O. 1. Piano a cilindro a sedia da trasportare a
spalla, fabbricato da Gillone di Casale Monferrato nei primi decenni dell’’800.
La cassa, particolarmente raffinata, è in noce completamente intarsiata in
palissandro e acero, tavola armonica in acero. La meccanica, che permette di
cambiare i brani, e la manovella sono in bronzo, il cilindro chiodato e la vite
sono in faggio.
O. 3. Rolmonica, sorta di armonica a bocca che
suona con un rullo di carta forata. Costruito nei primi decenni del XX secolo
negli Stati Uniti presenta la dicitura: ROLMONICA / TRADE MARK REG / PATD 11-3-25
OTHER PATENTS PENOING 6-5-28. Lo strumento è in celluloide, delle dimensioni di
88 x 104 mm. e presenta dodici fori per le ance metalliche bitonali,
un’imboccatura e due piccole manopole in legno per lo svolgimento e il
riavvolgimento del rullo. Questo strumento è corredato da undici rulli di carta
per altrettante canzoni.
O. 4. Scatola musicale ad ancia con lettura a
rulli di carta forata (organina). Germania, il probabile costruttore fu Welte
di Freiburg, metà ‘800. Funzionamento a manovella che aziona due coppie di
mantici a valvole contrapposte che mandano aria a due file di undici ance
libere. Lo strumento è armato da un nastro di carta perforata di 2,5 mt. con la
melodia di un valzer.
O. 5. Carillon sorrentino, costruito nei primi
decenni del XX secolo. Lo strumento è un portagioie a tre scomparti di fattura
estremamente raffinata, costituito da intarsi floreali di numerosi legni. Il
carillon costituito da rullo e pettine metallico si attiva all’apertura del
coperchio ed esegue la canzone “O’ sole mio”.
O. 7. Intona, cassetta musicale ad ancia
costruita in Germania tra la fine del XIX secolo e l’inizio del successivo. Lo
strumento funziona con una manovella che aziona i mantici e fa girare un disco
forato. Il sistema di lettura è negativo, infatti, il foro dei dischi libera
dei salterelli che, per mezzo di levette, permettono ai ventilabri di aprirsi e
chiudersi. I dischi utilizzati sono metallici (più resistenti di quelli
economici in cartone).
O. 8. Grammofono giocattolo, databile al terzo
decennio del XX secolo, di fabbricazione tedesca. Il grammofono è di forma
triangolare (17 cm. di lato x 15 cm. la base lievemente convessa) ed è alto 63
mm. è in latta colorata con disegni di tre bambini musicanti per lato, ha una
carica a molla con una leva che permette di selezionare due velocità di
rotazione del piatto e la posizione di riposo e funziona con dischi a 78
giri/minuto del diametro di 15 cm.
O. 9. Kiddyphone, grammofono costruito in latta
e destinato ai bambini, funzionante con dischi di 15 cm. di diametro con
velocità di 78 giri/minuto. Databile al secondo decennio del XX secolo, è di
forma cilindrica del diametro di mm. 168, è alto mm. 80, vi è poi un braccio
con la puntina e la membrana e una tromba che è lunga mm. 145. La circonferenza
è suddivisa in quattro parti; in tre sono disegnate scene infantili sulla
quarta è stampato: Kiddiphone trade mark / MADE IN GERMANY / Regd. M.R. N° 5019
/ U.S.A. PAT. APPL. FOR.
O. 10. Gem Roller Organ, organo meccanico a
cilindri chiodati, costruito negli USA (patented 1887) dalla ditta The
Autophone Company Of Ithica di New York alla fine del XIX secolo. Lo strumento
funziona a manovella, un mantice posteriore mantiene il vuoto mentre i due
inferiori spingono l’aria contro una delle venti ance metalliche liberate dal
movimento del rullo chiodato. Lo strumento è in legno di abete dipinto di nero
mentre le scritte e i fregi sono in vernice dorata ed è corredato da quattro
cilindri su tre dei quali non è possibile rinvenire il titolo del brano mentre
su uno è scritto: 109 Marching Thru Georgia.
O. 11. Grammofono per bambini, costruito in latta
nei primi decenni del XX secolo in Germania. Lo strumento, tondo del diametro
di mm. 152 e l’altezza di mm. 96, sulla circonferenza presenta quattro immagini
di canti e danze e la scritta: D.R.G.M., GRANCA FLUN, MADE IN GERMANY. La
carica è a chiavetta e funziona con dischi di 15 cm. di diametro con velocità
di 78 giri/minuto. La puntina, la membrana e la tromba sono collocati su di un
braccio posto lateralmente al corpo.
O. 12. Grammofono Nirona, databile al terzo
decennio del XX secolo, marchiato: FABRIQUE FN ALLEMAGNE, in ferro rosso,
quadrangolare. L’altezza è di mm. 128 mentre il lato è mm. 198. La carica è a
manovella e funziona con dischi di 15 cm. di diametro con velocità di 78
giri/minuto. La puntina e la membrana (allocata in un cono di metallo rosso)
sono collocati su di un braccio posto a uno spigolo del corpo.
O. 13. Grammofono giocattolo, marca Triumph,
quadrangolare, in ferro dipinto di rosso, tedesco, databile al terzo decennio
del XX secolo. La carica è a manovella e funziona con dischi di 15 cm. di
diametro con velocità di 78 giri/minuto. La puntina e la membrana sono
collocati su di un braccio posto a uno lato del corpo.
O. 14. Grammofono giocattolo, tedesco, marca Bing
Valora, databile al terzo decennio del XX secolo, di forma triangolare e di
colore verde scuro. La carica è a manovella, disposta lateralmente e funziona
con dischi di 15 cm. di diametro con velocità di 78 giri/minuto. La puntina e
la membrana sono collocati su di un braccio posto all’apice del corpo.
O. 15. Grammofono giocattolo, marca Bingola III,
tedesco, databile al terzo decennio del XX secolo, di forma triangolare e di
colore rosso. La carica è a manovella, disposta lateralmente e funziona con
dischi di 15 cm. di diametro con velocità di 78 giri/minuto. La puntina e la
membrana sono collocati su di un braccio posto all’apice del corpo.
O. 16. Grammofono giocattolo, marca Bingola II,
tedesco, databile al terzo decennio del XX secolo, di forma triangolare e di
colore beige. La carica è a manovella, disposta lateralmente e funziona con
dischi di 15 cm. di diametro con velocità di 78 giri/minuto. La puntina e la
membrana sono collocati su di un braccio posto all’apice del corpo.
O. 17. Grammofono giocattolo, marca Bing Valora,
databile al terzo decennio del XX secolo, di forma triangolare e colorato a
imitazione del legno. La carica è a manovella, disposta lateralmente e funziona
con dischi di 15 cm. di diametro con velocità di 78 giri/minuto. La puntina e
la membrana sono collocati su di un braccio posto all’apice del corpo.
O. 18. Grammofono per bambini, statunitense,
marchiato: ELECTRIC PHONOGRAPH / MODEL M 4007 / MADE IN U.S.A. / SPEAR PROCUTS
INC. / BRIDGEPOST. CONN. Il movimento è dato da un motorino elettrico, ed è
databile al quarto decennio del XX secolo. Il corpo, di latta rossa e gialla, è
decorato con disegni per bambini, è di forma triangolare (lungo mm. 325 e largo
mm. 196), e il braccio, posto all’apice acuto, monta la membrana e la puntina.
O. 19. Grammofono tedesco, a manovella con doppio
meccanismo per rendere molto più lunga la durata della carica. Velocità
variabile intorno ai 78 giri/minuto. Corpo di legno di abete mordenzato noce,
quadrangolare. Piatto e sostegno della tromba a collo di cigno in ghisa,
riproduttore tedesco marchiato con un diapason. Tromba in latta bianca e verde.
O. 20. Phonografo di Edison marchiato: TRADE /
THOMAS EDISON / MARK / HOME, costruito nel 1903. Sulla copertura vi è stampata
la scritta EDISON / HOME / PHONOGRAPH. Il fonografo è un riproduttore di suoni
inventato da Thomas Edison nel 1877 ed è costituito da un asse metallico,
azionato da una molla caricata da una manovella, su cui ruota un cilindro di
cera precedentemente inciso con uno strumento detto dittafono. La puntina del
riproduttore scorre sul solco inciso sulla cera e trasmette il suono a una tromba
amplificatrice. I rulli avevano una durata prima di due e, successivamente, di
quattro minuti. La fortuna del phonografo e di Edison crollò rapidamente con
l’avvento dei dischi. Questo strumento è racchiuso in un contenitore di legno
di mm. 408 x 215 x 150 e un coperchio semicilindrico con maniglia alto mm. 150.
L’enorme tromba nera, suddivisa in undici settori è sostenuta da un’imbracatura
metallica.
O. 21. Rulli di cera (17) per phonografo di Edison
nelle loro originali scatole di cartone della durata di due o quattro minuti. I
rulli sono stati prodotti nel primo decennio dal XX secolo.
O. 22. Theremin costruito alla fine del XX secolo
negli USA. Questo strumento è stato inventato intorno al 1919 dal russo Leon
Theremin e può essere considerato a tutti gli effetti uno dei primi strumenti
musicali completamente elettronici. L'aspetto che rende veramente singolare
questo strumento è il suo funzionamento: si suona senza toccarlo! E' composto
fondamentalmente da due antenne, avvicinando e allontanando la mano
dall'antenna disposta verticalmente si controlla l'intonazione mentre tramite
l'altra, disposta orizzontalmente, si controlla il volume. Le due antenne sono
montate su uno châssis che contiene i circuiti elettronici delle dimensioni di
mm. 193 x 62 x 110, con due manopole che regolano l’accensione e l’intonazione.
O. 23. Magnetofono Geloso G256 che, date le sue
dimensioni ridotte, era chiamato "Gelosino". È dotato soltanto di due
valvole (12AX7 e UL41) più un raddrizzatore al selenio. Fu costruito intorno al
1955 dalla ditta Geloso, fondata da John Geloso, nato nel 1901 in Argentina da
genitori piemontesi rientrati in Patria nel 1904. Questa grande azienda
italiana, tramite i suoi pregevoli e affidabili radioricevitori, registratori,
amplificatori ci ha permesso nel corso di oltre un trentennio ('50-'70 circa)
di registrare canzoni, ascoltare la radio, sonorizzare cinema, circoli, piazze
e chiese. Questo modello è l’erede del famoso G255, da cui ha ereditato la
simpatica pulsantiera colorata e la disposizione dei comandi, oltre che
l'aspetto "rotondeggiante". Si tratta di un ottimo registratore a
nastro impiegato anche per le registrazioni sonore. Presenta, davanti al
centro, l'occhio magico utilizzato come indicatore delle profondità di
registrazione, una valvola del tipo EM80.
O. 24. Radiogiradischi con mobiletto portadischi e
portabevande, databile intorno al 1950. La radio, a valvole e con mobile di
legno, modello Taurus, costruita dalla famosa Watt Radio di Torino nel 1946,
può ricevere in modulazione di frequenza su gamma di onde medie, corte,
cortissime o selezione della presa fono, presenta un circuito supereterodina e
alimentazione a corrente alternata (CA) / 110 125 140 160 220 Volt. Il
giradischi è un Philips con braccio a testina mobile e possibilità di variare
la velocità da 16, 33, 45, 78 giri/m’. È alloggiato, a scomparsa, nel cassetto
superiore del mobile dal tipico aspetto arrotondato il quale presenta due
scomparti laterali per le bevande e, centralmente, quello portadischi.
O. 25. Radio a valvole americana, modello Q10-3,
costruita dalla R.C.A. Victor (Radio Corporation of America) di New York nel
1947 (n° di serie B 73851), per il mercato svizzero, e venduta Au Grand Passage
a Ginevra. Il corpo è in bakelite marrone, vi sono due manopole anteriori,
color avorio, per il volume e la ricerca delle stazioni, mentre sul retro vi è
la manopola per il cambio delle frequenze e l’antenna. La barra delle frequenze
è posta nella parte supero-anteriore del mobiletto, le dimensioni sono: mm. 165
x 150 x 250. La gamma di frequenze va dal BC (Broad Cast band AM) al SW (Short
Wave), il circuito è del tipo Supereterodina con frequenza intermedia (IF) 455
kHz, l’altoparlante è AP magnetodinamico (magnete permanente e bobina mobile),
l’alimentazione è a corrente alternata di tipo europeo a 220 volt e le cinque
valvole sono 12SA7, 12SK7, 12SQ7, 50L6GT e 35Z5GT/G.
O. 26. Registratore a filo a valvole, americano,
della Webster-Chicago, modello 228-1. Questo è un registratore, (dittafono), fu
molto in voga negli anni Cinquanta del secolo scorso e utilizzava come supporto
per la registrazione un filo di acciaio sottile, antesignano del nastro
magnetico. È alimentato a corrente alternata a 120 Volts, 70 Watts, l’anno di
costruzione è il 1951. L’apparecchio è corredato dal suo microfono originale in
bachelite, dispone di 4 comandi sul pannello frontale per l'ascolto e registrazione,
di una lampadina al neon per il livello della registrazione e la regolazione
volume/accensione/spegnimento. Nella parte superiore si ha una leva per
l'avviamento del filo e il riavvolgimento, nonché un contaminuti di massimo di
60 m’; le bobine furono prodotte da 15-30-60 minuti. Il filo, che scorreva a
circa 62 cm. al secondo, era lungo oltre 2,5 Km, e tutto in una bobina che era
avvolta e riavvolta in maniera corretta anche mediante l'oscillazione verticale
della testina che permetteva un corretto sbobinamento della stessa. Il filo è
di acciaio in "ERGON", ed era leggermente oliato per salvaguardare la
vita della testina e una regolarità nello scorrimento del filo.
O. 27. Uccellino che canta (singing bird), automa
svizzero costruito nei primi decenni del XX secolo dalla ditta Reuge a
Sainte-Crox. La storia della musica meccanica comincia nel XIV secolo nelle
Fiandre ma solo nel 1780 i fratelli Jaquet-Droz inventano l’uccellino che
canta. Nel 1848, il parigino Bomtems Blaise inventa il meccanismo dei singing
birds che rimane sostanzialmente invariato fino ad oggi. Nel 1865 Charles
Reuge, orologiaio di Val De Travers, si trasferisce a Sainte-Crox, cittadina
famosa per la produzione di scatole musicali, e fonda la fabbrica di produzione
di automi e uccellini cantanti che è ancora attiva. Questo strumento è formato
da una gabbia con un uccellino rosso, su un trespolo, che gira su se stesso,
muovendo il becco e la coda. L’altezza della gabbia è di mm. 311 mentre il
diametro della base è di mm. 162, la struttura della gabbia è in argento,
rivestito alla base e nella zona del gancio con porcellana Capodimonte a figure
e fiori su sfondo argentato. Il marchio stampato sul fondo è: REUGE lira
musicale MUSIC / SAINTE-CROX / MADE IN SWITZERLAND.
O. 28. Serinette anonima, proveniente da Praga,
databile alla seconda metà del XIX secolo. Il nome deriva dal francese serin
(canarino), perché era utilizzata dalle ragazze dell’epoca per insegnare il
canto ai canarini. Questo strumento è costituito da una cassetta di legno (mm.
233 x 165 x 151) all’interno del quale vi è un piccolo mantice, una vite senza
fine che aziona un cilindro chiodato e delle leve che aprono le valvole del
somiere. La manovella, posta anteriormente, aziona sia il mantice sia il cilindro
il quale apre le valvole che convogliano l’aria alle dieci canne lignee
alloggiate sotto lo strumento che producono il suono. Accanto alle canne vi è
un cartiglio con l’elenco dei cinque brani: U panského Dvora (antica canzone
popolare: Da una masseria signorile), Proč bychom se netĕšili (Perché non
dovremmo essere allegri? Un brano tratto dall‘opera lirica di Bedrich Smetana
“La sposa venduta“), Boleslav (città della Boemia centrale), Nesluyde mládenci
(gioventù), Neťukej, neťukej (antica canzone popolare: Non bussare). Una leva
di ottone posta sul lato destro permette di sollevare le leve e spostare il
cilindro per cambiare canzone.
O. 29. Grammofono portatile a valigetta marchiato:
LA VOCE DEL PADRONE / logo del cagnolino che ascolta il grammofono / Società
Anonima Nazionale del “Grammofono” Milano. La casa britannica si chiamava, in
realtà, Gramophone, ma a causa del celebre dipinto di Francis Barraud "His
Master's Voice" (La voce del padrone) che ritrae il cagnolino Nipper
mentre ascolta un grammofono, usato come marchio nell'etichetta, assunse presto
questa denominazione ufficiosa. Nel 1931 la SNG (Società Nazionale del Grammofono,
fondata nel 1912 da Alfredo Bossi), la SAIF (Società Anonima Italiana di
Fonotopia) e la Marconiphone (azienda italiana specializzata nella produzione
di apparecchi radiofonici) si fusero per dar vita ad una sola azienda di
produzione discografica e di importazione e distribuzione di grammofoni. Le
misure di questo modello (HMV 102), costruito in Inghilterra intorno al 1934,
sono: mm. 285 x 410 x 150, il numero di matricola è 2896. La carica è a
manovella e la velocità può variare intorno ai 78 giri/minuto, dispone di un
freno automatico e di un vassoio per il disco, la tromba per l’uscita del suono
è posta sotto il piatto affianco al motore mentre la custodia per le puntine è
situata sull’angolo anteriore sinistro.
O. 30. Grammofono Pathé tipo Diffusor modello
Lumière databile al secondo decennio del XX secolo. Alla fine del XIX secolo i
fratelli Charles ed Emile Pathé fondano la Pathé Frères che, inizialmente, si
limita a importare dagli Stati Uniti i fonografi di Edison e i grammofoni della
Columbia, abbinati a cilindri registrati in francese. Poi, agli inizi del
secolo, avvia la produzione in proprio con grammofoni, ribattezzati
Pathéphonès, che presentano numerose innovazioni: la puntina è in zaffiro
«illogorabile» che, spiega la pubblicità, «non è da cambiare dopo ogni
audizione», assicurando contemporaneamente una riproduzione «senza suoni rauchi
o nasali, ma voce perfetta». I Pathéphonès, che sono costruiti in Francia,
Belgio, Austria e Russia, si differenziano dagli altri grammofoni perché la registrazione
del disco inizia dal centro e finisce all'esterno. Inoltre Pathé adotta per i
suoi dischi (prodotti in cinque misure, fino a 50 centimetri di diametro) il
sistema di incisione verticale messo a punto da Edison per i cilindri. I
fratelli francesi vogliono imporre il loro standard tecnico ma sono troppo
intelligenti per «dimenticare» chi ha già comprato grammofoni di altre marche:
nascono così gli adattatori meccanici che permettono di utilizzare i dischi
Pathé su tutti gli apparecchi. Il successo è enorme, anche perché i Pathéphonès
sono venduti a rate, con il sistema «Paghi mentre senti la musica»: in Italia
si va da 65 lire per il Pathéphonès più economico in legno «uso noce» fino a
375 per il modello Duplex con due trombe (o imbuti, come sono definiti sui
cataloghi). Questo grammofono ha la cassetta di legno delle dimensioni di mm.
360 x 450 x 138 la quale contiene il meccanismo perpetuo che, precaricato con
manovella manuale, permette di far girare il disco costantemente. La tromba è
conica, in cartoncino, ideata dai fratelli Lumière nel 1913, a forma
parabolica, del diametro di mm. 358 al centro della quale c’è la puntina in
zaffiro che «legge» il classico disco. Questo grammofono è in grado di
riprodurre dischi Pathé da 29 e 35 cm. di diametro a 78 giri/m’ ed è marchiato,
sul cartoncino: DIFFUSOR PATHE’ / BTE
S.G.D.E. mentre sul corpo vi è la scritta: Pathé.
O. 31. Piano a cilindro marchiato Luigi Vosgien
Novara via Totti. Vosigen fu tra i primi costruttori italiani di piani a
cilindro di grandi dimensioni, adatti sia alle sale da ballo sia per concerti
all’aperto, grazie alla collaborazione con la ditta Colombo, costruttori di
pianoforti. Questo strumento, costruito tra l’ultimo decennio del XIX secolo e
il primo del successivo, ha un rullo con sette canzoni, intercambiabili
mediante una leva posta lateralmente mentre anteriormente è posta la manovella
che aziona il piano.
O. 32. Organetto (organetto da barberia) portativo
a cilindro marchiato: COCCHI, BACIGALUPO & GRAFFIGNA / BERLIN. Schönhauser
Allee 78, databile all’ultimo decennio del XIX secolo. Molti valenti
costruttori italiani di organi meccanici fecero fortuna all’estero: Gavioli
andò in Francia mentre Giovanni Battista Bacigalupo, nel 1879 emigra a Berlino
e li fondò la prima azienda con Chiaro Frati: la "Frati & Co." In
Buchholzer Street 1; nel 1891 fonda, con l'organaro Giuseppe Antonio Cocchi e
il ristoratore Graffigna una nuova società sotto il nome di “Cocchi, Bacigalupo
e Graffigna". La ditta ebbe il massimo splendore negli anni Venti e contò
fino a cinquanta dipendenti e produsse strumenti come il Meloton, l’Harmonipan
(Violinopan-organ) e il Tino Cornet organ. Questo strumento è dotato di una
manovella che, oltre a far girare il cilindro, aziona due mantici i quali,
incanalando l’aria verso le ance liberate dal movimento dei ventilabri,
producono i suoni. Il cilindro può essere posizionato in sette posizioni corrispondenti
ad altrettante canzoni. Il fronte è chiuso da un panno rosso che probabilmente
sostituisce l’originaria stoffa dipinta. Le canzoni elencate sulla targhetta
interna non corrispondono a quelle realmente eseguite per cui è possibile che
il cilindro sia stato sostituito negli anni Trenta.
O. 33. Radiolampada Europhon, disegnata da Adriano
Rampoldi nel 1968. L'azienda Europhon nasce a Milano nell'immediato dopoguerra,
proponendo sul mercato diversi modelli di radio funzionali, economiche e dal
design accattivante. Diventata famosa per la produzione dei primi prodotti
ibridi (la radioorologio, il radiotelevisore e la radiolampada, tutti disegnati
da Adriano Rampoldi) ma conobbe il declino poco dopo, a causa d’incaute scelte
aziendali. La radiolampada ha tre tastini: 2 per la regolazione dell'intensità
luminosa (luce soffusa e luce piena) e uno per accendere la radio a transistor.
La base è in ABS mentre il diffusore è in polimetacrilico. Radio a
semiconduttori (transistor). Circuito supereterodina (in generale) con solo
onde medie (OM), alimentazione a corrente alternata (CA) / 220 Volt e
altoparlante AP magnetodinamico (magnete permanente e bobina mobile). Le
dimensioni sono:165 x 230 x 165 mm.
O. 34. Giradischi francese, costruito nel 1961,
marchiato TEPPAZ – stereophonique –modele – 448. Teppaz è un marchio di
grammofoni che ebbe un enorme successo: originariamente era una società di
produzione di componenti elettronici fondata da Marcel Teppaz, negli anni '50 è
il simbolo di feste a sorpresa, negli anni '60 della musica Yeye e, nel 1970,
raggiunse la cifra di un milione di unità prodotte. Il marchio è stato
acquistato nel 1998 da Jean-Claude Sensamat. Una volta chiuso, il giradischi
Teppaz assomiglia a una piccola valigia di forma trapezoidale, con angoli
arrotondati e due coperchi a cupola che, una volta aperti, mostrano i diffusori
e tutti i circuiti dell'amplificatore a valvole in essi ospitati.
Quest’apparecchio è dotato di ulteriori due coperchi con due amplificatori
supplementari 6 watt e 1 tweeter l’uno, ha sei valvole di cui 4 ECL82 e due
EF86, è in cuoio rosa e pesa kg. 11,4. Il giradischi ha tre manopole: una per
lo spegnimento e il volume (arrèt puissance), una per i bassi (grave) e una per
gli acuti (aigu). Vi sono inoltre una ghiera per il bilanciamento e una per la
velocità di rotazione (0, 16, 33, 45, 78 giri/m’), una manopola per la tensione
di alimentazione (127/160/ 220 V) e tre tasti per ambiance-brillance, per
medium-aigu e avec-sans.
O. 35. Radio a valvole italiana, modello 426,
costruita dalla Allocchio Bacchini di Milano nel 1955-56. Il corpo è in legno
marrone, sul fronte a sinistra vi è l’altoparlante mentre la barra delle
frequenze è posta nella parte destra del mobiletto, vi sono quattro manopole
anteriori, quella per l’accensione sotto l’altoparlante mentre sotto la barra
delle frequenze vi sono le manopole per il volume, la ricerca delle stazioni e
l’inserimento del giradischi e sul retro vi è l’antenna. Le dimensioni sono:
mm. 620 x 320 x 250. La gamma di frequenze è data da onde medie (OM) e 2 gamme
di onde corte (2 x OC), il circuito è del tipo Supereterodina con frequenza
intermedia (IF) 465 kHz, l’altoparlante è AP magnetodinamico (magnete
permanente e bobina mobile) con una potenza di uscita di 2,5 W, l’alimentazione
è a corrente alternata 125-220 volt e le cinque valvole sono UCH81, UF41,
UBC41, UL41, EM4, UY41.
O. 36. Radio a valvole olandese, modello BX 480 A,
costruita dalla Philips di Eindhoven nel 1949. Il corpo è in bakelite nera che
incornicia una grossa protezione per l’altoparlante, vi sono quattro manopole
anteriori: per l’accensione, il volume, la ricerca delle stazioni e
l’inserimento del giradischi. La barra delle frequenze è posta nella parte
superiore del mobiletto ed è costituita da mascherine di materiale plastico
trasparente: una larga e quattro sottili. Le dimensioni sono: mm. 470 x 300 x
230. La gamma di frequenze va dal Onde medie (OM), lunghe (OL) e più di 2 gamme
di onde corte (>2 x OC), il circuito è del tipo Supereterodina con frequenza
intermedia (IF) 452 kHz, l’altoparlante è AP magnetodinamico (magnete
permanente e bobina mobile), l’alimentazione è a corrente alternata a 110-245
volt e le cinque valvole sono ECH21, EAF42, EAF42, EBL21, AZ1.
O. 37. Radio a valvole italiana, costruita
probabilmente dalla ditta Ducati intorno al 1948. Il corpo è in legno marrone
mentre il fronte è in radica di noce, sul fronte a sinistra vi è l’altoparlante
mentre la barra delle frequenze è posta nella parte destra del mobiletto e,
sotto di essa, vi sono tre manopole: per il volume, l’accensione e per la
ricerca delle stazioni mentre l’antenna è sul retro. Le dimensioni sono: mm.
471 x 272 x 208. La gamma di frequenze è data da onde medie (OM) e 2 gamme di
onde corte (2 x OC), il circuito è del tipo Supereterodina con frequenza
intermedia (IF) 465 kHz, l’altoparlante è AP magnetodinamico (magnete
permanente e bobina mobile) della Geloso, con una potenza di uscita di 2,5 W,
l’alimentazione è a corrente alternata 125-220 e le cinque valvole sono 6A8G,
6K7, 6Q7G, 6V6G, 5Y3G. Nel 1926, a Bologna, la famiglia Ducati e altri
investitori bolognesi fondano la Società Radio Brevetti Ducati, con l'intento
di produrre industrialmente componenti per la nascente industria delle
trasmissioni radio, basati su brevetti di Adriano Ducati. Dopo la seconda
guerra mondiale comincia la produzione di motocicli che attualmente
caratterizza quest’azienda.
O. 38. Dittaphono tedesco “Orbaphon”, costruito a
Stoccarda nel 1913 da George Kromm. Questo strumento serviva a incidere i rulli
di cera utilizzati per la riproduzione vocale dei fonografi per una durata di
quattro minuti. È composto da un motorino elettrico che permette di far girare
il rullo, da una campana in ottone, fissa o collegata a un tubo, che raccoglie
i suoni (inizialmente era utilizzato solo per le registrazioni vocali,
successivamente Edison pensò di utilizzarlo anche brani musicali), un apparato
incisore che incide il rullo di cera (riutilizzabile fino a 130 volte) e un
pennellino che pulisce le sbavature di cera sul rullo.
O. 39. Grammofono da viaggio Mignonphone. Creato e
brevettato a Parigi (SGDG brevetto francese) nel 1920, il Mignonphone è un raro
grammofono francese in miniatura. E 'stato prodotto in diversi colori tra
rosso, verde, nero, tabacco e blu. La tromba esagonale è pieghevole in cartone
rigido ed è posta nel coperchio quando il grammofono è chiuso. Il disco è
avvitato sul piatto girevole. Le dimensioni della cassa chiusa sono mm. 210 x
135 x 70. Questo esemplare, color tabacco, è stato prodotto intorno al 1926,
sul diaframma, tondo, vi è la scritta: MIGNOPHONE / SOUND BOX / FABRIQUÉ en
FRANCE / W.H.SMITH & SON. / PARIS mentre sullo scatolo vi è la targhetta
del negozio che lo ha venduto: G. Jandelli a Beziers. La carica è manuale: la
manovella si posiziona sulla faccia anteriore dello strumento, dove troviamo
anche la leva dello stop e della regolazione della velocità mentre la tromba è
montata su di un sostegno posto sullo spigolo anteriore sinistro della
cassetta.
O. 40. Amorette, scatola musicale tedesca a dischi
forati di stagno. Lo strumento, costruito dall’orologiaio Otto Bergmann a
Lipsia intorno al 1898, è costituito da una scatola di legno dipinto di nero,
delle dimensioni di mm. 335 x 248 x 180, all’interno della quale vi sono due
mantici e un somiere con sedici ance metalliche libere. Una manovella aziona i
mantici e fa girare i dischi, fissati da una leva sul piano dello strumento, i
quali premono delle leve che liberano le ance che emettono le note.
O. 41. Scatola musicale francese funzionante con
ance libere a pettine azionate da un piccolo cilindro dentato, risalente agli
anni ’30 del XX secolo. La cassetta è in legno chiaro delle dimensioni di mm.
101 x 76 x 49. Sulla cassetta vi è una stampa con paesaggio campestre e la
manovella che aziona il cilindretto. Sul fondo vi è un cartiglio con la
scritta: MUSIQUE à 1 AIR / Lazila Dimacly / MADE IN FRANCE FABRICATION
FRANCAISE / N° 1129.
O. 42. Carillon Reuge, meccanico a carica manuale
(Volga) costruito probabilmente nel 1972. Cassa in radica di olmo e cristallo
molato, con pettine a 72 note e cilindro a tre melodie, brevi brani tratti
dalla 5°, 6° e 9° sinfonia di L van Beethoven. Una carica completa permette di
riprodurre circa 16 volte le melodie. Facendo scorrere lateralmente il pulsante
posto sul lato frontale, il carillon riproduce tutti i brani, riportandola in
posizione di partenza la melodia si arresta alla fine del brano. Il meccanismo
è sempre visibile. La melodia riprodotta è individuata attraverso un piccolo
indicatore in cui una freccia indica il numero del brano e ciascuna melodia ha
una durata di circa 36 secondi. Le dimensioni sono di mm. 230 x 145 x 100 e sul
meccanismo vi è il numero di serie 18037. Quest’impresa, nel cuore del
massiccio del Giura, è stata fondata nel 1865 dall’orologiaio Charles Reuge ed
è rimasta un’impresa familiare fino al 1988, quando è stata trasformata in una
società per azioni che oggi impiega circa 60 collaboratori. Antoine Favre è il
padre della scatola musicale e i movimenti musicali contemporanei si basano su
un'idea antica di oltre due secoli: nel 1796, l'artigiano di Ginevra
sostituisce il timbro e la molla esistenti con delle lame vibranti. I suoni
sono divinamente più chiari, più vari e precisi. Questa innovazione è
all'origine della storia della musica meccanica. Le conoscenze dei maestri di
carillon si diffonderanno grazie ad alcuni artigiani orologiai che avevano
lasciato Sainte-Croix per lavorare a Ginevra. Nel periodo delle Guerre
Napoleoniche ritornano nel paese natale, per la mancanza di mano d'opera e si
mettono a coltivare la terra, senza abbandonare tuttavia il lavoro in atelier.
Forte di questo inestimabile know-how, la regione di Sainte-Croix diventa
presto la culla della scatola musicale. All'epoca il borgo contava appena
tremila abitanti, ma le autorità capiscono presto tutto il potenziale economico
derivante dalla produzione artigianale della musica meccanica: a quell'altitudine
è praticamente impossibile vivere dei prodotti della terra. Fondata nel 1808,
la Société di Horlogerie di Sainte-Croix richiama dalla città i più grandi
maestri orologiai. Mentre essi dividono il loro tempo tra l'agricoltura in
montagna e il lavoro in atelier, gli abitanti del paese beneficiano del loro
prezioso insegnamento. Gli orologi e le scatole musicali che producono ne
guadagnano in raffinatezza e precisione. In pochi anni, Sainte-Croix è in grado
di concorrere con le grandi Maison di Ginevra.
O. 43. Meccanica per carillon, della seconda metà
del XX secolo, in metallo. Pettine a 18 note che suona la melodia di stille
nacht.
O. 44. Phonografo Royal della ditta Pathè Freres,
costruito nel 1904. È un riproduttore di suoni costituito da un asse metallico,
azionato da una molla caricata da una manovella, su cui ruota un cilindro di
cera. La puntina del riproduttore scorre sul solco inciso sulla cera e
trasmette il suono a una tromba amplificatrice. I cilindri di cera utilizzati
su questo strumento, i Salon, erano di dimensioni maggiori dei consueti rulli
avendo un diametro di mm. 90 e un’altezza di mm. 106. Queste dimensioni
permettevano una qualità della riproduzione molto migliore rispetto ai rulli di
Edison. Le dimensioni della cassa sono cm. 24 x 16 x 12.
O. 45. Rulli di cera (sette) per fonografo Pathè
del tipo Salon, in custodie di cartone con tappo metallico, con un diametro di
mm. 90 e un’altezza di mm. 106. Queste dimensioni permettevano una qualità
della riproduzione molto migliore rispetto ai rulli di Edison.
O. 46. Radiomangianastri Philips Roller costruito
nel 1980, con funzioni di radio FM MW LW SW e lettore di cassette a nastri
magnetici. Di colore rosso, questa radio è stata esplicitamente progettata per
il mercato dei giovani. Gli altoparlanti sono stati nettamente separati dal
corpo principale mantenendo il sintonizzatore radio e lettore di cassette. La
maniglia evidente richiama la portabilità; la parte posteriore mostra dei
rigonfiamenti sotto i quali sono alloggiate le batterie. I colori brillanti e
finitura di plastica lucida creano un look contemporaneo giovane e distinto.
O. 47. Amplificatore valvolare FBT databile agli
anni ’60 del XX secolo, dalle dimensioni di cm. 55 x 20 x 38 e dal colore
grigio chiaro, presenta due altoparlanti da 12 watt. Sulla parte superiore sono
alloggiati una spia verde per l’accensione,
la leva on/off, il fusibile, tre manopole di colore verde (VOL), rosso
(NI) e giallo (LO) e quatto fori jack (døb, due ingressi e una uscita).
O. 48. Televisore Voxons mod. T 1101, in bianco e
nero, prodotta nel 1970 a Roma dalla FARET (Fabbrica Apparecchi Radio e
Televisione SpA). Il corpo è in ABS senape e lo schermo in plexiglass. Le
misure sono cm. 28 x 32, e 26 di altezza. Tecnica di conversione super-eterodina,
bande d'onda VHF/UHF e altoparlanti a magnete permanente dinamico (PDyn) a
bobina mobile.
O. 49. Mangiadischi Cichito, prodotto in Italia
nel 1977 dalla Wilco per dischi a 45 giri. Quest’apparecchio, piuttosto
spartano (ha un solo tasto per il volume e quello per l’espulsione del disco),
è alimentato sia a 220 Volt sia a batterie per assecondare la moda del tempo di
poter sentire musica in qualsiasi luogo.
O. 50. Parlophon, grammofono a valigetta di
piccole dimensioni (285 x 160 x 240 mm.) funzionante a manovella. Fondato in
Germania nel 1896 da Carl Lindström, il marchio Parlophon è stato inizialmente
utilizzato per la costruzione di grammofoni prima che la società iniziasse a
produrre dischi. Il simbolo ₤, in tedesco, sta per Lindström. L'8 agosto 1923,
è stato istituito il ramo britannico, "Parlophone" (con la
"e" finale), guidato da A & R Manager Oscar Preuss. Parlophone ha
stabilito un accordo di locazione principale con base di comproprietà Stati
Uniti Okeh Records, rendendo Parlophone leader tra le etichette jazz nel Regno
Unito. Il CLPGS pubblica un elenco di titoli Parlophone emesse tra il 1923 e il
1956. Il regolatore del numero di giri posto anteriormente insieme al foro per
la carica la manovella, monta una testina con membrana in mica marca Parlophon.
Il supporto della meccanica, la tromba interna con sportellino laterale per
regolare l'intensità sonora e il braccio sono in legno mentre la valigetta è in
pelle.
O. 51. Proiettore domestico Pathé Baby, costruito
nel 1929 e distribuito per il mercato italiano con pellicola da mm. 9,5 a
perforazione unica e interassiale tra i singoli fotogrammi (per gli
appassionati del genere, trattasi del mitico "battinove"), non
sonorizzato. La Pathé Frères venne fondata a Vincennes nel 1896 da Charles
Pathé, insieme ai fratelli Emile e Théophile, e fu effettivamente la prima
società cinematografica che controllava tutto il processo produttivo della
realizzazione di film: dalla fabbricazione della pellicola fino alla produzione
e infine alla distribuzione nelle sale. Nei primi anni del 1900 essa apre
filiali in tutto il mondo e riesce a vendere agli Stati Uniti un metraggio di
pellicole due volte superiore a tutta la produzione americana. Nel 1907, quando
cominciavano a sorgere altre società di produzione, la Pathé fu ancora la prima
ad intuire le regole di mercato, decidendo di non vendere i film ma di
noleggiarli creando il Consorzio Pathé, e ponendo così le basi del commercio cinematografico
che prosegue ancor oggi. Nel 1918 i fratelli decisero di separare la parte di
azienda legata alla produzione di dischi, dando vita alla casa discografica
Pathé divenuta, dopo l'accordo con Guglielmo Marconi del 1924, Pathé Marconi.
La filiale italiana era a Milano nel palazzo Pathè sito in via Luigi
Settembrini, 11 e in via Ruggero Boscovich, 30. In via Ruggero Boscovich, 32, è
ancora visibile il mosaico di Galileo Chini del primo logo aziendale: ora è
sede della Di Baio Editore, casa editrice specializzata in architettura,
arredamento e design. Il proiettore cinematografico è in metallo, a sviluppo
verticale di mm. 515. E' costituito sostanzialmente da una base di mm. 100 x
180 con quattro piedini, un motorino elettrico, l'apparato illuminante, il
dispositivo di proiezione, le bobine porta pellicola. Il motorino elettrico è
fissato alla base con appositi incastri, ha una presa per il collegamento
all'alimentazione esterna, una spina per il collegamento al proiettore, un
interruttore di accensione e un reostato per la variazione dell'intensità di
corrente erogata al proiettore (il proiettore funziona con tensioni da 110V)
posto in un piccolo alloggiamento in legno di cm. 26 x11 x 12,5. Alla base è
fissata una struttura verticale in metallo al centro della quale si trova il
dispositivo di proiezione costituito da una lente, un otturatore rotante, una
manovella per l'avanzamento manuale. Sopra è inserito un braccio in metallo sul
quale si inserisce una delle due bobine (quella con la pellicola da proiettare)
e i rocchetti cilindrici che guidano la pellicola nel suo moto attraverso il
proiettore. L'altra bobina (quella che riceve la pellicola già proiettata) è
inserita, mediante un apposito telaio in metallo, direttamente nella base,
dalla parte opposta rispetto al motorino. Solidale alla bobina è inserito,
sullo stesso asse di rotazione, un disco da collegare con una cinghia per la
trasmissione del moto. Dietro alla lente del dispositivo di proiezione, si
inserisce l'apparato illuminante costituito da una lampadina a filamento a
basso voltaggio con resistore fisso, uno specchio concavo e una lente
condensatrice, collocati in posizione opposta rispetto alla lampada, inseriti
in un contenitore cilindrico collegato elettricamente alla base. Questo cilindro
è vincolato nella parte bassa ma apribile a compasso per permettere il
posizionamento della guida film, un telaietto rettangolare posto tra
condensatore e lente di proiezione che costituisce la guida per lo scorrimento
della pellicola. Questo telaietto presenta una riquadro rettangolare in
corrispondenza del punto in cui si posiziona il fotogramma che viene
proiettato. Sul telaio, sotto all'apparato illuminante, è presente un vano
circolare, chiuso da un vetro, nel quale si raccoglieva la pellicola proiettata
se non era disponibile la bobina ricevitrice. In questo caso la pellicola da
proiettare era inserita in un apposito vano posto nella parte alta del
proiettore. Proiettore da tavolo per usi amatoriali. Utilizzava pellicole da
9.5 mm. forate al centro, normalmente in bobine da 8.5 mt. La presenza del
bracci porta bobine, del supporto del motore, delle pulegge di rimando,
permetteva la proiezione di film "super" ovvero di lunghezza 100 mt.
Questo proiettore poteva essere utilizzato sia manualmente mediante la
manovella che con il motorino elettrico. Il proiettore è una macchina che
proietta, a intervalli regolari, un fotogramma impresso su una pellicola
cinematografica che viene fatta scorrere in maniera continua. Un obiettivo
mette a fuoco l'immagine risultante su uno schermo. La proiezione avviene
disponendo il proiettore di fronte ad un muro bianco o a un telo, si inserisce
la pellicola presente nella bobina debitrice (superiore) nel telaio guida
pellicola, si accende la lampada, si mette a fuoco l'immagine agendo
sull'obiettivo e si procede con la proiezione azionando il motorino elettrico.
La pellicola visionata viene raccolta nella bobina ricevitrice. Il proiettore è
posto nel suo mobiletto in legno a tre cassetti stretti e un vano a due ante
(mm. 1180 x 570 x 358) e posto sul piano superiore (posto a mm. 83 da terra)
con pareti mobili per facilitare l’inserimento della bobina e con un grosso
foro sul lato corto in corrispondenza del proiettore.
O. 52. Dischi (sette)
a 78 giri/m' contenuti in una bobina di latta della Fono Roma. Questa ditta
nacque il 26/11/1931 e subito si distinse per innovazione e ricerca. Sue sono
le prime incisioni di jazz con l'orchestra Carlini, diretta da Sesto Carlini
nel 1932, nel 1933 incise la monumentale opera di musica popolare sarda di
Gavino Gabriel e fino agli anni 70 incideva rock progressivo fusion (gli Area).
Attualmente spiccano i suoi studi di doppiaggio. I dischi contenuti nella
bobina sono: 1) disco inciso da un solo lato con etichetta: DISCOTECA DI STATO
/ K R 153 D. d. S. 16 / GIOVANNI GENTILE / "I patti lateranensi e il
pensiero italiano" (Dal discorso per l'inaugurazione del VII Congresso
Naz. di filosofia, letto in Campidoglio il 26 maggio 1929.VII presente il Capo
del Governo BENITO MUSSOLINI). 2) disco con etichetta manoscritta; A: Pessac
best side 25/12/33, B: Pessac GHK 8/12/33. 3) disco inciso da un solo lato con
etichetta: S. A. FONO ROMA / REPARTO FONOGRAFICO / DISCO N. scritto a mano KR
250 30-1-34 / Voi che sapete / sopr. G. Pederzini. 4) disco con etichetta: S.
A. FONO ROMA / REPARTO FONOGRAFICO / DISCO N. scritto a mano KR 211A 5-1-34
/ Marechiaro / orch. Fragna, sul lato A
e KR 211X 5-1-34 / Marechiaro / orch.
Fragna, su quello B. Armando Fragna (Napoli, 2 agosto 1898 – Livorno, 15 agosto
1972) è stato un musicista e compositore italiano che per circa 20 anni ha
diretto una delle orchestre della RAI. 5) disco EXCELSIUS T 6237 con etichetta
non in vendita; A: Tu ca nun chiagne (De Curtis) / GIOVANNI ASSANTE TENORE, B:
Torna a Surriento (De Curtis) / GIOVANNI ASSANTE TENORE. 6) disco Columbia D
12543; A: LA TOSCA / E lucean le stelle / ALESSANDRO GRANDA, B: LA TOSCA /
Recondite armonie / ALESSANDRO GRANDA. Registrazione del 1932, a Udine, del tenore
peruviano il cui vero nome è Alejandro Granda Relayza (Callao, 26 novembre 1898
- Lima, 3 settembre 1962). 7) disco PARLOPHON; A: LETTERA DI MANON / ORCHESTRA
EDITH LORAND / B-27039 II, B: AUBADE PRINTANIÈRE / ORCHESTRA EDITH LORAND / B-27039 I. La "Edith
Lorand Orchestra" è stata una delle band più famose della Repubblica di
Weimar, con numerose apparizioni all’Admiralspalast di Berlino. Nel suo duplice
ruolo di violinista virtuosa e direttrice d'orchestra, Edith Lorand (17
dicembre 1898 Budapest - 23 Novembre 1960 New York) divenne rapidamente la
stella e, allo stesso tempo, un simbolo del l'emancipazione femminile nel 1920.
O. 53. Magnetofono Geloso G255 S famiglia, a tre
valvole, costruito nel 1955 dalla ditta Giovanni Geloso a Milano, nello
stabilimento di viale Brenta 29 su licenza Arrigo Castelli, e messo in vendita
a 42000 lire più 230 lire di tasse radio, 46000 lire completo di accessori. La
velocità è di 4,75 e 9,5 cm/sec, le valvole montate sono: UL41, 12AX7 e DM70,
la banda passante è 100 - 4500Hz e 80 - 6000Hz, l’alimentazione è 110 - 220Volt
e le dimensioni sono cm. 24 x 13 x 14. Sulla parte superiore vi è un coperchio
trasparente che, aperto, dà accesso alle bobine, alle testine e al capstan, al
selettore di velocità e alla manopola del volume. Sul lato destro ci sono
quatto tasti: il rosso è per la registrazione, il nero per la messa in pausa,
il verde per l’ascolto e il giallo per il riavvolgimento. Sulla faccia
anteriore sono visibili l’occhio magico che serviva per indicare il livello di
registrazione e una leva rossa per la frizione del nastro. Sulla faccia
posteriore troviamo il selettore di tensione, l’entrata per il microfono e
l’uscita per gli amplificatori. È presente anche il microfono T32.
O. 55. Rolmonica cromatica, sorta di armonica a
bocca che suona con un rullo di carta forata. Costruita nel terzo decennio del
XX secolo negli Stati Uniti presenta la dicitura: ROLMONICA / TRADE MARK REG /
CHROMATIC / PAT. NO. RE. 16986 – NO.1.720.991. Lo strumento è in celluloide,
delle dimensioni di mm. 119 x 92 x 36, presenta 8 + 8 fori per le sedici ance
metalliche monotonali, un’imboccatura e due piccole manopole in legno per lo
svolgimento ed il riavvolgimento del rullo a fianco delle quali vi è la scritta
TO / ROLL e TO / PLAY. Questo strumento è corredato da 3 rulli di carta per
altrettante canzoni.
O. 56. Amplificatore italiano LEM B 202, costruito
nel 1970. Nel 1969 nacque, a San Giovanni in Marignano (RN), il marchio LEM
(Laboratorio Elettro Musicale), dalla GEM di Matteo Galanti, dedicato allo
sviluppo di sistemi di diffusione audio. Il marchio ebbe una veloce crescita
fino a diventare molto diffuso dapprima in Italia e poi nel mondo. La gamma di
prodotti per amplificazione di LEM è stata molto utilizzata per applicazioni
dal vivo in Italia ed in generale in Europa. La casa italiana era in grado di
fornire da piccoli sistemi di amplificazione a grandi eventi live teatrali (è
stata più volte fornitore del Festival di Sanremo) e all'aperto (tra cui la
produzione internazionale de La traviata realizzata a Parigi nel 1999) ed
impianti permanenti per parchi (ad esempio l'Aquafan di Riccione) e discoteche
come il Bandiera Gialla di Rimini. Successivamente la LEM si dedicò alla
costruzione di sistemi audio Computer /modeling based (ovvero con possibilità
di controllo DSP per la gestione EQ) come la serie Tourmaster nelle diverse
versioni. Questo apparecchio è in due pezzi, l’amplificatore vero e proprio di
cm. 67 x 28 x 16,5 e la cassa acustica monocono di cm. 55 x 57 x 38. Sulla
faccia anteriore dell’amplificatore ci sono due entrate, il tasto bright, le
manopole volume, bass, middle e treble, cinque leve per l’equalizzazione e le
manopole compress e master; sulla faccia posteriore vi è l’interruttore e
l’uscita per le casse.
O. 57. Metronomo elettrico Franz, databile al
1940, prodotto da Franz Manufacturing Company, Incorporated - designers and
manufacturers of American made precision metronomes since 1938. P.O. Box
120396, East Haven, Connecticut 06512-0396. L'avvento della corrente alternata
controllata (AC) rese possibile l'invenzione del metronomo elettrico Franz
(1938) che incarnava i primi significativi miglioramenti del meccanismo di tipo
"Maelzel". In questo metronomo, un motore sincrono, come quelli usati
negli orologi elettrici, aziona un martello che batte il tempo attraverso una
riduzione meccanica regolabile da 40 a 208. Le dimensioni sono mm. 125 x 105 x
88, la struttura è in bachelite nera e sulla faccia superiore vi è una piccola
lampadina che si illumina a ogni movimento. Sulla parete anteriore vi è una
manopola che permette di variare la scansione ritmica da largo a prestissimo
(da 40 a 208) mentre su quella posteriore vi è la leva di accensione quella per
abbinare il segnale sonoro a quello luminoso.
O. 58. Rulli di carta (due) per pianoforte
meccanico nelle loro scatole originali delle dimensioni di mm. 52 x 59 x 322. I
rulli hanno un diametro di mm. 48 per 286 di larghezza mentre la lunghezza
della carta dipende dalla durata del brano. Durante una convention tenutasi a
Buffalo nel 1908, fu stabilito uno standard che fu successivamente adottato da
quasi tutti i produttori. Questo standard include tutte le 88 note del
pianoforte. Il primo rullo, realizzato da George Barbiero nel 1919, è marchiato
L’ÉDITION MUSICALE PERFORÉE, mostra l’etichetta: Célébre Sérénata / op. 6 / E.
Toselli. Il secondo, coevo, EMPECO (Il sistema Empeco, popolare in Europa ma
praticamente sconosciuto in America, è stato utilizzato da Philipps, Kastner e
molti altri produttori europei; alcuni sistemi Empeco sono stati installati in
strumenti a moneta per l'uso in luoghi pubblici), riporta in etichetta: 3057 /
Moment d’Amour / (Liebesaugemblick) / Valse Lente / von / Leo Eysoldt.
O. 59. Grammofono Pathé Concert con azione a
manovella, costruito a Parigi nel 1910 da Pathé Frères. "Le Concert
Automatique Français" è stato ampiamente utilizzato nei luoghi pubblici
francesi prima della prima guerra mondiale: grazie alla robusta cassa acustica,
la tromba sovradimensionata e un dispositivo a gettoni ere ideale per
diffondere il suono in locali ampi e affollati. Per dieci centesimi si potevano
ascoltare le ultime canzoni del tempo. Dopo aver inserito la moneta, il
grammofono dispone di un dispositivo che arresta il motore dopo un numero
preciso di rotazioni del disco, corrispondente alla lunghezza media di una
incisione. Lo strumento è dotato di una puntina di zaffiro e suona dischi con
un diametro fino a cm. 50 che fanno muovere la puntina dall’interno verso
l’esterno. Il potente motore permette di ascoltare diversi dischi di fila senza
doverlo caricare ogni volta. Caratteristico è lo sportello dietro il quale è
possibile impilare i dischi. Il grammofono è imponente: ha un'altezza di mm. 2120,
il mobile è mm. 1 il diametro della tromba è di mm. 670, davanti, sotto il
motore, vi è una serrandina scorrevole che permette di custodire i dischi senza
impolverarli, sul piano superiore, oltre al piatto rotante, vi è il meccanismo
per variare la velocità di rotazione e la fessura per le monete.
O. 60. Tromba amplificata Amplivoice a quattro
transistori, costruita nel 1962 dalla Geloso di Milano. La realizzazione di
questo megafono nasce da una idea dell’ing. Edgardo Velicogna, direttore
tecnico della Geloso fino al ’69 e strettissimo collaboratore dell’ing. Geloso.
L’idea di realizzare una tromba amplificata alimentata da sei pile da 1,5 Volt
e con microfono direzionale, estraibile, montato ad innesto su quattro piedini,
era straordinaria. Il successo dell’Amplivoice (bollettino N° 84 primavera
1962) è immediato, è un prodotto innovativo che sul mercato mancava e trova
subito utilizzo in molte applicazioni, come venditori ambulanti, cantieri
edili, manifestazioni sportive, manifestazioni sindacali e scioperi vari. La
tromba viene realizzata in plastica speciale stampata, praticamente
indistruttibile, commercialmente denominata Moplen. La targhetta metallica
intorno al microfono ha stampato: AMPLIVOICE / CAT N° 2583 – PAT PENDING,
TROMBA AMPLIFICATA / CAT. N. 2583 BREVETTATO, SpA GELOSO / MILANO / MADE IN
ITALY. Il diametro della tromba è di mm. 235, la lunghezza totale di mm. 434 e
un peso, senza pile, di Kg. 1,5. L’immagine emblematica dell’uso
dell’amplivoice è quella di Federico Fellini che ha usato il megafono Geloso
durante la direzione di moltissimi suoi film.
O. 61. Proiettore con sonoro a disco per bambini
costruito a Barcellona nel 1934 dalla ditta NIC. Negli anni '30, tre fratelli
di Barcellona inventarono uno strumento con il quale i più piccoli potessero,
girando una sola manovella, guardare film animati stampati su bande di carta
traslucida e ascoltare l’audio inciso sui dischi correlati. Il suo
funzionamento è molto semplice e allo stesso tempo geniale, concepito sulla
base dei principi della lanterna magica: un nastro di carta con due immagini
leggermente diverse, sopra e sotto, vengono proiettate in modo tale che un
otturatore alternasse la visione dell'una e dell'altra immagine (ottenendo così
una precaria illusione di movimento basata solo su due immagini che sembravano
alternate). Il nastro di carta passa davanti all’otturatore srotolandosi da una
parte e avvolgendosi dall'altra. Le ottiche sono due semplici obiettivi che
mostrano la parte inferiore e superiore del film, il punto di messa a fuoco
dovrebbe essere cercato allontanando il proiettore dalla parete o dallo schermo
in cui sono state viste le immagini. L'illuminazione proviene da una lampadina
da 40 Watt. I film erano piccole opere d'arte di sintesi e ingegnosità; il loro
tema era vario ma è sorprendente trovare personaggi come Popeye, il gatto Felix
o persino adattamenti dei primi film Disney come Pinocchio o I tre porcellini.
Il dispositivo è stato brevettato da Josep Maria Nicolau Griñó, ingegnere
industriale, e suo fratello Tomás, ingegnere tessile il 25 aprile 1931
(concessione dell'11 maggio). Il marchio NIC fu creato utilizzando le prime tre
lettere del cognome e fu registrato lo stesso anno. Un terzo fratello, Ramon,
architetto, era il responsabile disegnatore delle strisce dei primi film. In
questo modo, i fratelli Nicolau, eredi di una famiglia di industriali della
carta, abbandonarono questa attività per intraprendere l'industria del
giocattolo. Cine NIC è stata commercializzata dalla società Proyector NIC SA di
proprietà dei fratelli. L'anno seguente fu brevettato il famoso logo: un ragazzo
nero che cavalcava un elefante. La fabbrica era inizialmente situata
sull'Avinguda Paral•lel di Barcellona, ma nel 1954 si trasferì a Carrer Nou de
la Rambla 175. I film erano lunghe strisce di carta vegetale con due immagini
praticamente identiche, le differenze erano quelle che davano la sensazione di
movimento. Praticamente tutti i disegni del primo periodo (dal 1931 alla metà
degli anni '40) erano dell’architetto Ramon Nicolau Griñó che aveva una
attitudine particolare per il disegno. L'autore delle sceneggiature letterarie
e degli adattamenti delle storie, leggende o favole per bambini era Tomàs
Nicolau. Gli argomenti trattati nei film animati del Nic Cinema erano
generalmente racconti tradizionali o personaggi classici come Cenerentola,
Cappuccetto rosso, la Cicala e la Formica, Hansel e Gretel o Barbablava. Hanno anche creato i loro personaggi come Tom
il cowboy, Nikito, Wise dog, Manolín, Pulgarcito o miau el gat. Dal 1934
ottennero la concessione di Popeye e, nel 1942, ottennero la licenza per
adattare alcuni personaggi come Biancaneve, Pinocchio, Topolino, Pluto,
Paperino, 101 Dalmate e Peter Pan, della divisione commerciale di Walt Disney.
Nel 1943 fu aggiunto anche il Garbancito de la Mancha. Inoltre, all'epoca,
furono creati film ispirati ai fumetti o ai fumetti dei cosiddetti serial:
Dongo, the man of the jungle, Planet K-10, Snowman, Mounted Police e Colonel
Cody. La base di mm. 250 x 110 supporta il proiettore, nero, di mm. 223 x 112 x
80: sul lato destro vi è il logo e l’alloggiamento per il rullo col film mentre
sul lato sinistro vi è il cilindro avvitatore con la manovella del grammofono a
cui è incardinato. Sul piano superiore è montato il piccolo grammofono
costituito dal braccio, dal diaframma con la testina cromata e dal piatto, in
feltro verde con la scritta NIC / patentado, sul quale viene avvitato il disco
in bachelite, da cm. 17 di diametro, correlato al film. Lo strumento è
corredato da quattro dischi con una storia incisa per facciata e i
corrispondenti otto rulli di film.
O. 62. Grammofono portatile con parti scomponibili
Excelda, costruito dalla Thorens di Basilea nel 1935. Nei primi decenni del XX
secolo vennero realizzati alcuni grammofoni con forma e dimensioni simili alle
macchine fotografiche, tanto da essere coniata la definizione di
"cameraphone"; il grammofono Excelda è un esempio di questa
particolare tipologia, che ottenne un grande successo, rimanendo in produzione
dal 1931 fino alla metà degli anni '40. I componenti sono contenuti in una
scatola in lamiera, di colore blu craquelé, con coperchio avvitabile sul quale
vi è un ricco decoro circolare e una targhetta ovale con la scritta British
Patent / N˚ 255001; i lati anteriore e posteriore sono arrotondati e, su quello
anteriore, vi è una maniglia in pelle nera con su scritto EXCELDA. Svitando il
coperchio, all'interno della scatola si trovano sistemati gli elementi
componibili: un diaframma con testina cromata, un braccio anch'esso cromato e
una manovella con impugnatura in legno. Il piatto, di piccole dimensioni,
ricoperto da feltro di colore blu, è azionato dal motore a molla, nascosto al
si dotto del piatto. Un foro sul lato laterale permette di inserire la
manovella per la carica del motore; sullo stesso lato si trova una leva per il
fermo e la regolazione della velocità di rotazione del piatto. Le dimensioni
sono di mm. 282 x 120 x 52.
O. 63. Lanterna magica Lucciola, costruita intorno
al 1933. La lanterna magica è un apparecchio che permette, grazie ad una fonte
luminosa e ad uno specchio, di proiettare su di uno schermo le immagini
impresse su di un vetro o su una striscia di carta. È tutta in metallo
verniciato verde oliva con una base nera, che lungo i lati maggiori presenta
due perni per l’avvolgimento e lo svolgimento del nastro di carta. All’interno
del corpo, vi sono due lampadine da 40 Watt e lo specchio. Sulla faccia
anteriore vi è la lente, regolabile, per la messa a fuoco mentre su quella
posteriore vi è la scritta: LUCCIOLA / BREVETTATO / Ing. Nelli & F.lli
Moradei / CBC / Firenze. Vi sono anche numerose strisce a fumetti della celebre
casa Nerbini, fondata a Firenze da Giuseppe Nerbini, che iniziò come edicolante
negli anni ottanta dell'Ottocento. Negli anni trenta del Novecento pubblicò in
Italia importanti e famose testate a fumetti nel caratteristico formato a
giornale come Topolino e L'Avventuroso che fu, questa, la prima pubblicazione
italiana interamente dedicata ai fumetti d’avventura americani e che arrivò a
vendere centinaia di migliaia di copie settimanali oltre a essere la prima
pubblicazione a presentare le strisce a fumetti complete dei ballon, ovvero le
nuvolette, che fino ad allora venivano sostituite da didascalie in rima. Il
primo opuscolo stampato da Nerbini risale al 1897 ed era intitolato "La
redenzione della donna nel socialismo". Successivamente pubblicò romanzi
storici, quali i Reali di Francia, i Vespri siciliani, Ettore Fieramosca,
Giovanni delle Bande Nere. Uno degli obiettivi prioritari di Nerbini fu quello di diffondere fra le masse i miti e
gli eroi che animarono le dispense a basso prezzo, strumento di educazione
popolare. Negli anni precedenti all'avvento del regime fascista in Italia e nel
primo periodo di esso, l'editore pubblicò soprattutto dispense che venivano poi
raccolte in volume. In queste pubblicazioni non c'era però l'influenza del
fascismo e tanto meno della monarchia, perché Nerbini era animato da spirito
repubblicano. Nel 1932 pubblicò il primo numero di Topolino, giornale
illustrato, oltre ai fumetti di Flash Gordon e di Mandrake. Giuseppe Nerbini,
per sfruttare il successo del nuovo personaggio di Disney al quale nel 1932
venne assegnato uno speciale Oscar per la creazione di Topolino, decise di
dedicargli una testata che esordì il 31 dicembre 1932, anticipando di un mese
l'analoga prima pubblicazione statunitense, Mickey Mouse Magazine. La testata
aveva un formato simile a quello del Corriere dei Piccoli. Nerbini si assicurò
quindi i diritti di pubblicazione delle strisce giornaliere e delle tavole
domenicali realizzate in America da Floyd Gottfredson e ottenne anche
l'autorizzazione a pubblicarne altre realizzate in Italia. Nel luglio del 1935
Nerbini fu costretto a cedere la rivista e i diritti alla Mondadori. Secondo
alcune ipotesi sia Nerbini che Mondadori si rivolsero al governo fascista, uno
per difendersi dall'attacco di Mondadori, l'altro per sottrarre a Nerbini il
giornale; l'arbitrato fascista avrebbe poi costretto Nerbini a cedere la
testata a Mondadori, in cambio Mondadori avrebbe pagato una cifra molto alta a
Nerbini come buonuscita. Nerbini continuò a pubblicare testate a fumetti come
il Giornale di Cino e Franco. Nello stesso formato di quello della testata
dedicata a Topolino, Nerbini pubblica L'Avventuroso edita dal 14 ottobre 1934
fino al 28 febbraio 1943 per 439 numeri per poi essere ceduto, a seguito di
difficoltà economiche, anche questo alla Mondadori, allora nota come API
(Azienda Periodici Italiani), che ne continuò per poco la pubblicazione.
O. 64. Lanterna magica realizzata nel 1910 circa
dal produttore bavarese Gerbruder Bing (1863 – 1933). Fondata nel 1863 dai
fratelli Ignaz e Adolf Bing, originariamente produceva utensili da cucina in
metallo; all'inizio del XX secolo, Bing era la più grande azienda di giocattoli
del mondo e la fabbrica di Norimberga era la più grande fabbrica di giocattoli
del mondo; nel 1932, Bing fu posta in liquidazione e nel 1933 cessò l'attività.
Il corpo, sorretto da quattro piedini dorati con decorazione a foglie d’acanto,
è un parallelepipedo in latta verde oliva delle dimensioni di mm. 140 x 130 x
80. Sul lato sinistro vi è uno sportello che permette di posizionare la
sorgente luminosa, costituita da una lampada a petrolio in vetro, e sul quale
vi è il marchio: Standard / E. P. Sul lato anteriore vi è un marchio: aquila /
E. P. sul lato superiore è alloggiato la cappa di sfogo per i fumi della
lampada, a forma troncoconica con un angolo quasi retto finale, in latta nera
della lunghezza complessiva di mm. 152. L’ottica, della lunghezza totale di mm.
112, è posta sulla parete anteriore, è costituita da un solo condensatore e un
solo obiettivo: la regolazione è affidata alla breve corsa dell’obbiettivo. Vi
sono alcuni vetrini tondi che mostrano il paesaggio del Reno.
O. 65. Giradischi portatile Lido con carica a
manovella con vite senza fine, motore a molla e altoparlante metallico
integrato. Questo giradischi, dalla particolare custodia beige, a cappelliera
ovalare a base piatta, fu costruito dalla Telefunken Company for Wireless
Telegraphy mbH di Hannover nel 1938. Il peso è di 4,48 kg; le dimensioni sono
di mm. 145 x 325 x 370 ed è costruito con pelle, metallo, plastica e tessuto.
Nella parte interna del coperchio vi è una tasca, in tessuto, per i dischi e la
scritta Lido / Telefunken Platten. Il braccio e il diaframma, con il marchio
TELEFUNKEN, sono disposti posteriormente mentre la manovella può essere riposta
all’interno dell’altoparlante. Sulla sinistra del piatto rotante vi è la leva
per modificare la velocità di rotazione mentre sulla destra vi è un
contenitore, in plastica amaranto, per le puntine di ricambio e la leva per il
bloccaggio della rotazione. Il foro per l’inserimento della manovella è sulla
parete destra dell’involucro.
O. 66. Altoparlante elettromagnetico in bakelite,
il famoso 2007 del 1928, noto col nome di "piatto da barbiere" o
"disco volante". È un brillante esempio di design industriale: è
stato progettato da Louis Kalff per Philips. L'altoparlante ha un piede
triangolare in ghisa che sostiene un grande piatto concavo con un disco interno
convesso. Il motore e il suo cono di carta si trovano all'interno del disco più
piccolo mentre il disco parabolico più grande viene utilizzato come riflettore.
Un piccolo interruttore rotante sul cavo consente tre diverse impedenze: 500,
1500 e 200 ohm. Questo altoparlante fu costruito in tre diverse dimensioni
(grande: 2007, medio: 2003, piccolo: 2015). Il retro del piatto concavo esterno
è marchiato PHILIPS. Il diametro del disco maggiore è di mm. 403, l’altezza
complessiva di mm. 430, lo spessore di mm. 173 per un peso di gr. 3010. Il
colore è marrone marmorizzato e rosso con inclusioni d'oro (in effetti polvere
di ottone). I motivi erano sempre diversi, poiché gli ingredienti di colore
venivano incorporati in modo casuale per cui ogni pezzo è unico. Louis Kalff fu
un pioniere del design industriale nei Paesi Bassi durante la prima metà del XX
secolo: studiò design del mobile, scultura, ceramica e architettura e iniziò a
lavorare per Philips, nel 1924, nel dipartimento marketing di cui fu
successivamente responsabile. Nel 1929 aprì un dipartimento per la
progettazione di prodotti per l'illuminazione e in seguito divenne responsabile
delle sezioni di illuminazione delle esposizioni mondiali di Barcellona,
Anversa e Parigi. Ha progettato il primo centro scientifico di Evoluon Holland
a Eindhoven, aperto da Philips nel 1966.
O. 67. Televisore portatile da 4,3 pollici per
immagini b/n Shilyalis-402D. Questo televisore era prodotto nell'impianto
radiofonico Kauno Radijo Gamykla (KRG), a Kaunas nel 1974 con funzionamento a
rete o a batterie (220 o 12 Volt). La ricezione è nelle gamme MW e UHF.
Dimensioni diagonale dello schermo mm. 160, la gamma di frequenze sonore
riproducibili 400/3500, la potenza nominale in uscita è di W. 0,25. Le
dimensioni sono di mm. 230 x 220 x160, la cassa è in plastica rossa mentre, sul
frontale è nero, vi sono le manopole di interruttore/volume, contrasto e
luminosità. In basso vi sono i due selettori per VHF e UHF. Vi sono due
antenne, una circolare e una telescopica e il manico su cui vi è la sigla
SHILJALIS 402D-1E.
O. 68. Symphonion, scatola musicale a dischi
metallici perforati di mm. 145 di diametro. Fu prodotto, nel 1895, da
'Symphonion Musikwerke, Leipzig' con sede in via Braustrassw 13-19. I dischi
perforati hanno un piccolo plettro metallico, in corrispondenza del foro, che
eccita l’ancia metallica che produce il suono come nei comuni carillon. Il
meccanismo è contenuto in una scatola di mm. 127 x 197 x 177 con il coperchio
in radica di noce e il resto impiallacciata in noce, all’interno vie è il
pettine metallico, il rullo che trasmette l’impulso dei plettri, il perno che
fa ruotare il disco e un asse che tiene fermo il disco. All'interno del
coperchio vi è una stampa su carta con scene di danza mentre all’esterno vi è
il nome Symphonion. Il pettine presenta quaranta lamelle: una leva sul lato
destro della scatola permette di tendere la molla che farà girare il disco con
sopra una leva più piccola che permette di bloccare la rotazione. La Symphonion
Company iniziò l'attività nel 1885 e produsse il primo carillon con lettore di
dischi. I suoi fondatori erano Oscar Paul Lochmann e due soci Gustave
Brachhausen e Paul Riessner. Nel giro di due anni, tuttavia, questi due uomini
erano partiti per fondare la società Polyphon che produceva macchine simili in
concorrenza all'azienda originale. Nel 1889 la società Symphonion divenne una
società per azioni o Aktiengesellschaft, con azioni quotate in borsa. Nel 1900,
l'attività della Symphonion continuò sotto il controllo di Franz Thumen e Hans
Kanitz fino al 1909, quando entrò in difficoltà finanziarie e fu ristrutturata,
con il nome dell'azienda che cambiava in Symphonion-Fabrik AG. Con questo nome
rimase in vita a Schkeuditzer Strasse 13-17b a Gohlis. Il Symphonion si
distingue per l'enorme diversità di tipologie, stili e modelli prodotti. Nessun
altro carillon per la riproduzione di dischi esiste in così tante varietà. Si
possono trovare dischi dello stesso diametro ma di scale diverse per adattarsi
a due tipi di meccanismo. L'azienda ha anche aperto la strada all'uso di motori
elettrici in scatole musicali a disco, il primo modello dotato di un motore
elettrico è stato pubblicizzato nel 1900. L'azienda si è spostata nel settore
dei pianoforti meccanici e ha realizzato modelli sia a disco che a rullo,
autopiano e fonografi. Sebbene l'ultimo catalogo registrato da Bowers sia stato
pubblicato intorno al 1912, sembra che intorno allo scoppio della prima guerra
mondiale, l'attività si sia trasferita a Barengasse 14/40, Gera, Turingia,
quando era diretta da Paul Scheibe e si è concentrata sui fonografi. I diciotto
dischi di cui è fornito sono contenuti in un cofanetto in legno, pentagonale,
alto mm. 75 e con lato di mm. 130, sul cui coperchio sono disegnati tre
uccelli.
O. 69. Mangiadischi portatile Snoby cc/ca,
costruito a Lecco, dalla TRL Electronics, nel 1965. Apparecchio portatile di
forma quadrangolare di mm. 200 in plastica di color corallo la parte superiore
e crema quella inferiore. Sulla parte anteriore vi è il tasto per l’espulsione
del disco e due ghiere nere, per il tono e per il volume. Può funzionare con
batterie a secco (da 1,5 Volt) o collegato alla rete a 220 Volt; monta un
altoparlante magnetodinamico (magnete permanente e bobina mobile) con potenza
d'uscita di 0.5 W. Il mangiadischi è uno degli emblemi degli albori della
civiltà dei consumi. Un famelico divoratore di dischi in vinile 45 giri, che
negli Anni Sessanta venivano sfornati a getto continuo nel mercato musicale
dell’epoca. Il guscio in plastica installato a bordo racchiudeva al suo interno
le componenti elettroniche per il funzionamento, con ben pochi riferimenti
visivi a quanto accadeva al suo interno. Il disco a 45 giri veniva infilato in
un apposito spazio nella parte superiore e poteva essere riprodotto sia con il
mangiadischi in posizione verticale sia quando era in posizione orizzontale. Il
motore del mangiadischi si spegneva in automatico alla fine della canzone e
alcuni modelli erano forniti di autoespulsione del vinile. La maniglia consentiva
poi un comodo trasporto e vista la facilità dell’utilizzo abbinata
all’alimentazione a batterie diventava un pretesto per improvvisate festicciole
in musica tra i teenagers di quegli anni. A Lecco era operativo un produttore
artigianale di mangiadischi, la TRL Full Electronic di Tiraboschi. La ditta si
trovava in zona Caleotto, quasi all’angolo con via Belfiore, e in quel periodo
gli oggetti prodotti dalla TRL facevano bella mostra nelle camerette dei
giovani fruitori.
O. 70. Registratore a nastro, modello Miny 2301
Transistor Tape Recorder, costruito in Giappone nel 1960. Apparecchio portatile
con due motori, funzionanti con batterie a secco: 3 da 1.5 Volt per
l’avvolgimento delle bobine e una da 9 Volt per il microfono, altoparlante
magnetodinamico (magnete permanente e bobina mobile) / Ø 6 cm Apparecchio
costruito in plastica grigia dalle dimensioni di mm. 205 x 65 x 185. Il
diametro della bobina 76 mm (3 pollici) può contenere il nastro a 15 - 20
minuti di registrazione. Microfono con tasto di comando la cui entrata è
allocata sul fianco destro dell’apparecchio. Sulla parte superiore, oltre
all’alloggiamento delle bobine vi è un selettore a quattro posizioni (rewind,
stop, play e record) e la rotella per il volume. Per sostituire le batterie è
necessario svitare la grande vite al centro del nastro del coperchio inferiore
e rimuoverlo completamente. L'altoparlante incorporato emette un suono
abbastanza forte ma gracchiante.
O. 71. Organetto ad ance modello Diana costruito a
Lipsia, Germania, nel 1902, dalla ditta Phönix. All’interno vi sono due mantici
e un somiere con quattordici ance in acciaio messe in vibrazione dai mantici e,
sul fondo, vi è il numero di matricola N° 4810. La cassa è in legno dipinto di
nero, le misure sono: mm. 200 x 240 x 134. Sul lato vi è la manovella che
aziona i due mantici e fa girare i dischi, fissati da una leva sul piano dello
strumento, i quali premono delle leve che liberano le ance che emettono le
note. Questo modello fu presentato nel 1901 alla fiera d'autunno di Lipsia. I
produttori erano la compagnia musicale Phoenix Schmidt & Co. A Lipsia è
stata posta la pietra angolare per il boom dell'industria musicale in tutta la
Germania. Paul Ehrlich ne fu l’artefice, poi la Phönix di Schmidt & Co.
seguì il suo esempio, iniziando a produrre organetti nel 1886 in Kurprinzstraße
18 (oggi Grünewaldstraße). Vi sono venti dischi in lamiera zincata del diametro
di mm.163.
O. 72. Organetto a manovella Kinder Ariston,
prodotto nel 1899 dalla Enrlich & Co a Lipsia. Lo strumento misura mm. 355
x 355 x 185 e poggia su quatto piedini di mm. 20. Funziona con dischi di
cartone del diametro di mm. 295. La parte superiore mostra il braccio metallico
radiale di pressione aderente alla piastra di lettura con diciannove fori, dai
quali spuntano le astine metalliche. Queste, in corrispondenza con i fori del
disco, si innalzano ed azionano le valvole che governano il passaggio dell’aria
alle ance. Il dipinto presente su questa parte mostra sette pueri danzanti, l’ultimo
dei quali suona il violino. Agli angoli sono raffigurati un corno, una chitarra
e tamburello, un’arpa e un tamburo. Sulla facciata destra vi è la manovella la
cui rotazione comanda la rotazione del disco e l’insufflazione dell’aria da
parte dei due mantici. Sul lato della maniglia e su quello opposto sono
raffigurati sei fanciulli in marcia con cane. Sui lati opposti ci sono cinque
fanciulli musicanti e due coppie di fanciulli danzanti. Paul Friedrich Ernst
Ehrlich (21 marzo 1849 a Reudnitz - 17 gennaio 1925 a Lipsia) era il figlio del
fornaio Friedrich August Ehrlich (1824–1866) e di sua moglie Auguste Pauline,
nata Gentzsch (1828–1895). Ha trascorso parte della sua infanzia a Döbeln.
Tornato a Lipsia, ha imparato la professione di costruttore di pianoforti e ha
lavorato per le aziende Morgenstern & Kotrade e Julius Blüthner. Dopo aver
preso parte alla guerra franco-prussiana del 1870/71, lavorò per l'azienda
produttrice di pianoforti Irmler. Ehrlich iniziò nel 1876 a costruire la
cosiddetta Organette, il primo esempio di scatola sonora a dischi di cartone.
Nel 1877 fondò la società Paul Ehrlich & Co. che nel 1880 divenne la
società per azioni Fabrik Leipziger Musikwerke, già Paul Ehrlich & Co. AG.
La Leipziger Musikwerke produceva anche altre macchine musicali, come
Aristonette, Daimonoin, Helikon, pianoforti meccanici e accessori per suonare
automaticamente pianoforti normali. Dal 1886 in poi furono aggiunti anche
strumenti senza possibilità di suonare autonomamente: organi, pianoforti per
artisti di strada, cetre a tastiera e armonium. L’azienda fallì nel 1909.
O. 73. Grammofono da tasca Mikiphone, costruito in
Svizzera, a Ste-Croix, dalla Paillard, nel 1926. È il più piccolo grammofono
mai prodotto, le sue dimensioni sono mm. 115 di diametro per 47 di altezza, sul
lato vi è la chiavetta per la carica a molla. La disposizione dell'imballaggio
è ingegnosa; il motore a molla singola con stabilizzatore di velocità a tre
cilindri è alloggiato nella parte inferiore, nella parte superiore vi è il
piatto con dei fori per accettare parti della cassa armonica, il diaframma, il
braccio e il risuonatore. Questo, usato al posto della tromba, è in due pezzi
che si adattano ai lati concavi. Sulla scatola metallica è inciso: POKET
PHONOGRAPH / MYKIPHONE / SYSTEM VADÁSZ / PATENTED IN ALL COUNTRIES, sul fondo
vi è il numero di serie 26–0067843. Si possono riprodurre dischi a 78 giri fino
a 25 cm. di diametro. L'azienda Paillard, specializzata nella produzione di
pezzi di precisione, ha sviluppato il primo grammofono tascabile al mondo: il
Mikiphone, alloggiato in una scatola nichelata grande quanto una mano. La
testina di registrazione e un risuonatore in bachelite in due pezzi dovevano
essere collegati al braccio pieghevole prima che il disco di gommalacca potesse
essere posizionato sul perno centrale del giradischi. Questa impresa di
ingegneria di precisione vinse il primo premio a un’esposizione internazionale
di musica a Ginevra nel 1927. Le Corbusier arrivò al punto di pubblicizzare il
microfono nel 1926 come una “prima dimostrazione dello spirito dell’era delle
macchine”.
O. 74. Organo da barberia Cautiniphone, organetto
a manovella per artista da strada a rulli di carta perforata, costruito nel XX
secolo. Lo strumento, tutto in massello di acero riccio, poggia su quattro
piedini e può essere portato a tracolla sostenuto da una cinghia in cuoio. Le
dimensioni del corpo sono mm. 268 x 313 x 425 mentre il somiere misura mm. 290
x 290 x 68. Sulla destra del corpo vi è la manovella per far avanzare i rulli e
azionare i mantici mentre sulla destra del somiere vi è la manovella per il
riavvolgimento. Il rullo di carta scorre sul somiere liberando le ance in
corrispondenza dei fori e queste, messe in vibrazione, producono la nota. Il
somiere presenta venti fori per le venti note; su di esso vi è una tapparella
di espressione, avvolgibile, che protegge il meccanismo e il rullo. Sul fronte
vi è la scritta, in ovale: CAUTINIPHONE / CHANTERUE / Montcenis. Il primo
organetto di questa forma è del 1890; nel 1937 Guy Cautin riprese la produzione
di questi strumenti negli Etablissements Cautin Musique a Montcenis, comune
francese situato nel dipartimento della Saona e Loira nella regione della
Borgogna-Franca.
O. 75. Fonografo per cilindri di cera, modello
Puck, costruito dalla Carette & Cie, a Norimberga, nell’ultimo decennio del
XIX secolo. Ha la base è in fusione di metallo a forma di lira, poggiante su
tre piedini di cui uno regolabile. La superficie superiore della base, in
smalto nero, è colorata con vernice dorata. Il motore, a molla singola aperta
con stabilizzatore di velocità a tre cilindri, è fissato tra due assi verticali
e viene caricato con una chiave. La vite sulla cremagliera del regolatore regola
la velocità. Una staffa con un cilindro di azionamento per il rullo di cera
viene installata separatamente. Un filo senza fine, chiuso da un involucro
metallico con rullo tenditore, trasmette la rotazione dal motore al cilindro.
La cassa armonica è fissata rigidamente su una tromba conica in alluminio
montata in modo girevole su un supporto verticale. La parte posteriore della
tromba poggia sul supporto a T vicino al rullo in posizione non operativa; la
puntina si abbassa sul cilindro e segue il solco del fonogramma durante la
riproduzione, mentre la tromba ruota sulla cerniera. Si possono riprodurre
cilindri in cera da 2 minuti, del diametro di mm. 55. George Carette naque a
Parigi, successivamente si è trasferì in Germania e fondò la società «George
Carette & Co» nel 1886 a Norimberga. Inizialmente l'azienda era conosciuta
come "Spielwaren-Industrie-Gesellschaft George Carette & Co"
(Società per la produzione di giocattoli, Georges Carette & Co.). Nel 1895
venne ribattezzata "George Carette & Co". L'azienda esistette
fino al 1917, quando Carette, rimasto cittadino francese, fu espulso in patria.
Fu il fonografo più semplice ed economico in commercio, di fabbricazione
tedesca. Facilmente azionabile, ebbe una grandissima diffusione: si ritiene che
tra il 1900 e il 1914 ne furono prodotti in Europa più di un milione di
esemplari. Queste macchine parlanti si collocavano nella fascia più bassa della
fascia di prezzo dei fonografi, si vendevano a buon mercato e talvolta ne
regalavano una gratis con l'acquisto di 24 cilindri.
O. 76. Pianoletta Mascotte ad aria, costruita
dalla ditta Giaccaglia nel 1963, brevetto n° 85101. Lo strumento si presenta
come un piccolo pianoforte con dodici tasti bianchi dal Do al Sol, otto neri e
quattro tasti di bassi. Il colore della parte inferiore è celeste mentre la
parte superiore è bianca, il tutto contornato da un listello dorato e,
anteriormente, il marchio Giaccaglia / Castelfidardo. La lunghezza è di mm.
336, la larghezza di 188 e l’altezza di 180. Sulla parte superiore vi è la
mascherina da cui esce il suono, prodotto da ance metalliche messe in
vibrazione dall’apertura della valvola comandata dal tasto. Il flusso di aria
viene prodotto da un motorino alimentato da due batterie da 4,5 V. nella parte
inferiore vi è l’interruttore per accendere il motorino. La Ditta Giaccaglia
nasce nel 1957 su iniziativa di Nello Giaccaglia nato a Loreto (AN) il
12/01/1912. Era stato caporeparto di falegnameria presso la ditta Paolo Soprani
di Castelfidardo. Insieme al maestro Bio Boccosi elaborò un metodo per
l’insegnamento della fisarmonica creando una fisarmonica giocattolo con colori
e numeri abbinata al metodo. La costruzione di queste fisarmoniche comincia a
Castelfidardo, nella sua casa di via Brno Buozzi 7. Nel 1962 si trasferisce in
un vero stabilimento, in via Bramante 9, sempre a Castelfidardo, dove vengono
prodotte fisarmoniche didattiche come la Ciuciuci, Bambi e Cucciolo e la prima
pianola ad aria con batteria: la Mascotte. Nel 1969 l’azienda si trasferisce a
Loreto Stazione in via Bordighera. Nel 1972 inizia la produzione dei primi
organi elettronici come il Pet e il Duetto, a due tastiere. L’azienda cessa la
produzione di strumenti nel 1985.
O. 77. Stylophone Dubreq, il primo mini
sintetizzatore da palmo, costruito nel 1970, a Londra. Lo Stylophone è uno
strumento musicale analogico elettronico a tastiera in miniatura suonato con
uno stilo; costituito da una tastiera metallica realizzata con un circuito
stampato, viene suonato toccandola con lo stilo. Ogni nota sulla tastiera è
collegata a un oscillatore controllato in tensione tramite una resistenza di
valore diverso e, toccando lo stilo sulla tastiera, si chiude un circuito. Gli
unici altri controlli sono un interruttore di accensione e un controllo del
vibrato sul pannello frontale accanto alla tastiera mentre un potenziometro di
accordatura si trova sul retro. Le dimensioni sono mm. 159 di lunghezza, 98 di
larghezza e 38 di altezza. Fu creato nel 1967 da Brian Jarvis e subito divenne
iconico, noto per il suo stilo divertente, il design compatto e l'esclusivo
suono retrò. È stato venduto (tra i vari testimonial pubblicitari dello
strumento vi era anche il musicista Rolf Harris) in circa tre milioni di
esemplari sotto il marchio Dubreq, soprattutto come strumento musicale
giocattolo. Lo strumento è stato utilizzato da diversi gruppi musicali o da
musicisti nelle loro incisioni: tra questi vi sono per esempio David Bowie, per
i brani Space Oddity, After All, Slip Away, i Kraftwerk, che lo hanno
utilizzato nella prima versione di Taschenrechner per ottenere i bassi, e Tim
Freese Greene (ex produttore dei Talk Talk), in alcune delle sue incisioni
uscite con il nome di Heligoland. Anche i Queen ne fecero uso nella canzone
Seven Seas Of Rhye, nell'album Queen 2.
O. 78. Casio VL-Tone VL-1 (noto come CasioTone),
costruita in Giappone nel 1981. Lo strumento, dalle dimensioni di mm. 300 x 75
x 30, combina una calcolatrice, un sintetizzatore monofonico e un sequencer.
Sulla sinistra vi è l’amplificatore e un piccolo display a LCD a otto
caratteri; nella parte superiore vi sono un comando per il volume, uno per il
bilanciamento un interruttore di ottava a tre posizioni, uno per le voci
(piano, fantasy, violino, flauto, chitarra, ADSR) e uno per l’accensione a
quattro posizioni (play, rec, call, off). Nella zona centrale vi sono dieci
pulsanti (Reset, Del, tempo ˄, tempo ˅, Rhythm, ML-C, Music, autoplay, e due
One Kay Play. Nella parte inferiore vi sono 29 pulsanti al posto della
tastiera, molto piccoli e morbidi, privi di qualsiasi sensibilità di tocco e di
risposta (da Sol a Si). Sopra i pulsanti vi sono un comando per il suono
programmabile e cinque preimpostati, dieci pattern ritmici incorporati, un
sequencer da 100 note. La modalità calcolatrice è posta sotto i pulsanti; vi
sono i numeri e i simboli delle operazioni matematiche che la calcolatrice
poteva eseguire. Sulla parte posteriore vi è un’uscita audio mono jack da mm.
3,5 e l’ingresso per un trasformatore da 6V; lo strumento è alimentato da
quattro batterie di tipo AA.
Ciao, ho appena costruito un'orchestrina meccanica itinerante, se volete passare a darci un'occhiata...c'ho messo 3 anni per costruirla!
RispondiEliminaCiao, sono molto incuriosito dalla sua orchestrina, può mandarmi i particolari al mio indirizzo collezionespada@gmail.com grazie Francesco
Elimina