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La collezione è visitabile ogni sabato, domenica e festivi prenotando alla mail collezionespada@gmail.com o telefonando al numero +39.328.7496672

MUSICA DA TASTO







A. 1.        Flauti a tacca in osso, peruviani, provenienti da varie aree e corredi tombali della necropoli di Nazca: cultura Nazca. Il primo di dimensioni ridotte 8,3 cm. (votivo?) presenta quattro fori anteriori ed è di colore scuro. Il secondo (votivo?) presenta tre fori anteriori, sono lungo 10,5 cm. ed è perfettamente conservato e suonabile. I precedenti flauti sono databili tra il primo e il terzo secolo d.C. mentre i successivi sono databili tra il IV e il VI secolo d.C. Il terzo è fatto di un osso chiaro, perfettamente conservato e in grado di suonare, della lunghezza di 16,5 cm. e presenta cinque fori anteriori e uno posteriore. Il quarto è un flauto ricavato da una tibia, della lunghezza di 19,5 cm. con quattro fori sulla parte anteriore e lievi danni al piede. Il quinto, infine, è uno strumento ricavato da una tibia, ma, a differenza dei precedenti, è chiuso al piede per cui presenta anteriormente quattro fori e un ampio foro di sfogo ed è lungo 22,3 cm.

 

A. 2.        Flauti a tacca in canna, di provenienza peruviana, da varie aree e corredi tombali della necropoli di Chancay; cultura Chancay, del periodo precolombiano (databili tra il 1000 e il 1300 d.C.). Gli strumenti sono in perfetto stato di conservazione e in grado di essere suonati, sono tutti aperti al piede e con fori solo sulla parte anteriore. Il primo è lungo 17,4 cm. e presenta sette fori, il secondo è lungo 21 cm. e presenta sei fori, il terzo, sempre di 21 cm. ma di calibro inferiore presenta sette fori di dimensioni crescenti verso il basso e l’ultimo, di 22,5 cm., è fornito di sette fori.

 

A. 3.        Strumenti di bronzo: 1) Campana di bronzo a batacchio, arco alpino (?) di piccole dimensioni, probabilmente del XVIII secolo, usata come campanaccio per animali. 2) Campanella di bronzo senza batacchio, proveniente dall’area danubiana, databile tra il II e il IV secolo D.C. alta mm. 54 con diametro mm. 38. 3) Campanella di bronzo senza batacchio, proveniente dall’area danubiana, databile tra il II e il IV secolo D.C. alta mm. 64 con diametro mm. 34 x 38. 4) Campanella di ferro battuto (con residui di ottone), alpi della Carnia, sec. XVI - XVII. L’altezza è di mm. 50 mentre la base è di mm. 49 x 34. 5) Campanella medievale - bizantina, sec. XI - XIII in ottone, dimensioni mm. 30 x 31. 6) trombetta di bronzo di difficile datazione, ritrovata in Sicilia (Palermo). Lo strumento, di ottima fattura, è una sorta di piccola tromba naturale troncoconica, probabilmente da cerimonia, delle dimensioni di 173 mm. ed è mancante di bocchino.

 

A. 5.        Aulos ricostruiti partendo da figure vascolari di reperti conservati nei musei di Taranto e Lecce e da frammenti di un aulos in osso conservato a Taranto. Sono quattro strumenti in canna costruiti senza l’ausilio di utensili elettrici. Il primo è lungo mm. 595, ha quattro fori e monta un’ancia semplice, il secondo è lungo mm. 490, ha cinque fori e monta un’ancia labiale, il terzo è lungo mm. 448, ha quattro fori e monta una doppia ancia e il quarto è lungo mm. 400, ha cinque fori e monta una doppia ancia.

 

A. 6.        Siringa rinvenuta da scavi nella regione di Aleppo, Siria, sulle colline vicino al fiume Eufrate. La datazione è estremamente aleatoria. Lo strumento è scolpito in un unico blocco di pietra (steatite nera o pietra ollare), presenta quattro tubi di lunghezza decrescente che emettono le note MIb, MI, FA# e SOL# e un anello lateralmente. Il tubo più lungo è di mm. 166, la larghezza complessiva è di mm. 56 e l’altezza di mm. 12.

 

A. 7.        Flauto a tacca in osso, di provenienza peruviana, Chancay (costa Nord del Perù), databile al 1400 d.C. Lo strumento è in osso di lama, presenta quattro fori anteriori e uno, di sfogo, posteriore. Intorno ai fori vi sono decorazioni geometriche e sei piccole pietre dure mentre il finale mostra una decorazione zoomorfa a testa di pellicano con due pietre dure come occhi. La lunghezza è di mm. 237.

 

G. 1.       Arpa francese costruita da Erard tra il 1788 e il 1789 con pedali a movimento semplice. Sulla lastra di ottone della mensola vi è la dicitura: N° 159 \ Erard Freres, par brevet d'Invon  à Paris. \ Facteurs de Forte-Piano & Harpes, de LL MM Impales & Royales. Il numero di matricola indica che questo strumento fu costruito immediatamente dopo la fornitura di 80 pezzi per il famoso arpista J. B. Krumpholtz assieme al quale Sèbastien Erard modificò il meccanismo dell'arpa introducendo il movimento semplice prima e il doppio movimento qualche anno dopo. La cassa è a sezione semicircolare, costituita da due metà collegate in modo da lasciare cinque aperture rettangolari in centro sul retro. La tavola è in abete, il listello centrale è di acero, mentre quello inferiore è in faggio. Nel listello sono praticati quarantuno fori per il fissaggio delle corde, tutte originali di budello, con i bottoni di fermo originali di ebano. La colonna presenta dodici scanalature con la parte inferiore decorata in pastiglia a foglia d'acanto, il capitello è decorato con figure femminili alate intervallate da foglie d'acanto e sovrastate da teste d'ariete; il capitello termina verso l'alto con coppie sfingi che reggono una lira. Nel modiglione sono alloggiati i meccanismi a forchette rotanti e quarantuno caviglie d'acciaio. Nel piede sono alloggiati otto pedali d'ottone con aperture a tacca singola (il quarto pedale ha lo scopo di regolare le aperture posteriori). Misure: H. 1732, Largh. 388, profondità 798. Colonna H. 1609, sez. 51, Mod. 46, Cassa L max. 368, min. 92, L.1360, prof. Max. 170, min. 65.

 

H. 1.       Pianoforte a 3/4 di coda, costruito da Ed. SEILER in Germania negli anni '40, e firmato sul cavigliere: 32801 Ed, Seiler Pianofortefabrik G. m. b. H. / Liegnik / Grökte  Pianofortefabrik Oft = Deutfchlands2. Lo strumento è laccato nero, con tre gambe rastremate verso il basso e avvitate alla cassa, è fornito di coperchio con ribalta e di un portello per la testiera. La tavola armonica è in abete e la tastiera è di ottantacinque note dal La1 al La6, e i martelli hanno azione ascendente con sistema di leve a doppio scappamento. Lo strumento è dotato di due pedali (levasmorzi e unacorda).

 

H. 2.       Pianoforte a tavolo rettangolare costruito a Londra nel 1834. Lo strumento in mogano, è firmato PATENT REPEATER / COLLARD & COLLARD / LATE / CLEMENTI, COLLARD & COLLARD / LONDON con un'estensione di sei ottave (73) da Fa2 a Fa6 e con un modulo di tasti bianchi di 43 mm. Lo strumento è dotato di quattro gambe in mogano e una falsa per l'unico pedale per dispositivo di risonanza (levasmorzi). La tavola frontale, sopra la tastiera, è asportabile e ai lati sono praticate due aperture a traforo. Il coperchio è formato da due ribaltine e un portello per la tastiera. Tavola armonica in abete su cui è impressa la dicitura 7372 PATENT REPEATER, ponticello in acero e caviglie di ferro.

 

H. 7.       Pianoforte a tavolo danese, marchiato HORNUNG & MOLLER / KIÖBENHAVN / medaglione con le onorificenze ottenute a Paris 1885, London 1862, London 1851, all’interno vi è la scritta: HORNUNG & MOLLER /  Kgl. Hof. / pianofortefabrik / patent / KIÖBENHAVN e un piccolo foglietto manoscritto con la data della prima accordatura 23 settembre 1866. Lo strumento, tutto in mogano, è lungo cm. 190, largo cm. 85 e alto cm. 91. La tastiera ha sette ottave (tranne l’ultimo Si e Si bem.), la tavola è in abete, il cavigliere è disposto sulla destra dello strumento e l’incordatura è disposta in maniera diagonale rispetto alla tastiera. Vi sono quattro gambe con rotelle finali, tornite alle estremità mentre il corpo è esagonale e rastremato verso il basso. Vi è un coperchio con ribalta e un portello per la tastiera, tutti in mogano.

 

H. 8.       Clavicembalo, anonimo, tipo harpicordo (secondo la definizione di J. H. van der Meer e Tagliavini) rettangolare. Il somiere di abete, posto sul lato corto destro, su un unico blocco di legno sormontato da una lamina di ottone, mostra due gruppi di caviglie per le note acute e quelle gravi. Le corde passano sul ponticello del somiere piegato a gomito, scorrono quasi perpendicolarmente alle leve dei tasti, superano il ponticello a “elle” presso l’attacco e si attaccano lungo il fondo dello strumento.  I salterelli, disposti in maniera quasi parallela agli attacchi, pizzicano le corde, tese per gruppi due, uno verso l’esecutore e il successivo verso il fondo. Piccolo vano per gli utensili a sinistra. Tavola senza rosetta. Provenienza arco alpino e databile alla prima metà del XIX secolo. La tastiera, rientrante e decentrata sulla sinistra dello strumento, è dotata di 54 tasti (Do0 – Fa4) con i tasti ricoperti di lamine di ebano e quelli cromatici di osso bianco. Per ogni tasto vi è una sola corda in acciaio armonico e i salterelli hanno penne in ottone. Sui supporti delle tangenti vi è una stretta e lunga assicella smorzatrice. Sotto lo strumento ci sono due meccaniche, azionate con la parte superiore delle ginocchia, di cui solo la destra funzionante e che agisce sugli smorzi. Il colore e il fregio in oro non sono originali ma si avvicinano molto ai residui di vernice originale. Le dimensioni dello strumento sono mm. 1489 x 548 x 315 x mentre le gambe, a sezione quadrangolare e lievemente rastremate, sono alte mm. 577.

 

H. 9.       Fortepiano a quattro pedali, tedesco, risalente alla metà del XIX secolo, anonimo. Oltre al pedale di risonanza, vi è il “moderatore”, che agisce inserendo una striscia sottile di feltro tra i martelli e le corde, creando un effetto sonoro vaporoso e misterioso. Un altro bizzarro pedale comanda il cosiddetto “fagotto”; in questo caso è una striscia di pergamena che venendo a contatto con le corde vibranti produce un suono molto nasale e in qualche modo simile a quello del fagotto. Una vera curiosità è costituita poi dal pedale cosiddetto delle “turcherie”, il quale comanda una serie di marchingegni atti a simulare un suono di grancassa, campanelli e piatti, suono tipico appunto della musica coeva turca. Lo strumento è in noce, ha quattro gambe tornite e rastremate verso il basso, è largo mm. 1855 e profondo mm. 910 e alto mm. 880. La tastiera ha quarantasette tasti in avorio e trentatré ebano (da Do2 a Sol8), la tavola è in abete, il cavigliere è disposto sulla destra dello strumento e l’incordatura è disposta in maniera diagonale rispetto alla tastiera, vi sono quattro pedali, il quarto comanda tre campanelli e un meccanismo di percussione di tutte le corde (turcheria). Vi è un coperchio con ribalta e un portello per la tastiera, tutti in noce.

H. 10.     Metronomi da pianoforte. Il primo, inglese, in legno, marchiato Maelzel, risale ai primi decenni del XX secolo ed è di forma piramidale. Il secondo è un piccolo metronomo da viaggio francese, costruito in bachelite a forma di parallelepipedo, nella prima metà del XX secolo dalla ditta Parquet. Il terzo è un metronomo inglese in ottone, costruito nel 1884 e marchiato: PINFOLDS / RE N° 12445 / BREVETE S.G.D.G. sul cursore dei tempi.  È costituito da un pendolo basculante su due piedini, con alla base un peso circolare e, in alto, un’asticella su cui sono incisi i vari tempi: "PRESTO" "ALLEGRO" "ANDANTE" "ADAGIO" "LARGETTO"  e  "LARGO" mentre sul retro vi sono le varie velocità (da 48 a 144).

H. 12.     Diapason inglesi nella loro custodia di mogano foderata in velluto azzurro. Sugli strumenti è incisa la dicitura PHILARMONIC e le due note A e C. I diapason sono in acciaio con il piede lanceolato e della lunghezza rispettivamente di mm. 111 e 117 mentre la custodia è di mm. 139 x 32 x 51.

 

H. 16.     Carnet da ballo praghese, in metallo dorato e argentato, che era tenuto al poso delle dame e serviva a segnare l’ordine dei cavalieri per i balli. È costituito da un gancio superiore con un ricchissimo fregio, tre catenelle con palline dorate e una piuma e un medaglione inferiore con, sul fronte le iniziali sovrapposte M B e sul retro la data: 24. LEDNA (gennaio) 1893 su di un piccolo taccuino con una matita con la testa di avorio.

 

H. 17.     Transponier-Harmonista. L’harmonista è un dispositivo che permette di produrre armonie complete premendo un solo pulsante, può essere stabilmente alloggiato sulla tastiera di un organo o mobile. L’aggettivo transponier indica il dispositivo mobile che è fatto scorrere in modo da essere impostato su posizioni diverse sulla tastiera. Due furono i principali costruttori di questi dispositivi, Ernst Erich Liebmann ed Emil Müller. Questo strumento è stato costruito nel 1908 da Emil Müller, costruttore di organi a canne a Werdau e armonista adottati da numerose marche di organi, attivo dal 1887 al 1945. Sulla targhetta si legge: Transponier - Harmonista / D.R.G.M. No. 364901. No. 364902 Ausland-Patent angem. Ogni pulsante attiva quattro cilindretti di legno che abbassano i tasti (quando il repere è posizionato sul Do il primo tasto abbassa le note Do, Mi, Sol, Do producendo l’accordo di Do Magg. e così via di seguito). Sulla parte superiore vi sono ventotto tasti (dodici chiari, sei scuri e dieci chiari) che danno la possibilità di eseguire altrettanti accordi. Le dimensioni sono mm.730 x 127 x 73, sulla faccia posteriore vi sono due distanziatori mentre su quella anteriore vi sono due fermi con vite a farfalla per bloccarlo sulla tastiera, la freccia di posizionamento e una striscia di carta con l’indicazione degli accordi.

 

H. 18.     Accordatori in metallo, tedeschi, databili ai primi anni del XX secolo, marchiati Antonie Englberger e contenuti in una scatola di mm. 187 x 20 x 60. Sia gli accordatori sia le custodie sia i posti nella scatola sono contrassegnati dalle sigle: C. Cis. D. Dis. E. F. Fis. G. Gis. A. B. H. Sono dodici accordatori cilindrici ad ancia metallica di mm. 32 x 8 contenuti in altrettante cilindretti metallici di mm. 38 x 10.

 

H. 21.     Metronomo francese sul modello di Johann Nepomuk Mälzel, databile intorno al 1830. È costituito da una custodia di legno a forma di piramide quadrangolare, con base di mm. 110 e altezza 262,  che poggia su due piedini anteriori e uno posteriore. Tutti i lati sono decorati da immagini di putti e fiori, i piedini, la fiamma che sovrasta lo strumento e la parte inferiore allo sportellino sono in bronzo dorato e riccamente decorati. Se si apre lo sportello anteriore si rende visibile, una scala graduata che permette la corrispondenza tra i diversi tempi musicali e il numero di oscillazioni di un pendolo in ferro, munito di tacche trasversali, lungo il quale scorre un cavaliere la cui posizione permette di regolare la scansione del tempo. Il funzionamento dello strumento, attivato da una carica a molla con la chiave posta sul lato destro, si basa su un meccanismo ad orologeria regolato da uno scappamento comandato dal pendolo, il cui periodo è variabile entro un intervallo definito. L’etichetta interna recita: METRONOME DI MAËLZEL / Par J,, WAGNER  Neveu / Meccanicien Horologer / Rue Mountmartre N° 118 a Paris / advant rue du Cardian N° 39 / N°…… / Signature de Mʳ Wagner (firma autografa). Il famoso orologiaio Wagner Jean Neveu (Pfalzel 1800, Parigi 1875) arriva a Parigi all'età di 12 anni e fu allievo di suo zio e suo cugino Bernard-Henri Wagner, vivendo nella loro casa a rue Montmartre. Successivamente sposta la sua bottega di orologiaio in Rue Neuve des Petit  Champs 47 e infine in rue du Cadran 39, presso lo stesso indirizzo di suo cugino.

 

H. 22.     Armonium da tavolo, anonimo, in legno chiaro con una graziosa decorazione dipinta sulla parte superiore. Lo strumento è probabilmente italiano e databile alla fine del XIX secolo, presenta una leva, posta sulla sinistra, che aziona i mantici. Il portello superiore è in due pezzi e, aprendolo, si possono vedere 25 tasti (dal Do3 al Do5) azionati dalla mano destra e il somiere con relative molle. Le dimensioni sono mm. 365 x 185 x 200.

 

H. 25.     Accordatore cromatico a 13 ance (da Fa3 a Fa4), marchiato: PAT U.S.A. MARCH 17.31 MAY 10 25 / MADE IN GERMANY. Costruito nel 1936 nella filiale in Germania della WM Kratt Company. L’accordatore, tondo, è in metallo nichelato e bachelite, ance in ottone, custodia di velluto verde con cerniera lampo su tessuto beige, il diametro è di mm. 65 x 8 di spessore. Dopo essere arrivato negli Stati Uniti dalla Germania, William Jacob Kratt, Sr., fu assunto come macchinista da Thomas Edison divenendo in breve un caposquadra. Nel 1915 Kratt lasciò Edison per lavorare per un produttore di corde a New Brunswick, NJ. Producevano corde per chitarre, banjo e violini. Nel 1918 tornò in Germania e iniziò la sua prima avventura da imprenditore, costituendo la National Harmonica Company a Trossingen, città nella quale nacque nel 1892. Nel 1925 tornò nel New Jersey e iniziò a realizzare carillon e "piatti" per giocattoli musicali. Lo stabilimento della Kratt Company (1925-2002) era al 988 di Johnston Place, Union e produsse tre tipi di accordatori cromatici ad ancia metallica accordati nelle tonalità C, F, Eb.

 

M. 48.    Cornamusa francese tipo musette, anonima. La diffusione maggiore di questo strumento si ha in Francia, nella seconda metà del Seicento, quando Charles-Emmanuel Borjon Scellery's (1672) scrive il suo Traité de la Musette e gli Hotteterre migliorano il bordone e aggiungono un secondo chenter (prima ve ne era solo uno). A differenza delle grosse cornamuse, questo è uno strumento piccolo ed elegante, utilizzato a corte e dai nobili non solo per la musica da camera, ma anche per composizioni di grande scala, come le opere, in cui è stato associato a pastori e contadini. La sua popolarità però tramontò rapidamente e, diversamente dalle altre cornamuse, il suo uso si estinse al principio del XIX secolo. Questo strumento, databile probabilmente alla prima metà del XVIII secolo, è costituito da un piccolo otre di pelle di capra rivestito da una copertura in broccato di seta e lino di pregevolissima fattura anche se attualmente molto degradata. Vi è un insufflatore di avorio di mm. 112 e, sempre di avorio, sono il chanter lungo mm. 319 e il bordone di mm. 207 più un piccolo tappo al piede. Questi due elementi hanno canneggio cilindrico, montano ance doppie e sono collegati tra di loro alla testa tenuti insieme da una legatura con filo di seta: il chanter ha sette fori anteriori (l’ultimo doppio), uno posteriore e due fori di risonanza sulla campana.

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