
la sua custodia originale, è in quatto pezzi con sei fori, ghiere undici chiavi
(le ultime a piattello mobile) e due leve in alpacca. Il diapason è 440 Hz, ha
il foro d’imboccatura ovalare ed è lungo mm. 712.
E. 56. Flauto in ebano a cameratura conica,
discendente al Si. Lo strumento fu costruito da Johann Baptist Junior Ziegler
(Vienna 1824 – 1879) nel terzo quarto del XIX secolo e su tutti i pezzi riporta
il marchio: aquila asburgica / I. ZIEGLER / WIEN. Lo strumento possiede la sua
custodia originale, è in quatto pezzi con sei fori, ghiere, undici chiavi (le
ultime a piattello mobile) e una leva in alpacca. Il diapason è 440 Hz, ha il
tappo e il piede decorati con pregevoli smalti, ha il foro d’imboccatura ovalare
ed è lungo mm. 711.
E. 57. Flauto discendente al Si, in quattro pezzi
di ebano con marezzature chiare, boccola ovalare in avorio, cameratura conica,
sei fori, dieci chiavi e cinque ghiere in alpacca, marchiato: A. MINISINI /
TORINO / 2 brevetti. Lo strumento, simile nella fattura ai flauti Buffet, è
lungo mm. 712. Il diapason è 440 Hz.
E. 58. Flauto in quattro pezzi di ebano,
cameratura conica, discendente al Do con otto chiavi e sei fori, marchiato:
ABBATE / ALFONSO / B. Il costruttore fu attivo a Napoli tra il 1840 e il 1881 e
fu l’inventore di numerosi strumenti. Questo strumento, databile al terzo
quarto del XIX secolo è lungo mm. 689. Il diapason è 440 Hz.
E. 59. Flauto in Mi discendente al Re, anonimo,
databile alla fine del XIX secolo, in quattro pezzi di ebano, a cameratura
conica, sei chiavi e cinque ghiere metalliche e sei fori. Lo strumento è lungo
mm. 518.
E. 60. Flauto cilindrico, in ottone argentato,
meccanica Böehm a tamponatura chiusa, Mi snodato, Sol non in linea, in tre
pezzi, marchiato a bulino sul barilotto: CARLO ROSSINI / foglia stilizzata. Non
vi sono notizie di questo costruttore per cui probabilmente è un flauto Orsi
marchiato con il nome Rossini.
E. 61. Ottavino in Do marchiato: C / 870,
costruito probabilmente nei primi decenni del XX secolo. Lo strumento è in
ebano con marezzature chiare a cameratura conica e camicia metallica nella
testata e nel barilotto. Lo strumento è in due pezzi della lunghezza complessiva
di mm. 308 con sei chiavi, sei fori e tre ghiere metalliche.
E. 62. Ottavino in Do a ‘doppia camera’,
interamente di metallo argentato e formato da due tubi di cui l’esterno
riproduceva il profilo del flauto in legno e l’interno la cameratura conica.
Gli strumenti a doppia camera furono brevettati da Agostino Rampone (1843 -
1897) nel 1879 per assecondare l’esigenza dei flautisti italiani abituati a
suonare flauti in legno e restii a suonare con i piccoli flauti metallici: nel
1884 il Giornale Militare Ufficiale pubblica un nuovo regolamento per le bande
militari in cui si adottano flauti e clarini a doppia parete prodotti da
Rampone. È uno strumento robusto ma pesante e difficile da riparare, ha la
meccanica Ziegler a sei fori e sette chiavi, è in due pezzi, lungo mm. 298, è
marchiato in ovale: A. RAMPONE / stemma sabaudo / MILANO / SISTEMA CON
PRIVILEGIO / 519. Lo strumento è databile intorno al 1885.
E. 63. Ottavino in Do marchiato: lira musicale /
F. ROTH / MILANO / fiore a sei petali. È databile al terzo quarto del XIX
secolo, è in ebano a cameratura conica e camicia metallica nella testata e nel
barilotto. Lo strumento è in tre pezzi della lunghezza complessiva di mm. 304
con quattro ghiere e sei chiavi argentate, sei fori e una ghiera successiva.
E. 64. Flauto in ebano a cameratura conica,
discendente al Si. Lo strumento riporta il marchio: lira musicale / VINATIERI /
A TORINO / sole. Lo strumento possiede la sua custodia originale con il
monogramma N G, è in ebano, in quatto pezzi con sei fori, ghiere e dieci chiavi
(ma la leva lunga del Fa manca e il foro è tappato) in argento. Alla seconda
Triennale Pubblica Esposizione di Torino, nel 1832, Fortunato Vinatieri, attivo
in Piazza Vittorio Emanuele accanto al 20, riceve una menzione onorevole per aver
esposto un oboe e un flauto (assolutamente uguale a questo) in ebano, con
guerniture in argento. Il diapason è 438 Hz, ha il foro d’imboccatura ovalare
ed è lungo mm. 706.
E. 65. Flauto a cameratura conica, sistema
Ziegler, in ebano, costruito tra il 1902 e il 1918, anni durante i quali fu
utilizzato il marchio: lira musicale / MAINO & ORSI / MILANO / monogramma
MO. Questo è un flauto in Do discendente al Si a undici chiavi e due rimandi
più una chiave supplementare per l'anulare sinistro, per chiudere meglio il
terzo foro del corpo superiore (Sol) e cinque fori. Lo strumento è in quattro
pezzi con il piede unito al corpo inferiore, ha una lunghezza di mm. 724 e le
chiavi sono in alpacca.
E. 66. Flauto a cameratura conica in legno di
bosso, discendente al Si. Lo strumento fu costruito Johann Joseph Ziegler
(attivo a Vienna dal 1821 al 1850) e su tutti i pezzi riporta il marchio:
aquila asburgica / I: ZIEGLER / WIEN. Lo strumento possiede la sua custodia
originale, è in quatto pezzi, ha sei fori, ghiere metalliche (una mancante),
dieci chiavi (le ultime tre a piattello mobile) e una leva in alpacca. Il
diapason è 438 Hz, ha il foro d’imboccatura ovalare ed è lungo mm. 704.
E. 67. Flauto in Do, discendente al Si, a
cameratura conica, in granadiglia, costruito tra il 1902 e il 1918, anni
durante i quali fu utilizzato il marchio: lira musicale / (in ovale) BATTISTA /
CAZZANI & Co / MILANO / monogramma BC. Giovan Battista Cazzani (1846 -1920)
costruisce strumenti musicali a Milano dal 1890, nel 1912 si associa ai
fratelli Rampone (Egidio nel 1926 ne sposerà la figlia) dando vita alla Cazzani
& Co fino al 1920. Questo è un flauto a dodici chiavi e sei fori. Lo
strumento è in quattro pezzi con il piede unito al corpo inferiore, ha una
lunghezza di mm. 718 e le chiavi e le ghiere, di cui l’ultima mancante, sono in
alpacca.
E. 68. Zuffolo in alpacca marchiato sul
barilotto: ZUFFOLO / A SCALA CROMATICA / BREVETTO / ABELARDO ALBISI / CORSO
CONCORDIA 4 / MILANO. Sulla targhetta ovale posta sulle canne centrali è
inciso: ABELARDO ALBISI / BREVETTO / MILANO / CORSO CONCORDIA 4. Lo strumento presenta
tredici canne a fondo chiuso intonate dal La-5 al Si-6 e l’apertura è azionata
da chiavi poste alla destra dello strumento a imitazione della disposizione dei
tasti del pianoforte. Sul barilotto è innestata una piccola testata il cui foro
laterale è collegato, tramite un tubo di plastica, a un’imboccatura metallica.
Lo "zuffolo" è proposto a Dayton Miller da Glauco Meriggioli per
conto dello stesso Albisi insieme con altri strumenti nel 1937. Dice che fu
voluto dal compositore Antonio Smareglia per l'opera Abisso. Non risulta che
sia mai stato brevettato, anche se diversi costruttori, tra cui Vanotti che
costruiva strumenti per Albisi, mettevano tale dicitura per dare più importanza
agli strumenti. Un altro esemplare, però nella versione a due ottave, fabbricato
da Vanotti, si trova nella collezione della fabbrica Orsi a Tradate.
E. 69. Flauto a cameratura conica in ebano di
grenadilla, discendente al Sol (panaulon). Questi flauti furono costruiti dal
1815 in poi prima dai viennesi Trexler e Koch a sedici chiavi e poi da Ziegler
fino al 1835. Nel 1823 Bayr pubblica a Vienna un metodo, Practische
Flöten-Schule, in cui vi è la diteggiatura per un flauto discendente al Sol di
Koch a piede dritto (alcuni di questi flauti avevano il piede piegato
indietro). Lo strumento fu costruito Johann Joseph Ziegler (attivo a Vienna dal
1821 al 1850) intorno al 1830 e riporta il marchio: I: ZIEGLER / WIEN. Lo
strumento possiede la sua custodia originale, su cui è inciso: D. C.
(probabilmente il monogramma del proprietario). È in quatto pezzi, ha sei fori,
quattro ghiere (l’ultima mancante) e diciassette chiavi in argento (le ultime
sette a piattello mobile). Il diapason è 438 Hz, ha il foro d’imboccatura
ovalare ed è lungo mm. 889 mentre il solo piede è lungo mm. 467.
E. 70. Flauto Giorgi, flauto dritto con
imboccatura da traverso, databile al 1894, marchiato: JOSEPH WALLIS & SON
LTD / GIORGI PATENT / LONDRA. Questo strumento è in Mi bem: chiudendo tutti i
fori si ha quindi il MI bem e aprendo i fori successivi si hanno tutti i
semitoni fino ad arrivare al RE. È in ebanite con due ghiere in nichel-argento
per una lunghezza totale di mm. 525 di cui 483 di corpo. Lo strumento è in due
parti: la testata, che sostiene la sola boccola, su cui è inciso: Wallis PATENT
e C. T. Giorgi e il corpo, costituito da un tubo verticale cilindrico, sul
quale sono praticati undici fori di cui due posteriori. Esso fu brevettato da
Carlo Tommaso Giorgi (1856-1953), inventore, musicista e fisico acustico
fiorentino, nel 1888 e prodotto prima da Maino e Orsi e successivamente da
Joseph Wallis & Son Ltd. a Londra. Fu progettato come uno strumento
cromatico, con gli undici fori posizionati per produrre i dodici semitoni
dell'ottava. Per chiudere questo numero di fori è necessario usare i pollici, tutte
le punte delle dita e il lato dell’indice sinistro il che rende la diteggiatura
molto complessa. Lo strumento era tenuto verticalmente anziché orizzontalmente
e, per semplificarne l’esecuzione, furono successivamente aggiunte da una a
quattro chiavi.
E. 71. Flauto a doppia testata, verticale e
orizzontale, e a doppio barilotto per intonazione in Do e Re bem. La testata
verticale, con la curva a U di 180 gradi seguita dalla curva ad angolo retto
(brevetto 49789), termina in un tenone che si inserisce in un barilotto
cilindrico in metallo e quindi sul corpo superiore del flauto. Brevettato e
costruito a Colonia nel 1889 da Everhard Anton Wünnenberg su progetto di Peter
Joseph Tonger, è marchiato sulla curva della testata: WÜNNENBERG'S D.R.P. N °
49789 / P. J. TONGER / KÖLN A/ RHEIN. Wünnenberg nacque a Colonia nel 1844,
successe al padre nella gestione della fabbrica e ottenne vari brevetti per
testate e meccaniche di flauti. Morì a Colonia l’8 marzo 1938. Peter Joseph
Tonger nacque a Colonia nel 1845, fu costruttore, musicista ed editore. Dal
1890 costruì in proprio flauti verticali con meccanica Wünnenberg. Morì a
Colonia il 25 marzo 1917. Lo strumento, discendente al Si, presenta quindici
chiavi metalliche e un anella. Il corpo, in ebano, è in due pezzi, la testata
orizzontale è in osso con i suoi barilotti in ebano mentre quella verticale è
metallica con un manicotto in osso per il foro d’insufflazione e i due
barilotti in metallo. Lunghezza totale mm. 712 col barilotto in Re bem mentre
mm. 730 col barilotto in Do, cameratura conica e meccanica a fori chiusi
brevettata dallo stesso Wünnenberg.
E. 72. Flauto in Do, discendente al Re,
marchiato: lira musicale / (in ovale) BUFFET / Crampon & C.ie / A PARIS /
monogramma BC / BREVETÉS / S.G.D.G. lo strumento è in cinque pezzi in ebano, a
cameratura conica, sei fori e sei chiavi in metallo. La lunghezza totale è di
mm. 603 (manca la copertura del tappo d’intonazione). Jean Louis Buffet,
costruttore di strumenti musicali già dal 1840, nel 1871, insieme a Leon
Crampon, costituì la Buffet & Crampon. Lo strumento ha la sua custodia
originale su cui è impressa in caratteri dorati la dicitura: BUFFET CRAMPON
& C.ie e le iniziali del proprietario B. de AL. ed è databile al settimo
decennio del XIX secolo.
E. 73. Flauto in Do discendente al Si, marchiato:
C. Ziegler / Wien. Christoph Ziegler fu attivo a Vienna, nel quartiere
Alservorstadt dal 1827. Il flauto è databile alla metà del XIX secolo, è in
ebano con rinforzi di corno al barilotto e alla giuntura tra i corpi. Undici
chiavi di cui due mancanti, le ultime tre a piattelli rulli di scivolamento tra
Re bem - Do. Strano tappo che chiude completamente il foro del trombino con una
zeppa di legno avvitata ad un cappuccio. Quattro pezzi per una lunghezza totale
mm. 713 (178 + 64 + 174+ 297) a cui si deve aggiungere il tappo finale di mm.
15.
E. 74. Flauto cilindrico in Do, costruito a
Bruxelles, in Belgio, prima del 1878 e marchiato sul corpo: stella a 5 punte /
C. MAHILLON & CỌ / LONDON / stella a 5 punte. La testata è marchiata:
corona / RUDAL / CARTE & Co / LONDON. La testata è in ebano mentre il corpo
è in palissandro. La meccanica, in alpacca, è del tipo Böehm ibrido, costituita
da sedici chiavi, Sol in linea e chiave lunga del Do# al mignolo sinistro. Nel
1836 la società fu fondata da Charles Borromee Mahillon (1813-1887) a Bruxelles
il quale, nel 1844, aprì un negozio a Londra, al 42 Leicester Square. Nel 1865
fu affiancato dal figlio Victor Charles Mahillon (1841-1924) che poi fondò il
museo di strumenti musicali di Bruxelles. La compagnia britannica Rudall Carte
era tra le più famose e apprezzate nell'industria musicale del XIX e XX secolo.
Fondata come Rudall & Rose nel 1822, Richard Carte (padre di Richard D'Oyly
Carte) entrò a far parte dell'azienda intorno al 1850, cambiando il nome in
Rudall, Rose, Carte & Co divenendo poi Rudall, Carte and Company nel 1874.
Produceva flauti di alta qualità in una vasta gamma di materiali:
principalmente legno di cocco, ebano, ma anche argento, ebanite e oro. La
lunghezza totale è di mm. 660 di cui 234 di testata, 296 di corpo e 130 di
piede: il diametro al piede è di mm. 26.
E. 75. Flauto traverso, quattro pezzi in ebano,
estensione al Si, ghiere e dodici chiavi di alpacca, cameratura conica, slitta
di regolazione, tappo a vite, marchiato: lira musicale / (in ovale) BUFFET / A
PARIS / (in ovale) A. GARDELLI / BARI / stella a 5 punte, costruito nell’ultimo
quarto del XIX secolo e commercializzato a Bari da Alfredo Gardelli che vendeva
strumenti (Buffet, Conn, Rampone) col proprio marchio. Lo strumento è lungo
complessivamente mm. 716; testata 163, barilotto 74, pezzo superiore 181, pezzo
inferiore 298. Il flauto è appartenuto al flautista Antonio Matacchieri
(Altamura 12/6/1915, Taranto 2/9/2015) e donato al museo dal figlio Bruno.
E. 76. Ottavino in Do a camerata cilindrica e
testata conica, sistema Ziegler o “vecchio sistema”, in ottone argentato,
discendente al Re con chiave per il Re acuto. Lo strumento, a tamponatura
chiusa, è marchiato A. RAMPONE / MILANO / -5033-. Presenta tredici chiavi ed è
databile all’ultimo quarto del XIX secolo. Egidio Forni e Francesco Rampone,
entrambi originari di Quarna Sotto, si trasferirono a Milano, dove impararono
ad utilizzare torni e a fabbricare strumenti a fiato (principalmente legni),
presso una bottega artigiana. Nel 1847 Egidio Forni e Francesco Rampone
divennero così gli unici proprietari dell'attività nata nel 1818 come appare
nei vecchi cataloghi e listini della ditta Agostino Rampone. Negli anni a
venire si succedettero nella conduzione della ditta Teodoro Rampone e in
seguito suo figlio Agostino Rampone (1843-1897; attivo a Milano dal 1871).
L’ottavino è appartenuto al flautista Antonio Matacchieri (Altamura 12/6/1915,
Taranto 2/9/2015) e donato al museo dal figlio Bruno.
E. 77. Flauto in palissandro discendente al Si,
vecchio sistema, costruito da Maldura a Milano nell’ultimo quarto del XIX
secolo. Il flauto presenta sei fori, undici chiavi e cinque ghiere in alpacca.
È in quattro pezzi per una lunghezza complessiva di mm. 698. Alessandro
Maldura, la cui madre M. Teresa era la sorella del famoso costruttore Giuseppe
Pelitti, nasce nel 1830 e inizia la sua attività a Milano nel 1850 e, nel 1858,
rileva l’attività di Pietro Piana. Si specializzò nella costruzione di
“clarini, claroni, ottavini, terzini, flauti, oboe, corno inglese e fagotti” e
per questo ottenne numerosi riconoscimenti. Muore nel 1914.
E. 78. Flauto in bosso, a cameratura conica,
marchiato: tre stelle a cinque punte / M E. lo strumento è discendente al Re.
Databile alla metà del XIX secolo, costituito da cinque pezzi in bosso con
ghiere e sei chiavi metalliche per una lunghezza complessiva di mm. 625;
testata 165, barilotto 70, corpo superiore 178, corpo inferiore 124, piede 88.
E. 79. Ottavino a doppia parete, tagliato in Do,
discendente al Re, databile intorno al 1885. È uno strumento robusto ma pesante
e difficile da riparare, ha la meccanica Ziegler a sei fori e sette chiavi, è
in due pezzi, lungo mm. 298, è marchiato in ovale: A. RAMPONE / stemma sabaudo
/ MILANO / SISTEMA CON PRIVILEGIO.
E. 80. Ottavino in ebano tagliato in Re bem, a
sei chiavi, costruito nel primo quarto del XX secolo e venduto a Bari da
Alfredo Gardelli che commercializzava strumenti (Buffet, Conn, Rampone) col
proprio marchio. Sul corpo vi è inciso: stella a cinque punte / BUFFET / A
PARIS / A. GARDELLI / BARI / stella a cinque punte. Lo strumento, in ebano, in
tre parti, lungo mm. 315, ha cameratura conica, sei fori, sei chiavi in alpacca
e tre ghiere metalliche. Vi è una cravatta in ottone per riparare una crepa sul
barilotto.
E. 81. Flauto in Do, costruito nel secondo quarto
del XIX secolo da Jean Louis Buffet. Lo strumento presenta la testata metallica
e il corpo cilindrico in ebano, la meccanica è a sistema Boehm a fori chiusi
“migliorato” discendente al Do. Marchio: lira greca / (in ovale) BUFFETT / A /
PARIS / stella a cinque punte. Lo strumento è in due pezzi per una lunghezza
complessiva di mm. 667, il corpo di mm. 478. Jean Louis Buffet, noto anche come
Jean Louis Buffet-Crampon, nacque il 18 luglio 1813 a La Couture, figlio di
Denis Buffet-Auger. Verso il 1830 aveva iniziato a lavorare presso l'azienda di
produzione di strumenti musicali fondata da suo padre e alla morte di
quest'ultimo nel 1841 rilevò l'azienda. Buffet sposò Zoë Crampon nel 1836 e nel
1844 la sua azienda era nota come Buffet Crampon. Morì a Parigi il 17 aprile
1865.
E. 82. Flauto in Do, costruito a Londra nel primo
decennio del XIX secolo, marchiato sulla testata e sul piede: KNEVETT / LONDON.
Legno di bosso tinto in quattro parti. mancanti tre ghiere e il tappo della
testata. La lunghezza complessiva è di mm. 610, 238 testata, 152 corpo
superiore, 133 corpo inferiore, 87 piede. sei fori anteriori più una chiave
quadrata in argento. Knevett era uno dei soci della Goulding, Knevett & Co;
operò nella filiale irlandese della ditta sita a Westmoreland Street, a
Dublino, dal 1803 al 1806. Knevett si ritirò dalla ditta nel 1806.
E. 83. Flauto in Do diesis, anonimo, molto
probabilmente costruito dalla Goulding, Knevett & Co, a Londra, tra il 1806
e il 1809. Legno di bosso tinto in quattro parti. Mancanti due ghiere e il
tappo della testata. La lunghezza complessiva è di mm. 616, 237 testata, 153
corpo superiore, 128 corpo inferiore, 98 piede. Lo strumento presenta sei fori
anteriori più una chiave quadrata in argento rotta.
F. 9. Flauto traverso in Sol (Schwegel),
Austria, metà '900, costruito in Karinzia da Hausa Schmidl (1905-1999), inciso
sulla testata il marchio HAUSA SCHMIDL / KÄRNTEN / G. Due pezzi di legno di
pruno con anello di ottone, cameratura conica con sette fori di cui il 5 doppio
e il 7 per il mignolo (Sol#). Lunghezza 460 mm. e imboccatura tonda.
F. 10. Piffaro di area tedesca o dei Paesi Bassi,
XVIII secolo, in legno di bosso. Lo strumento è marchiato “S” sormontato da una
corona, ha sei buchi e probabilmente era uno di quei flauti che erano suonati
accompagnati dal tamburo.
F. 11. Piffaro dell’arco alpino, anonimo, della
seconda metà del ‘700. Il flauto, in legno di bosso, finemente tornito sia alla
testata sia al piede, è lungo 326 mm. e presenta sei fori anteriori e
un’imboccatura tonda.
F. 12. Piffaro inglese, anonimo, della prima metà
dell'Ottocento. Lo strumento, in due parti, è in palissandro con due ghiere in
ottone alla testa e al piede; è lungo 353 mm. e presenta un'imboccatura tonda e
sei fori anteriori.
F. 13. Piffero in ebano in La, utilizzato nelle
fanfare militari, Inghilterra, due pezzi marchiati: Improved / London / B, sei
fori e una chiave in alpacca.
F. 14. Flauto traversino a sei fori frontali e
una chiave in ottone al qual è stata realizzata un’imboccatura come quella del
flauto dolce. Arco alpino, inizio '800, due pezzi in ebano marrone.
F. 15. Flauto dritto, inizio '800 in palissandro
a sei fori frontali diffuso nel secolo scorso nelle Fiandre nei Paesi Bassi e
nel Nord della Francia. Diteggiatura come quella del whistle irlandese.
F. 16. Flauto dolce, Francia 1890, grenadilla ed
ebano, sette fori singoli + 1 posteriore, profilo slanciato, lunghezza 325 mm.
Marchio: Couesnon / & CIE / a Paris.
F. 17. Sopilka, flauto dolce costruito in Ucraina
nei primi decenni del '900, da autore anonimo, in tre pezzi di ebanite scura
con otto fori anteriormente e due posteriormente. Cameratura conica e profilo
snello, tre ghiere in ottone, lunghezza 327 mm. Questo strumento è il più
diffuso flauto popolare ucraino ed ha un numero di fori da sei a dieci.
F. 18. Flauto dolce a chiavi, costruito da Lucien
(Garenne-sue-eure, 1930), ultimo discendente della famiglia Lot, famosa
dinastia di costruttori di strumenti. Marchio: LN LOT / France / Brevetè
S.G.D.G. Due pezzi di legno scuro con becco in osso, sei chiavi in silver e 6 +
1 fori. Profilo slanciato, 332 mm.
F. 19. Flauto dolce contralto, tedesco, anonimo.
La particolare testata, con sottili rigonfiamenti, e il piede cilindrico ha
consentito al maggior esperto di flauti tedeschi del XIX secolo, Peter
Tailheimer, di attribuirlo a Franz Otto (Markneukirchen 1860 – 1905). Lo
strumento, lungo 474 mm. (194+187+93) a cameratura conica invertita, è tagliato
in Fa (La 453 Hz) ed è costruito in legno di rosa con imboccatura e piede
ricoperti in ebano, un foro posteriore e sette fori anteriori di cui gli ultimi
due doppi.
F. 20. Flauto dolce tenore tedesco, in Do,
costruito da Thomas von Mollenhauer per la serie di pregio “Solist”, nella
prima metà del XX secolo. Lo strumento, in palissandro, è costruito in tre
pezzi ed è lungo 660 mm. Presenta la diteggiatura tedesca con sette fori
anteriori di cui il penultimo doppio, uno posteriore ed è munito di una chiave
in ottone per il Do.
F. 21. Flauto dolce bassetto tedesco, costruito
da Thomas von Mollenhauer per la serie di pregio “Solist”, nella prima metà del
XX secolo. Lo strumento, in palissandro, è costruito in tre pezzi ed è lungo
981 mm. Presenta la diteggiatura tedesca con otto fori anteriori (due per il
Fa-Fa# e il penultimo doppio) e uno posteriore. La ghiera al piede, due chiavi
(di cui quella del Fa a due fori di cui uno aperto) e la ritorta del cannello
d’insufflazione sono in ottone mentre l’imboccatura è in legno.
F. 22. Flauti dolci di cui tre a imboccatura
laterale e uno a becco. Manifattura nordamericana della fine del XIX secolo.
Questi strumenti, costruiti in legno di frutto mordenzato e ghiere in ottone,
presentano sei fori anteriori senza portavoce. Il flauto dritto è lungo 316 mm.
con una lunghezza labium-piede è di 286mm. ed è tagliato in Si bem. I flauti a
imboccatura laterale presentano una bella tornitura superiore e un piccolo
cilindretto di legno che permette l’insufflazione dell’aria. Due di essi sono in
due pezzi, sono lunghi 385 e 384 mm., la lunghezza labium-piede è di 276 e 273
mm. e sono tagliati rispettivamente in Si e in Do. L’ultimo è in un sol pezzo
della lunghezza di 337 mm. con lunghezza labium-piede di 242 mm. ed è tagliato
in RE.
F. 37. Flauto traverso in Do (Schwegel), metà
'900, marchiato: 440 sul foro d’insufflazione, poi sotto: HAUSA SCHMIDL /
KÄRNTEN / GREIFENBURG ÖSTERR. / d. Pezzo unico di legno di pruno (?),
cameratura conica con sei fori di cui il 5 e il 6 doppi. Lunghezza 315 mm. e
imboccatura tonda e tornitura sferica alla testa e al piede. Hausa Schmidl,
(1905-1999), è stato il più famoso costruttore di flauti popolari austriaci.
F. 38. Fife inglese in Si, marchiato: fiordaliso
/ D'ALMAINE & Co / LATE / GOULDING
& D'ALMAINE / 104 / NEW BOND STREET / LONDON / G. Lo strumento è stato
costruito tra il 1858 e il 1866, è in legno di albero da frutto ed è lungo mm.
369. Presenta alle estremità due ghiere in ottone, un foro d’insufflazione
appena ovalare e sei fori anteriori senza portavoce. L’uso era probabilmente
legato alla musica militare.
F. 44. Piffero inglese in LAbem, da banda
militare, databile all’inizio del XX secolo. Lo strumento è marchiato: MADE FOR
/ BOOSEY & HAWKES / LONDON ed è costituito da due pezzi di ebano della
lunghezza totale di mm. 395. Presenta sei fori anteriori e una chiave e tre
ghiere in ottone.
F. 48. Flauto dolce soprano, anonimo, in due
parti, in legno di pero tinto, costruito alla maniera di Thomas Stanesby Jr.
(1692-1754), con segni d’usura e un marchio a forma di corona sul fronte del
blocco. Lo strumento fu restaurato dal noto costruttore e restauratore
Friedrich von Huene, a Boston, tra il 1970 e il 1971, come riportato da
allegato foglietto manoscritto, per cui è di difficile datarlo con precisione.
Potrebbe essere una strumento risalente al XVIII secolo o una copia costruita
successivamente. Lo strumento ha un foro posteriore e sette anteriori di cui
gli ultimi due doppi ed è lungo mm. 317.
G. 2. Arpa cromatica senza pedali, recante su
entrambi i lati del modiglione (interamente in metallo dorato) la dicitura
Pleyel, Lyon & C.ie Paris / 789 / Harpe. syste G.ve Lyon (brevetè). L’arpa cromatica Pleyel nacque
dall’esigenza di avere tutte le possibilità tonali dell’arpa a pedali a doppio
movimento in uno strumento, però, senza più pedali. Gustave Lyon, direttore
della ditta Pleyel, costruì quest’arpa, ripresa da un vecchio progetto di
Jean-Hanry Pape del 1843, su invito di Alphonse Hasselmans, per ovviare alla
difficoltà che si aveva nei passaggi virtuosistici usando le arpe a pedali.
Produce così un’arpa detta cromatica, che grazie all’idea di usare una doppia
cordiera raggiunge lo scopo desiderato. In quest’arpa le corde, accordate in
modo diatonico, si agganciano sul lato destro (il retro) del modiglione (la
grande mensola a onda che collega la cassa armonica con la colonna), mentre sul
lato sinistro (frontale) si agganciano le corde cromatiche; incrociandosi, per
comodità, verso la metà dell’altezza della cordiera, le due file di corde
terminano ai due lati opposti della tavola armonica. Questo strumento presenta
settantotto corde (da Re0 a Sol6) disposte su due ordini: quarantasei corde
diatoniche in Do Mag. attaccate sulla destra del modiglione e sul ponticello di
sinistra e trentadue corde cromatiche che vanno dalla sinistra del modiglione
al ponticello di destra. L’arpa, costruita nell’ultimo decennio del XIX secolo,
deve sopportare una tensione enorme (1200 Kg.) per cui presenta una colonna metallica
impiallacciata in radica di frassino. La cassa, anch’essa impiallacciata in
frassino, è molto grande, in acero, con numerosi rinforzi sia in legno duro sia
in metallo e posteriormente presenta sei aperture, quattro in verticale e le
ultime due in orizzontale separate da un fregio metallico. Sulla cassa vi sono
i due ponticelli (e i controponticelli interni) in faggio con i fermacorde in
avorio. Sul capitello vi sono fregi metallici a forma di figure femminili. Il piede presenta quattro piedi in metallo
dorato, gli anteriori a forma di zampa di leone (contenenti una ruota di legno)
e i posteriori a forma di riccio. Malgrado l'istituzione di alcune scuole di
arpa cromatica nei Conservatorio di Parigi e Bruxelles, l'arpa cromatica Pleyel
non divenne mai molto popolare. Quest’arpa presentava altri inconvenienti
(difficoltà nei glissati) rispetto a quella a pedali perciò, nel primo decennio
de XX secolo, vi fu un acceso dibattito tra i sostenitori dell’arpa cromatica
di Pleyel e quelli della diatonica di Erard tanto che Debussy (Danses sacre et
profane 1904) e Ravel (Introduction et allegro 1905) scrissero pezzi dedicati
ai due diversi tipi di strumenti.
G. 15. Arpa francese sulla cui mensola è inciso:
DOMÉNY / Facteur de Harpes et de Pianos. Rue du Faub.ᵍ S.ᵗ Martin127 N° 257 /
1.ERE MEDAILLE d’Argent aux Exposition de l’Industrie de 1827.1834.1839.1844 /
MEDAILLE D’OR 1849. MEDAILLE 1.ERE CLASSE EXPOSITION UNIVERSELLE / da 1855. Lo
strumento, databile al 1857 e costruito da Louis Joseph Domeny (attivo dal 1814
al 1861) il quale perfezionò il sistema a forchetta riducendo la lunghezza
della corda, monta quarantaquattro corde con meccanica a forchetta e otto
pedali a scappamento doppio. Dal punto di vista strutturale la cassa di
risonanza ha una sezione semicircolare e presenta delle catene di rinforzo al
suo interno; il modiglione è costruito in legno stratificato ed è ulteriormente
rinforzato grazie alle lastre di ottone che racchiudono la meccanica a doppio
movimento. La cassa di risonanza a sezione semicircolare presenta sul retro
cinque fori racchiusi da una cornice trapezoidale. Per quanto riguarda la
decorazione, questo strumento appartiene alla tipologia neo-archeologica; il
capitello è costituito da tre cariatidi che sostengono la parte superiore, la
base della colonna presenta decorazione a forma di foglie di palma e, sulla
base, due angeli e lo zoccolo è sostenuto da quattro zampe di leone tutto in
legno dorato.
H. 11. Pianoforte scrittoio francese per signora,
databile al terzo decennio del XIX secolo in stile Carlo X, in palissandro
laccato giallo con disegni floreali a china. Lo strumento, chiuso, misura mm.
340 x 540 x 760, all’interno vi è uno specchio al mercurio e tantissimi
scomparti per attrezzi per cucito e scrittura. La piccola tastiera, estraibile,
mostra ventidue tasti in avorio e quindici in ebano (dal Fa3 al Fa 6), vi sono
corde metalliche: per le diciotto note più gravi una sola corda, mentre per le
restanti diciannove le corde sono doppie.
H. 15. Piano-cabinet inglese, interamente
impiallacciato in acero con fregi a stucco dorato, è firmato: PATENT REPEATER /
COLLARD & COLLARD / LATE / CLEMENTI, COLLARD & COLLARD / LONDON. Questo
tipo di piano, che in effetti somiglia ad un armadio, fu costruito per la prima
volta in Inghilterra nella prima metà del XIX secolo. Le caviglie e il somiere
sono sulla sommità, mentre l'attacco delle corde è vicino al pavimento. Questa
disposizione fu inventata contemporaneamente sia dall'inglese John Isaac Hawkins
(1772-1855) che dal viennese Matthias Müller (1770 ca.-1844) ed ha la meccanica
English sticker action e a baionetta. L'illustre Collard & Collard Piano
Company fu originariamente fondata come "Longman & Broderip" nel
1767 che, oltre a produrre pianoforti, era anche una casa editrice che
pubblicava le composizioni di Muzio Clementi. Questi, rilevò la fabbrica
dandole il marchio Clementi & Company; nel 1815, ritiratosi, la ditta fu
gestita dai fratelli Collard. Alla morte di Clementi, nel 1832, la ditta prese
il nome di Collard & Collard late Clementi. La tastiera, in avorio ed
ebano, è costituita da sei ottave e cinque note (Do1 – Sol7). Lo strumento è
tutto lastronato di acero fiammato con decorazioni in stucco dorato a
porporina, presenta due gambe ottagonali rastremate verso il basso, ha due
pedali di legno e, sopra la tastiera, l’alloggiamento delle corde contornato da
due colonne con capitelli e una cimasa. All’interno
vi è il numero di serie 936 che lo farebbe datare intorno al 1820 ed un
cartiglio con questa dicitura: DIRECTION
/ 1. - The action is taken out in the usually manner, after first
removing the dampers; but care must be taken to lay the action-frame down on
its side, to prevent any injury to damper-stickers. / 2. - Three screws will be
observed in each upright rail of the action-frame by removing till the
check-rail and damper-stickers, may at once he taken away and any hammer set to
the stungs with the greatest eake. / 3. - To regulate the jacks, take a piece
of strong wire (band to a right angle at one end) and pass it between the
damper-sticker into the eye of the .... / 4. - the ...ller of this invention
will be readily discovered by the one of an intelligent mechanic, as well as by
the finger of an a complished performer.
H. 19. Canne di organo provenienti da uno
strumento italiano di probabile fattura settecentesca. Sono un gruppo di
ventinove piccole canne di piombo e stagno che emettono le seguenti note: LA,
LA#(rotta), DO, DO, DO#, DO#, DO#, RE, RE#, RE#, FA, FA, FA#, SOL, DO#, LA#,
LA#, FA, DO#, RE, RE#, MI, FA#, SOL, SOL#, SOL#, LA#, DO, DO#. Le dimensioni
vanno da mm. 220 a mm. 320.
J. 3. Oboe francese in legno di bosso in tre
pezzi, costruito da Thibouville-Cabart nel 1870 circa. Il marchio a fuoco su
ogni pezzo è: galeone / Thibouville / Cabart / à Paris / b # ≠.
Lo strumento ha tre ghiere e dieci chiavi in ottone, sono però mancanti la
chiave del Do e il rimando del Si, la campana è fessurata in più punti.
J. 6. Corno inglese in Fa di forma dritta
costruito intorno al 1920. Tre pezzi in noce indiano marchiati <stemma
sabaudo> / PROF. ROMEO ORSI MILANO (in ovale) / TRADE <due orsi> MARK
/ ESPORT. MONDIAL, e, sul retro del pezzo superiore, il numero 50680. Lo
strumento, in Fa2 dal Mi2, presenta una meccanica Böehm a diciannove chiavi e
un anello in lega d’argento. La lunghezza totale è di 873 mm. di cui 73 di
cannello, 331 del corpo superiore, 319 del corpo inferiore e 150 di campana.
J. 7. Corno inglese in Fa di forma dritta, di
fabbricazione tedesca negli anni Sessanta del XX secolo, sistema Uebel con un
solo portavoce e campana svasata come nei clarinetti. Lo strumento, in
granadiglia, è marchiato in ovale: original / G.Rudolf / Uebel, sotto l’ovale
vi è la dicitura: Wohlhausen / (Vogtland). Lo strumento è in tre parti (corpo
superiore, inferiore e campana) per una lunghezza totale di 865 mm. cannello
escluso e presenta ventiquattro chiavi.
J. 8. Fagotto inglese, seconda metà '800,
ebano, meccanica tipo tedesco (Heckel), marchiato “Boosey & co. / makers /
295 Regent Street / London / 1588”, 16 chiavi in nichel e 7 fori.
J. 16. Clarinetto piccolo in Mi bem. francese,
cinque pezzi di legno di bosso, sei ghiere in avorio e nove chiavi più il
poggiadito in ottone. Bocchino in ebano. Tutti i pezzi sono marchiati: lira
musicale circondata da raggi / B T, mentre sulla campana vi è marchiato a
fuoco: lira musicale circondata da raggi / B T / BUTHOD & THIBOUVILLE /
BREVETES S.G.D.G. / A PARIS. Questi costruttori furono attivi a Parigi dal 1857
al 1867.
J. 17. Clarinetto piccolo in Mi bem. marchiato G.
KRYWALSKI / TESCHEN, in quattro pezzi di legno di bosso e bocchino in ebano. Lo
strumento è stato costruito nella seconda metà del XIX secolo da Georg
Krywalski che fu attivo a Teschen fino al 1897. Lo strumento ha un La a 440 Hz,
ha sette fori mentre le quattro ghiere, le otto chiavi e la fascetta dell’ancia
sono in ottone. Il poggiadito e il foro del Do sono ricavati dal corpo di legno
a sbalzo.
J. 18. Clarinetto piccolo in Do#, anonimo, della
seconda metà del XIX secolo, di costruzione tedesca o boema, quattro pezzi di
legno di bosso giallo e bocchino in ebano. Sette chiavi e quattro ghiere in
ottone con il foro per il mignolo destro in risalto. Lunghezza totale 488 mm.
senza il bocchino.
J. 19. Clarinetto in La, Francia, costruito tra
1848 e il 1852, manifattura “Martin Fes à Paris”. Cinque pezzi di legno di
bosso e bocchino in ebano, ghiere in avorio, legatura dell’ancia con filo, otto
chiavi in ottone.
J. 20. Clarinetto in La costruito da Johann
Joseph Ziegler (Vienna 1821 – 1850), su tutti i pezzi riporta il marchio:
aquila bicipite / I:ZIEGLER / WIEN. / A. Bocchino in ebano e quattro pezzi in
bosso con poggiadito in risalto, cinque ghiere in avorio, tredici chiavi in
ottone imperniate su castelletti di metallo con colonnine a pallino. Bocchino
con piano dell’ancia ricoperto in lega d’argento e incamiciatura metallica
interna del barilotto. Dimensioni: bocchino 71 mm., barilotto 74 mm., pezzo
superiore 200., pezzo inferiore 237 mm. e campana 100 mm.
J. 21. Clarinetto in Do, inglese. Lo strumento è
formato da cinque parti di legno di bosso, più il bocchino con sei ghiere in
avorio (di cui due restaurate) e cinque chiavi quadrate in ottone. Il marchio,
impresso a fuoco su tutti i pezzi, reca la dicitura ASTOR & Co. / LONDON /
[unicorno]. Questa ditta fu attiva al 79 di Cornhill e al 27 Tottenham Street,
Fitzroy Square dal 1798 al 1800 ed era costituita dai fratelli George e John
Astor.
J. 22. Clarinetto in Do, francese, in legno di
bosso con cinque ghiere in avorio e tredici chiavi in ottone. Lo strumento è in
quattro parti, ognuna delle quali porta il marchio NOBLET / JEUNE / FILS,
marchio usato dalla famiglia Noblet nei primi decenni del XIX secolo. Il
bocchino, in palissandro, costruito intorno al 1845, è marchiato J. LEUKHARDT /
BOSTON (questo costruttore, nato in Russia nel 1819 e trasferitosi a Boston,
dopo il 1847 si associò a Schauffler creando la famosa ditta Schauffler &
Leukhardt).
J. 23. Corno di bassetto, clarinetto contralto in
Fa, bocchino in ebano e quattro pezzi in bosso con poggiadito in risalto,
ghiere in avorio, tredici chiavi in ottone imperniate su castelletti di legno
in risalto. IL barilotto è curvo. Lo strumento fu costruito da Johann Joseph
Ziegler (attivo a Vienna dal 1821 al 1850) e su tutti i pezzi riporta il
marchio: aquila bicipite / I:ZIEGLER / WIEN / F.
J. 39. Clarinetto in Si bem, inglese, databile
tra il 1798 e 1l 1803, in cinque parti di legno di bosso più il bocchino in
ebano, sei ghiere in avorio e sei chiavi in ottone. Lo strumento è marchiato su
tutti i pezzi: GOULDING & Cº, mentre sulla campana vi è anche il simbolo
del Principe di Galles e la scritta LONDON. La lunghezza totale è di mm.529
senza il bocchino.
J. 40. Cornetto tenore costruito dal berlinese
Günter Körber (1922-1990), i cui strumenti sono custoditi in musei e
collezioni. Lo strumento, di forma lievemente conica, in palissandro, è lungo
mm. 532 senza il bocchino, presenta sette fori anteriori e due ghiere
metalliche di cui quella inferiore con incisioni di pesci e uccelli. Il
bocchino è in avorio.
J. 53. Fagotto inglese, in quattro pezzi di
palissandro, sei chiavi e tre ghiere in ottone ed esse originale. Vi è il
marchio: unicorno / C. GEROCK / 79 / CORNHILL / LONDON. Cristopher Gerock,
attivo a Londra dal 1804 al 1837, ebbe la sede a Cornhill tra il 1808 e il
1823, fu raffinato costruttore di flauti, clarinetti ma soprattutto fagotti. Lo
strumento ha la lunghezza di mm. 1240, il diametro della campana di mm. 50 e la
lunghezza totale dell'ala di mm. 530.
J. 56. Clarinetto in Si bem, italiano, su tutti i
pezzi riporta il marchio: fiore / VINATIERI / A TORINO / sole / SI b, databile
al terzo decennio del XIX secolo. Vinatieri Fortunato [1807-1859], figlio di
Guglielmo, fu attivo dal 1829 al 1859 ma dal 1838 si associa a Vincenzo
Castellazzo con il marchio Vinatieri e Castlas, mentre dal 1858 compare insieme
al figlio Camillo come Vinatieri & figlio. Questo strumento è in cinque
pezzi in bosso con cinque ghiere in corno (una mancante) e il bocchino in
ebano. Il corpo superiore ha tre fori e quattro chiavi a testa tonda e piatta
in ottone di cui due imperniate su cerniere di ottone e due direttamente su
modanature a risalto del legno. Il corpo centrale ha tre fori e una chiave su
cerniera di ottone mentre il corpo inferiore ha un foro e tre chiavi imperniate
direttamente sul legno. Presenta cameratura è cilindrica ed è lungo, senza
bocchino, mm. 573.
J. 57. Corno inglese dritto in Fa, marchiato:
lira musicale / (in ovale) BUFFET / Crampon & C. / A PARIS / monogramma BC
/ BREVETE / S.G.D.G. numero di matricola 472 lo data al 1886. Jean Louis Buffet
era costruttore di strumenti musicali già dal 1840: nel 1871, insieme a Leon
Crampon, costituì la Buffet & Crampon. Lo strumento, nella sua custodia
originale, lungo mm. 793, è in tre pezzi di palissandro dell'Honduras: le
boccole, tredici chiavi e tre anelli sono d'argento nickel.
J. 78. Controfagotto della “Premiata Fabbrica
Italiana Istrumenti Musicali Edoardo Sioli Milano” lira musicale / E. SIOLI / MILANO / stella a
5 punte. Lo strumento è databile al terzo decennio del XX secolo ed è stato
suonato nell’orchestra della RAI di Milano dal prof. Freschi Mario. Lo
strumento è in acero rosso, è discendente al Do e quindi ha la campana lignea
rivolta verso l’alto, inoltre presenta venti chiavi metalliche, tre curve e un
lungo cannello d’insufflazione.
J. 80. Fagotto italiano marchiato: E. SIOLI /
MILANO / fiore a cinque petali, databile al secondo decennio del XX secolo. Lo
strumento è in legno di acero verniciato, presenta una meccanica francese a
cinque fori e ventuno chiavi metalliche alcune delle quali sono bloccate da
pezzi di sughero. Le dimensioni sono: mm. 433 per la culatta, 529 per il pezzo
lungo, 469 per l’aletta e 362 per la campana.
Edoardo Sioli fu il più importante costruttore italiano di fagotti e
controfagotti nel primo Novecento.
J. 95. Fagotto in palissandro marchiato sulla
culatta, corpo e campana: stella a cinque punte / C. MAHILLON & CỌ / LONDON
/ L. P mentre l’ala è marchiata: stella a cinque punte / C. MAHILLON & CỌ /
LONDON / MADE AT THEIR / BRUXELLES / WORKS / stella a cinque punte / L. P. Lo
strumento, databile intorno al 1875, è in palissandro con chiavi in alpacca e
contorno dei fori in ebano. La meccanica è francese a 17 chiavi compresa quella
a spillo sulla “S”. Charles Borromee Mahillon (1813-1887), nel 1836, fondò a
Bruxelles la sua fabbrica di strumenti musicali. Nel 1844 aprì un negozio a
Londra, al 42 Leicester Square, nel quale vendeva strumenti costruiti a
Bruxelles: nel 1887 il negozio si trasferì al numero 141 di Oxford St. Nel 1865
fu affiancato dal figlio Victor Charles Mahillon (1841-1924) che poi fondò il
museo di strumenti musicali di Bruxelles. Le dimensioni sono mm. 492 per l’ala,
453 per la culatta, 556 per il pezzo lungo e 312 per la campana.
K. 21. Campanello vittoriano da hotel. Questo
elegantissimo campanello è formato da una base in marmo, di mm. 80 di diametro,
su cui poggia un telaio metallico di mm. 96 di altezza, al cui interno vi e un
campanello in ottone che viene percosso da un battente a molla. La struttura è
adornata da tre grossi pezzi di madreperla, alti mm. 80; la struttura metallica
mostra una ghiera a greche nella parte inferiore e due grappoli d’uva e, dalla
parte del battente, da un fiore mentre sul battente vi è una mezzaluna.
M. 22. Cornetto da caccia inglese, in un solo pezzo
interamente d’argento. Lo strumento di forma slanciata ed elegante è lungo mm.
304 compreso un piccolo e ben tornito bocchino.
Complimenti per la splendida collezione. Suggerisco una diversa struttura del sito con foto dello strumento e immediatamente sotto la sua descrizione.
RispondiEliminascusa, ho sbagliato indirizzo, quello giusto è http://www.collezionespada.it/index.old.htm
Eliminaciao Francesco
Grazie per il consiglio, il sito www.collezionespada.it è strutturato come lei consiglia ma risulta troppo pesante e lento a caricare su dispositivi mobili per cui ho dovuto optare per questa soluzione decisamente più leggera. L'aspetto a Lecce di persona! Francesco
RispondiElimina