B. 1. Violino anonimo costruito probabilmente
in Italia nel '700 e restaurato nell'Ottocento. Lo strumento presenta, infatti,
il tipico “ammodernamento” costituito dal rialzo della tastiera e un restauro
con inserimento di due pezzi di abete sulle parti laterali della tavola. Il
violino presenta una bellissima vernice, la tavola è in abete mentre le fasce e
il fondo, in due pezzi e con un doppio filetto, sono in acero di ottima
qualità. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 594; lunghezza cassa mm
359; lunghezza tastiera mm 272; larghezza cassa parte sup. mm 187; larghezza
cassa parte inf. mm 201; larghezza cassa alle rientranze mm 109; altezza fasce
mm 30, mm 33; lunghezza vibrante mm 327; lunghezza effe mm 72; distanza minima
effe mm 42; distanza massima effe mm 134.
B. 2. Violino francese anonimo, seconda metà
del ‘700. Ricercatissima scelta dei legni: la tavola (restaurata due volte) è
in abete rosso a venature fitte e regolari e una doppia filettatura sui bordi.
Il fondo, in un pezzo unico, e le fasce (restaurate anch’esse) sono in acero
con marezzatura media e doppia filettatura. In acero marezzato sono anche la
testa, il riccio e il manico. La tastiera, la cordiera e i piroli sono in
ebano, corde e reggicordiera in budello. La vernice, di ottima qualità e ben
conservata, è originale. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 596;
lunghezza cassa mm 362; lunghezza tastiera mm 273; larghezza cassa parte sup.
mm 169; larghezza cassa parte inf. mm 205; larghezza cassa alle rientranze mm
111; altezza fasce mm 29, mm 31; lunghezza vibrante mm 328; lunghezza effe mm
72; distanza minima effe mm 39; distanza massima effe mm 131.
B. 3. Violino italiano, fine ‘700, costruito
dal liutaio Guseto. Nicola Guseto, liutaio fiorentino, lavorò a Cremona dal
1785 al 1830, adottando modelli tedeschi e usando legni scelti. Questo
strumento, molto simile al celebre violino di François Chanot (1788 Mirecourt -
1825 Rochefort) e ripreso anche da Utili alla fine dell’ottocento, presenta una
forma inconsueta a chitarra, mancando le punte delle “C” e avendo le “effe” a
forma di fiamma. La tavola è in abete a filettatura larga, il fondo e le fasce
sono in acero, la vernice gialla, il riccio molto piccolo ma elegante e la
tastiera ebanizzato. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 598; lunghezza
cassa mm 364; lunghezza tastiera mm 275; larghezza cassa parte sup. mm 168;
larghezza cassa parte inf. mm 205; larghezza cassa alle rientranze mm 106;
altezza fasce mm 27, mm 29; lunghezza vibrante mm 331; lunghezza fiamme mm 86;
distanza minima fiamme mm 53; distanza massima fiamme mm 118.
B. 4. Violino napoletano, primo decennio XX
sec., “Liuteria Fratelli Vinaccia fu Pasquale, fornitori della Real Casa
d'Italia”, piroli, tastiera, e cordiera in ebano, fondo in due parti e fasce in
acero, piano armonico in abete, doppio filetto sulla tavola e sul fondo. Le sue
dimensioni sono: lunghezza totale mm 590; lunghezza cassa mm 355; lunghezza
tastiera mm 274; larghezza cassa parte sup. mm 165; larghezza cassa parte inf.
mm 206; larghezza cassa alle rientranze mm 108; altezza fasce mm 28, mm 30;
lunghezza vibrante mm 325; lunghezza effe mm 72; distanza minima effe mm 40;
distanza massima effe mm 133.
B. 5. Violino anonimo, costruito alla fine del
XIX secolo. La tavola è in abete con una doppia filettatura, il fondo (in due
parti) e le fasce sono in acero finemente marezzato, la tastiera è in ebano
mentre piroli, cordiera e bottone sono in palissandro. Le sue dimensioni sono:
lunghezza totale mm 594; lunghezza cassa mm 361; lunghezza tastiera mm 272;
larghezza cassa parte sup. mm 167; larghezza cassa parte inf. mm 206; larghezza
cassa alle rientranze mm 108; altezza fasce mm 32, mm 33; lunghezza vibrante mm
332; lunghezza effe mm 71; distanza minima effe mm 41; distanza massima effe mm
125.
B. 6. Violino tedesco, di tipica fattura
tirolese molto alto all’anima, probabilmente costruito alla metà del
settecento. Successivamente, come moltissimi strumenti dell’epoca, ha subito il
cambio del manico che dovrebbe risalire alla metà dell’ottocento. La vernice in
alcuni punti è molto consumata ma il suono è ancora buono. Il fondo e le fasce
sono in acero, la tavola in abete, la tastiera, i piroli e la cordiera in
ebano. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 584; lunghezza cassa mm 354;
lunghezza tastiera mm 272; larghezza cassa parte sup. mm 160; larghezza cassa
parte inf. mm 207; larghezza cassa alle rientranze mm 105; altezza fasce mm 27,
mm 28; lunghezza vibrante mm 328; lunghezza effe mm 74; distanza minima effe mm
45; distanza massima effe mm 118.
B. 7. Violino tedesco, il cartiglio reca la
dicitura: Aug. Clemens Glier / Musikinstrumenten Fabrik / Markneukirchen i. S.
Questo liutaio fu attivo tra la fine del XIX secolo e il 1939 a Markneukirchen
in Imosenstrasse. Vernice molto consumata, piano armonico in abete di ottima
qualità a filettatura larga, punte delle C pronunciate, fondo in due pezzi di
acero, fasce alte, cassetta dei piroli a pareti sottili, cordiera, piroli e
tastiera in ebano. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 593; lunghezza cassa
mm 361; lunghezza tastiera mm 273; larghezza cassa parte sup. mm 172; larghezza
cassa parte inf. mm 211; larghezza cassa alle rientranze mm 106; altezza fasce
mm 33, mm 34; lunghezza vibrante mm 332; lunghezza effe mm 72; distanza minima
effe mm 40; distanza massima effe mm 128.
B. 8. Violino italiano metà ’800 di forma
stradivariana, tavola in abete con filetto interno largo, fondo, in due pezzi e
fasce in acero, sul fondo vi è un’immagine di città fluviale (Cremona?) e
personaggi sulla barca, manico basso, tastiera in ebano. Le sue dimensioni
sono: lunghezza totale mm 593; lunghezza cassa mm 360; lunghezza tastiera mm
272; larghezza cassa parte sup. mm 168; larghezza cassa parte inf. mm 208;
larghezza cassa alle rientranze mm 109; altezza fasce mm 32, mm 33; lunghezza
vibrante mm 328; lunghezza effe mm 77; distanza minima effe mm 39; distanza
massima effe mm 129.
B. 9. Viola, databile al secondo decennio del
XX secolo, cartiglio recante la scritta: Ernst Heinrich Roth / Bubenreuth
Erlangen / Josef Guarnerius. Questo liutaio (1877-1948), figlio di Gustav
Robert liutaio in Markneukirchen, nel 1902 apre una sua bottega e costruisce
strumenti ad arco con grandissima maestria tanto da diventare il miglior
liutaio tedesco del primo novecento. Lo strumento, delle dimensioni di un
Guarneri, ha il piano armonico in abete, la filettatura larga, le fasce e il
fondo in due pezzi di acero, la tastiera, il capotasto e il contorno dello
zocchetto del manico sono in ebano. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm
669; lunghezza cassa mm 407; lunghezza tastiera mm 310; larghezza cassa parte
sup. mm 197; larghezza cassa parte inf. mm 238; larghezza cassa alle rientranze
mm 127; altezza fasce mm 37, mm 38; lunghezza vibrante mm 369; lunghezza effe
mm 92; distanza minima effe mm 50; distanza massima effe mm 153.
B. 10. Viola da braccio tenore, italiana. Il
cartiglio interno reca la scritta: IOSEPH NADOTTI FECIT / PLACENTIÆ 1789.
Giuseppe Nadotti, liutaio piacentino, attivo fino al 1790, costruiva strumenti
di pregevolissima fattura ispirati ai modelli di Amati. La viola da braccio
tenore si colloca, come estensione e accordatura, in una posizione intermedia
tra il violoncello e la viola ed era usata per la quarta voce nelle partiture a
cinque voci (violini primi, violini secondi, viola da braccio, viola da braccio
tenore e violoncello). Questo strumento, armato con quattro corde in budello,
ha una voce calda e forte di taglia tenorile. La tavola è in abete rosso con
venature fitte e regolari e due ordini di doppia filettatura. Le fasce e il
fondo (in due parti), anch’esso con due ordini di doppia filettatura, sono in
acero scarsamente marezzato, la vernice è gialla. Il manico e il ricciolo sono
in acero non marezzato, la tastiera in ebano e la cordiera di legno ebanizzato,
mentre il puntale, in acciaio, è moderno. Le sue dimensioni sono: lunghezza
totale mm 945; lunghezza cassa mm 504; lunghezza tastiera mm 458; larghezza
cassa parte sup. mm 287; larghezza cassa parte inf. mm 239; larghezza cassa
alle rientranze mm 167; altezza fasce mm 46, mm 48; lunghezza vibrante mm 552;
lunghezza effe mm 94; distanza minima effe mm 61; distanza massima effe mm 184.
B. 11. Violoncello di liuteria tedesca, costruito
probabilmente intorno al 1870. La tavola armonica è in abete e presenta una
crepa sul lato sinistro perfettamente restaurata. Il fondo, in due parti, e le
fasce sono in acero, la tastiera e la cordiera sono in ebano. Tutte le parti
sono originali tranne la vernice ripresa durante il restauro. Il suono è
particolarmente forte e caldo, specie nei bassi. Presenta un cartiglio interno
con la dicitura: ANTONIO STRADIVARIUS. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale
mm 1231; lunghezza cassa mm 762; lunghezza tastiera mm 602; larghezza cassa
parte sup. mm 347; larghezza cassa parte inf. mm 444; larghezza cassa alle
rientranze mm 244; altezza fasce mm 114, mm 119; lunghezza vibrante mm 692.
B. 12. Violoncello ungherese, dimensioni 7/8,
costruito nel 1912, il cartiglio riporta la scritta: Braun Antal
Hangszerkészítő Temesvár Belváros (liutaio Braun Antal attivo nel centro della
città di Temesvár). Temesvár o Timișoara
oggi si trova in Transilvania (Romania) ma fino al 1918 era una regione
ungherese. La tastiera è ebanizzato, i piroli e cordiera sono in ebano, il
fondo in due parti e le fasce in acero, la tavola in abete massello. Le sue
dimensioni sono: lunghezza totale mm 1138; lunghezza cassa mm 672; lunghezza
tastiera mm 546; larghezza cassa parte sup. mm 328; larghezza cassa parte inf.
mm 423; larghezza cassa alle rientranze mm 218; altezza fasce mm 109, mm 114;
lunghezza vibrante mm 636.
B. 13. Contrabbasso ungherese XIX sec. manifattura
di Szegedi, liutaio Butor Vallalat, tastiera ebanizzato, fondo e fasce con
listello di rinforzo sui bordi, tavola armonica in abete massello; in origine a
quattro corde è stato ridotto a tre corde per suonare musica popolare, corde
originali di budello.
B. 15. Sordino (violino muto o pochette), Italia,
fine XIX sec., tastiera ebanizata, fondo, tavola e fasce in abete, forma
vagamente tronco-piramidale, con due piccole aperture ai bordi laterali e una
centrale a forma di T.
B. 16. Violino Stroh, strumento dei primi anni del
XX secolo, anonimo, costituito da un violino cui manca la cassa, sostituita da
un corpo centrale, su cui poggiano il ponticello e la mentoniera, che trasmette
i suoni a un risuonatore, posto sotto il corpo centrale e collegato a una
tromba in ottone, parallela al manico, che amplifica i suoni. Manico, corpo e
mentoniera sono in acero mentre piroli, tastiera e reggicordiera sono in legno
ebanizzato. John Matthias Augustus Stroh, ingegnere elettrico a Londra, nel
1899 brevettò un violino che utilizzava una membrana vibrante in una cassa
metallica per produrre il suono. Il suono non era granché ma aveva la
particolarità di essere potente e soprattutto direzionale. Questa
caratteristica fu utilizzata da Edison per convogliare il suono verso la
campana del dittafono, strumento che incideva i rulli di cera poi ascoltabili
attraverso il fonografo.
B. 17. Jap Stroh fidle, (fhono-fidle) dei primi
anni del XX secolo. Questo strumento, utilizzato per le prime incisioni
fonografiche, è costituito da una tastiera con una sola corda di lunghezza
vibrante di 63 mm., all'estremità inferiore vi sono due alette che permettono
di tenere lo strumento tra le gambe mentre, sotto il ponticello, è posta una
membrana e un risuonatore, collegato a una tromba in ottone parallela al
manico, che amplifica i suoni. Sul risuonatore vi è la dicitura TRADE MARK.
FHONO-FIDLE / A. S. HOMSON / REG. NO. 287991. Sulla campana vi è il numero
ventuno, sul manico è inciso DOUGLAS & Co / 7 SOTH ST. / LONDON E.C / REGD
N0 423256. Di norma questo strumento era accordato su Re3 (cioè un tono sopra
al do centrale, corrispondente alla terza corda del violino). La finalità era
di costruire un soprano molto efficace nell'esecuzione melodica (e molto
facile, visto che ha una corda sola).
B. 18. Violino a cinque corde (quintone o dessus)
sorta di piccola viola da gamba da suonare come un violino. Il cartiglio reca
la dicitura: Emanuel Hüller, / Musik – instrumentenerzeugung / GRASLITZ,
Kirchplatz 790 / (Böhmen.). Questo liutaio, insieme ad altri tre della sua
famiglia, fu attivo a Graslitz, l’attuale Kraslice in Repubblica Ceca, fino
all’inizio del XX secolo, costruendo anche strumenti a fiato. Piano armonico in
abete, le C non hanno la punta inferiore, per cui lo strumento somiglia, nella
parte inferiore a una chitarra, le effe presentano un foro quadrato al centro
verso il ponticello, fondo in due pezzi, le fasce e il manico sono in acero, la
tastiera in ebano. Molto inconsueta è la cassetta in cui, al posto dei piroli,
appaiono cinque meccaniche; al posto del riccio è scolpita una testa di leone.
Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 587; lunghezza cassa mm 357;
lunghezza tastiera mm 288; larghezza cassa parte sup. mm 184; larghezza cassa
parte inf. mm 208; larghezza cassa alle rientranze mm 106; altezza fasce mm 31,
mm 32; lunghezza vibrante mm 334; lunghezza effe mm 76; distanza minima effe mm
41; distanza massima effe mm 125.
B. 19. Violoncello recante un cartiglio interno
con la dicitura: Giov Battista Fabricatore fecit / Anno 1777 in S.M. dell’Ajuto
/ Napoli. La tavola armonica è in abete contornata da una doppia filettatura e
presenta una crepa sul lato sinistro perfettamente restaurata. Il fondo, in un
solo pezzo, e le fasce sono in acero, la tastiera e la cordiera sono in ebano,
la vernice è rosso-marrone. Il puntale non è originale. Dimensioni: lunghezza
totale mm 1234; lunghezza cassa mm 762; lunghezza tastiera mm 691; larghezza
cassa parte sup. mm 351; larghezza cassa parte inf. mm 441; larghezza cassa
alle rientranze mm 247; altezza fasce mm 130, mm 131; lunghezza vibrante mm
608; diapason tavola 404; lunghezza effe mm 142; distanza minima effe mm 104;
distanza massima effe mm 252.
B. 20. Violoncello piccolo francese recante un
cartiglio interno con la dicitura: medaglia / Jerome Thibouville Lamy 1905 /
Luthiers / 72 Rue Rèaumur / Paris. La tavola armonica è in abete contornata da
una doppia filettatura, il fondo, in due pezzi, e le fasce sono in acero, la
tastiera e i piroli sono in noce, la cordiera è in ebano, la vernice è
rosso-marrone. Sul fondo vi è un vecchio e molto vistoso restauro. Lo strumento
è particolare per le sue dimensioni; lunghezza totale mm 1023; lunghezza cassa
mm 627; lunghezza tastiera mm 506; larghezza cassa parte sup. mm 285; larghezza
cassa parte inf. mm 368; larghezza cassa alle rientranze mm 204; altezza fasce
mm 114, mm 116; lunghezza vibrante mm 586; diapason tavola 334; lunghezza effe
mm 112; distanza minima effe mm 86; distanza massima effe mm 196.
B. 21. Violino italiano anonimo, costruito alla
fine del XIX secolo. La tavola è in abete con una doppia filettatura, il fondo
(in due parti) e le fasce sono in acero marezzato, la tastiera e la cordiera
sono in palissandro. La lunghezza totale è di mm. 595, la cassa mm. 361,
larghezza massima 203, minima 166, tastiera mm. 269, fasce mm. 32, mm 33,
lunghezza effe mm.56, distanza minima tra le effe mm 50, massima tra le effe mm
124, diapason mm 322.
B. 22. Viola d’amore francese costruita da Eduard
Laube nei primi decenni del XIX secolo su modello delle viole d’amore costruite
da Mathias Griesser nel 1727. Questo liutaio, tedesco di nascita, si trasferì a
Mirecourt e divenne uno dei più apprezzati liutai del suo tempo. Lo strumento è
armato con cinque corde di canto, in metallo, e sei corde che vibrano per
simpatia, in materiali diversi (due in rame, due in acciaio, due in oro). Tutte
le corde partono dai piroli alloggiati nel lungo cavigliere. Quelle di canto
seguono il tragitto consueto mentre quelle di risonanza passano sotto la
tastiera, attraversano il ponticello passando tra appositi fori sotto il
margine superiore e finiscono su sei piroletti infissi all’estremità inferiore
dello strumento. Il piano è in abete, il fondo, piatto, e le fasce sono in acero
mentre la tastiera è in ebano. La cassa ha una forma a volute con una bombatura
tra le punte delle "C" e i fori armonici sono a effe e vi è una
piccola rosetta intagliata al margine inferiore della tastiera. Lo strumento è
lungo mm. 803, largo mm. 276, le fasce hanno un’altezza da mm. 46 a sessanta,
diapason mm. 369. Sul fondo vi è, marchiato a fuoco, la scritta: E. LAUBE.
B. 24. Accordatori ad ancia metallica databili tra
la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Il primo, contenuto in una custodia
metallica di mm. 42 emette la nota La, il secondo, contenuto in una custodia
metallica di mm. 37, emette la nota La il terzo, contenuto in una custodia
metallica di mm. 42 emette la nota La il quarto è costituito da quattro
cilindri che emettono le note Sol, Re, La, Mi, il quinto è sormontato da una
meccanica semicircolare con incise tutte le note che, ruotando interrompe
l’ancia vibrante a varie altezze, emette la scala cromatica.
B. 25. Archetti databili tra il XIX e il XX
secolo. Il primo è un arco per contrabbasso del XIX secolo, con impugnatura
alla tedesca lungo mm. 660, di fattura popolare. Il secondo è un arco per
contrabbasso della fine del XIX secolo, armato con crine di cavallo nero, della
lunghezza di mm. 635, bacchetta in pernambucco, il nasetto in ebano con
occhietti in madreperla. Il terzo è un arco per violoncello, bacchetta di legno
chiaro, nasetto in ebano occhietti in madreperla, bottone in ebano, fasciatura
di pelle, lungo mm. 715. Il quarto è un arco per violoncello, bacchetta di
legno chiaro, nasetto in ebano occhietti in madreperla, bottone in nichel,
fasciatura in cotone, lungo mm. 698. Il quinto è un arco per violoncello,
bacchetta di legno chiaro a sezione ottagonale, nasetto in ebano con cerchietti
in madreperla, bottone in nichel, fasciatura di pelle, lungo mm. 727. Il sesto
è un arco per viola, di fattura modesta, bacchetta in legno chiaro verniciato
rosso, nasetto in ebano, bottone in ottone, fasciatura di pelle, armato con
crine di cavallo nero, lungo mm. 681. Il settimo è un arco per violino,
bacchetta di legno scuro, nasetto in ebano con occhietti in madreperla, bottone
in nichel, fasciatura di pelle, lungo mm. 721. L’ottavo è un arco per violino,
bacchetta di legno scuro, nasetto in ebano con occhietti e cerchietti in
madreperla, bottone in nichel ed ebano, fasciatura di pelle e metallo, lungo
mm. 726. Il nono è un arco per violino, bacchetta di legno scuro a sezione
ottagonale, nasetto di legno chiaro con occhietti in madreperla, bottone in
nichel ed ebano, fasciatura di pelle e rame, lungo mm. 733. Il decimo è un arco
per violino, bacchetta di legno scuro, nasetto in ebano con occhietti in
madreperla, bottone in nichel ed ebano, lungo mm. 717. L’undicesimo è un arco
per violino, bacchetta di legno scuro a sezione ottagonale, nasetto in ebano,
bottone in nichel, senza crini, lungo mm. 724. Il dodicesimo è un arco per
violino, bacchetta di legno scuro a sezione ottagonale, nasetto in ebano con
occhietti in madreperla, bottone in nichel ed ebano, senza crini, lungo mm.
731. Il tredicesimo è un arco per violino, bacchetta di legno rosso a sezione
ottagonale, nasetto in ebano con occhietti in madreperla, bottone in nichel ed
ebano, senza crini, lungo mm. 722. Il quattordicesimo è un arco per violino,
bacchetta di legno rosso, nasetto in ebano con occhietti in madreperla, bottone
in nichel ed ebano, fasciatura in metallo, lungo mm. 586. Il quindicesimo è un
arco per violino piccolo, bacchetta in legno rosso, nasetto in ebano con
occhietti in madreperla, bottone in nichel, fasciatura di pelle e metallo,
lungo mm. 536. Il sedicesimo è un arco per ukelin, bacchetta di legno chiaro
dipinta in rosso, nasetto in ebano con occhietti in madreperla, bottone in
nichel, fasciatura in metallo, lungo mm. 448.
B. 26. Sordine per violino costruite tre la fine
del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. La piccola collezione è
costituita da diciotto sordine di cui nove in ebano, cinque in metallo, due in
bachelite, una in pero e una in cuoio.
B. 28. Violino italiano recante un cartiglio
interno con la dicitura: Joannes Franciscus Celoniatus / fecit Taurini Anno
1734. Giovanni Francesco Celoniato (1702 - 1750) ha lavorato a Torino dal 1730
al 1750, allievo di Giofredo Cappa (1644-1717), si distinse per la scelta dei
legni (acero ma anche pioppo e oppio) e per la cura della lavorazione. Lo
strumento presenta il tipico “ammodernamento” costituito dal rialzo della
tastiera con l’inserimento di un cuneo di legno e l’avvicinamento della catena.
Il piano armonico è in abete rosso con doppia filettatura e C chiuse, fasce e
fondo (intero) sono in acero marezzato, tastiera, piroli e reggicordiera in
ebano. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 594; lunghezza cassa mm 354;
lunghezza tastiera mm 275; larghezza cassa parte sup. mm 166; larghezza cassa
parte inf. mm 198; larghezza cassa alle rientranze mm 111; altezza fasce mm 31,
mm 32; lunghezza vibrante mm 330; lunghezza effe mm 66; distanza minima effe mm
50; distanza massima effe mm 117.
B. 29. Pochette di viola d’amore, di costruzione
popolare, databile tra la fine del XVIII secolo, probabilmente francese. Lo
strumento è in legno di tiglio in un blocco unico scavato all’interno, quindi
senza fasce. La lunghezza totale di mm. 538 mentre il diapason è di mm. 288. Il
riccio è incompleto, a uncino, il capotasto in osso, la cassa dei piroli ne
ospita otto, quattro per le corde tastate e quattro per quelle di simpatia che
scorrono sotto la tastiera. Il piccolo ponticello (non originale come la cordiera)
alloggia tra due effe di fattura approssimativa, le corde sono di budello
quelle di canto e metalliche le altre mentre i piroli sono in palissandro.
B. 30. Violino il cui cartiglio interno reca la
scritta: ANTONIUS BRAUN / FABRICANT DE INSTRUMENTE MUSICALE / TEMESVARINI ANNO
1930. Anton Braun (1877-1927) iniziò l’attività di liutaio nel 1896 nella città
austro-ungarica di Temesvár / Temeswar. Aveva imparato l’arte da suo padre e
suo fratello maggiore (Johannes) nell’officina fondata da C. W. Richter nel
1867 a Szeged. Quando morì nel 1928 suo figlio Anton Michael Braun (1911-1978)
rilevò l'attività, poi (dal 1958), si dedicò esclusivamente alla costruzione di
sassofoni. La tavola è in abete con una doppia filettatura, il fondo (in due
parti) e le fasce sono in acero marezzato, la tastiera e la cordiera sono in
palissandro. Sulla custodia vi è una targhetta con la dicitura: A. BRAUN /
FABRICANT DE INSTRUMENTE MUSICALE / TIMIŞOARA (CETATE).
B. 33. Viola da braccio tenore italiana, anonima,
di fattura piuttosto popolare, costruita probabilmente nella prima metà del XIX
secolo lungo l’arco alpino e successivamente restaurata in maniera
approssimativa ai primi del Novecento, epoca a cui risale la cordiera. Le
caratteristiche morfologiche di questo strumento sono tipiche della viola da
braccio italiana: fondo leggermente bombato, fasce non molto alte, spalle
rotonde, unite al manico ad angolo acuto, tavola armonica e fondo con bordi
sporgenti e spigoli, catena interna longitudinale, fori a ff, manico stretto,
corde relativamente grosse in numero di 4, suono pieno e rotondo, cordiera
annodata con un corda di minugia al bottone in cui vi è il foro per il puntale
fissato nella parte inferiore dello strumento. La viola tenore era suonata
poggiata sulla spalla destra ma, essendo una posizione scomoda, più spesso era
tenuta tra le gambe. La tavola è in abete mentre il fondo e le fasce sono in
acero, la tastiera è in legno ebanizzato e verniciato e la vernice è piuttosto
scura e pesante. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 921; lunghezza
cassa mm 559; lunghezza tastiera mm 415; larghezza cassa parte sup. mm 248;
larghezza cassa parte inf. mm 315; larghezza cassa alle rientranze mm 165;
altezza fasce mm 63, mm 85; lunghezza vibrante mm 525; lunghezza effe mm 115;
distanza minima effe mm 75; distanza massima effe mm 185. L’accordatura è
all’ottava inferiore rispetto al violino (Sol, Re, La, Mi).
B. 34. Bacchetta da conduttore d’orchestra in
legno ebanizzato con tre inserti in argento con decorazioni floreali alla
punta, al centro e alla testa. I punzoni della testa datano la bacchetta al
1923 a Londra mentre sulla ghiera centrale vi sono le iniziali F. D.
verosimilmente quelle del direttore a cui fu donata. La lunghezza totale è di
mm. 461 con un diametro alla testa di mm. 20 e 7 alla punta.
B. 35. Bacchetta da direttore d’orchestra in ebano
con impugnatura e ghirlanda centrale in argento. Sulla ghirlanda, a fregi e
volute floreali, vi è inciso: PRESENTED / TO / MR EASTEN LEE / BY THE / members
of the / FIRESIDE BAND mentre sull’impugnatura vi è la data: 17/6/99. La
lunghezza totale è di mm. 383.
C. 1. Chitarra francese anonima, probabilmente
della scuola di Mirecourt, attiva in Francia dalla metà del ‘700. Lo strumento,
di tipica impostazione settecentesca, ha la tavola in un unico pezzo di abete,
con filettature in ebano, cinque intorno alla buca e tre sul contorno. Il
fondo, in due parti, e le fasce sono in acero, la tastiera, la paletta e i
piroli in ebano e il manico in noce. La paletta, tipicamente a 8, è innestata a
V sul manico. La tavola armonica prosegue sul manico e presenta sei tasti metallici
mentre la tastiera, sullo stesso piano della tavola, ne presenta undici. In
avorio sono tre bottoni per la cinghia, il fondo del tacco, la parte superiore
del ponticello e dei piroli i quali presentano sulla testa una decorazione in
madreperla. Misure: lunghezza totale mm 940; lunghezza cassa mm 427; lunghezza
manico mm 316; larghezza cassa parte sup. mm 209; larghezza cassa parte inf. mm
270; larghezza cassa alle rientranze mm 158; altezza fasce mm 66, mm 78 ;
lunghezza vibrante mm 648; diametro buca mm 82.
C. 2. Chitarra napoletana Il cartiglio interno
reca la dicitura: Gennaro Fabricatore / anno1820 Napoli / Strada S. Giacomo N
42. La tavola è in abete e presenta una ricca decorazione floreale in ebano
sulla parte inferiore mentre la buca, i bordi e il contorno della tastiera sono
abbelliti da una quadrupla filettatura di ebano e osso di balena alternati.
Fondo e fasce sono in acero marezzato, la tastiera, in ebano, continua
incassata nella tavola per gli ultimi otto tasti. Il manico e la paletta sono
impiallacciati in ebano, vi sono diciannove tasti in ottone e un bottone
reggicorda in avorio, il ponticello e i sei piroli non sono originali.
Dimensioni: lunghezza totale mm 941; lunghezza cassa mm 457; lunghezza manico
mm 308; larghezza cassa parte sup. mm 225; larghezza cassa parte inf. mm 298;
larghezza cassa alle rientranze mm 167; altezza fasce mm 85, mm 104; lunghezza
vibrante mm 645; diametro buca mm 80.
C. 3. Chitarra lombarda anonima, fine XVIII
sec. la paletta, tipicamente a otto, e il manico sono ebanizati, i piroli sono
in ebano. La paletta è innestata a┌┐sul manico, la tastiera, ebanizzata,
presenta diciannove tasti in ottone. Il fondo, in un unico pezzo, e le fasce
sono in acero, la tavola, in un unico pezzo, è in abete rosso con una tripla
filettatura scura ripetuta anche intorno alla buca e alla tastiera. Le misure
sono: lunghezza totale mm 908; lunghezza cassa mm 434; lunghezza manico mm 305;
larghezza cassa parte sup. mm 238; larghezza cassa parte inf. mm 298; larghezza
cassa alle rientranze mm 175; altezza fasce mm 64, mm 79; lunghezza vibrante mm
608; diametro buca mm 76.
C. 4. Chitarra italiana anonima, area
lombardo-veneta, fine ‘700, tavola armonica in un unico pezzo di abete rosso
con quadrupla filettatura sul bordo e intorno alla buca e fregi in madreperla
intorno alla stessa. Il fondo, in un unico pezzo con un vecchio e vistoso
restauro, e le fasce sono in acero. La paletta a otto, innestata a V sul
manico, la tastiera, che porta diciotto tasti metallici, e il manico sono in
palissandro ebanizato, i piroli sono in ebano. Misure: lunghezza totale mm 882;
lunghezza cassa mm 430; lunghezza manico mm 309; larghezza cassa parte sup. mm
230; larghezza cassa parte inf. mm 299; larghezza cassa alle rientranze mm 169;
altezza fasce mm 69, mm 78; lunghezza vibrante mm 606; diametro buca mm 78.
C. 5. Chitarra a 9 corde, italiana, metà '800.
Il cartiglio interno reca la dicitura: Fabbrica / d’istrumenti da corda /
Pasquale Rutigliano / Corato. Manico e paletta in noce, piroli a vite,
capotasto in osso, diciassette tasti metallici, fondo in due parti, fasce e
tavola in abete, fregi in cuoio nero applicati sul fondo della tavola mentre
intorno al manico e alla buca i fregi sono dipinti con inchiostro nero. Questo
strumento rappresenta un esempio unico della liuteria popolare pugliese. Le
corde sono nove; le prime tre sono costituite da cori di due corde accordate
all’ottava mentre le tre corde di canto sono singole. Particolare è la
meccanica costituita dalla meccanica di una chitarra battente (a dieci corde)
per cui un pirolo era inutilizzato. Altra peculiarità è la presenza di una
controfascia (noce?) sulla parte superiore della fascia. Dimensioni: lunghezza
totale mm 932; lunghezza cassa mm 441; lunghezza manico mm 306; larghezza cassa
parte sup. mm 243; larghezza cassa parte inf. mm 305; larghezza cassa alle
rientranze mm 155; altezza fasce mm 79, mm 90; lunghezza vibrante mm 632;
diametro buca mm 84.
C. 6. Chitarra pugliese, ultimo decennio
dell’Ottocento, cartiglio recante la dicitura “Fabbrica di strumenti musicali a
corda / Vito Garganese fu Vito / di Monopoli”. Fondo in un unico pezzo e fasce
in pioppo, forma a 8 molto pronunciata, piano armonico in abete, manico in
pioppo, tastiera ebanizzata con diciotto tasti e fregi in madreperla, meccanica
di restauro. I legni presentano una mordenzatura molto scura. Dimensioni:
lunghezza totale mm 968; lunghezza cassa mm 465; lunghezza manico mm 317;
larghezza cassa parte sup. mm 263; larghezza cassa parte inf. mm 345; larghezza
cassa alle rientranze mm 205; altezza fasce mm 84, mm 92; lunghezza vibrante mm
642; diametro buca mm 84.
C. 7. Chitarra pugliese, costruita nel 1927,
il cartiglio reca la dicitura FABBRICA DI STRUMENTI MUSICALI A CORDA / Premiata
all'Esposizione di Torino 1898 / VITO GARGANESE FU VITO / MONOPOLI (Italia) /
firma autografa 1927. Fondo unico e fasce in acero marezzato, tavola in abete
con triplo filetto in ebano, manico in palissandro. Tastiera in palissandro con
diciotto tasti e fregi in madreperla, meccanica originale con farfalle in osso.
Dimensioni: lunghezza totale mm 918; lunghezza cassa mm 437; lunghezza manico
mm 309; larghezza cassa parte sup. mm 235; larghezza cassa parte inf. mm 299;
larghezza cassa alle rientranze mm 155; altezza fasce mm 75, mm 86; lunghezza
vibrante mm 625; diametro buca mm 85.
C. 8. Chitarra italiana, metà '800, manico e
paletta ebanizzato, piroli a vite, diciotto tasti metallici, fondo in due parti
e fasce in acero, tavola armonica in abete rosso con fregi in madreperla.
C. 9. Chitarra siciliana, circa 1860, liutaio
Giuseppe Puglisi, capostipite della famosa famiglia di liutai catanesi. Manico
e paletta ebanizati, piroli a vite, capotasto in avorio, diciassette tasti
metallici, pioli in osso, fondo e fasce in acero, tavola in abete rosso
filettato e madreperla. Il cartiglio interno, tondo, reca la dicitura: casa …..
Sicilia Giuseppe Puglisi con il simbolo dell’aquila in centro. Dimensioni:
lunghezza totale mm 940; lunghezza cassa mm 443; lunghezza manico mm 306;
larghezza cassa parte sup. mm 244; larghezza cassa parte inf. mm. 307;
larghezza cassa alle rientranze mm 172; altezza fasce mm. 69, mm. 69; lunghezza
vibrante mm 604; diametro buca mm 70.
C. 10. Chitarra siciliana, il cartiglio interno
mostra la scritta: G. PUGLISI-REALE & FIGLI / STRUMENTI MUSICALI A CORDA /
PRIMO STABILIMENTO ITALIANO / ape in cerchio / PER LA FBBRICAZIONE DI /
STRUMENTI MUSICALI A CORDA / CATANIA. La tavola è in abete e presenta una ricca
decorazione in ebano e pasta d’avorio sui bordi e intorno alla buca, il
ponticello è in legno intagliato e vi è un ricco fregio a forma di farfalla in
tartaruga, madreperla e pasta d’avorio sotto la buca. Sulla tavola vi è anche
il marchio in ovale. Il fondo, in due parti, e le fasce sono in palissandro. Il
manico e la paletta sono ebanizati e la tastiera monta diciotto tasti in
ottone.
C. 11. Chitarra da flamenco, spagnola, prodotta
dalla ditta Ibáñez nell’ultimo quarto del XIX secolo. Il cartiglio interno
mostra la dicitura: parte illeggibile ANO / SALVADOR IBANEZ / BAJADA Sn.
Francisco / 23 VALENCIA (ESP) / SERIE N°. Tipico strumento popolare spagnolo da
flamenco con fasce molto alte, tastiera larga a diciotto tasti metallici e
forma a otto molto pronunciata. Tavola in abete, disegni con inchiostro nero
intorno alla buca, fondo e fasce in acero, paletta in noce, capotasto in osso e
meccanica a piroli. Dimensioni: lunghezza totale mm 930; lunghezza cassa mm
445; lunghezza manico mm 328; larghezza cassa parte sup. mm 242; larghezza
cassa parte inf. mm 302; larghezza cassa alle rientranze mm 200; altezza fasce
mm. 88, mm. 92; lunghezza vibrante mm 635; diametro buca mm 79.
C. 12. Chitarra spagnola a sei corde costruita
nella seconda metà del XIX secolo e importata in Italia, prodotta nella seconda
metà del secolo scorso. Tavola in abete, fondo e fasce in acero, paletta in
noce e meccanica a piroli. Il cartiglio interno reca la dizione: Maccolini –
Viscardo / via Cesare Correnti, 7 Milano / speciali - musica popolare / cetre,
mandolini, chitarre violini / corde armoniche / ocarine, accessori, ecc. La
bella fattura dello strumento e le dimensioni lievemente ridotte possono farla
attribuire a Torres o Pages, le meccaniche sono a farfalla tipo Aguado. Lo
strumento ha una tavola in abete e un ricco decoro floreale intorno alla buca,
fondo e fasce in acero. La tastiera, in ebano, è l’unica parte non originale
perché restaurata dal liutaio Pio Montanari di Genova.
C. 13. Chitarra anonima, la cassa è probabilmente
spagnola, costruita in area valenciana nel secondo decennio del XX secolo
(Andres Martin?) mentre il manico sembra tedesco. Lo strumento ha il fondo, in
due parti, e le fasce in palissandro, la tavola in abete di ottima qualità con
venature regolari e fitte contornate da una triplice filettatura bianca, il
ponticello è successivo. La buca è contornata da due triplici filettature di
legno scuro in mezzo alle quali vi è un bel fregio in madreperla. Le meccaniche
hanno farfalle in osso mentre il manico è in noce e presenta diciassette tasti
che, sulla tavola, sono presenti solo per le corde acute.
C. 14. Chitarra tedesca, fine ‘800, sulla tavola
vi è marchiata a fuoco la dicitura “SONORA”. Fondo in due parti e fasce in
acero, tavola in abete senza la consueta buca ma con due aperture a vaga forma
di “effe”, manico e cavigliere (quest'ultimo innestato sul manico all’altezza
del secondo tasto) in noce, diciotto tasti metallici. L’inconsueta forma del
piano armonico evidenzia una ricerca di nuove sonorità tipiche di uno
sperimentalismo, utilizzato poi ampiamente nella costruzione di chitarre per la
musica jazz, che tentava commistioni tra la forma del violino e della chitarra.
Dimensioni: lunghezza totale mm. 918; lunghezza cassa mm. 451; lunghezza manico
mm. 312; larghezza cassa parte sup. mm. 229; larghezza cassa parte inf. mm.
305; larghezza cassa alle rientranze mm. 198; altezza fasce mm. 70, mm. 76;
lunghezza vibrante mm. 605; altezza delle effe 96.
C. 15. Chitarra, Germania 1920, recante sul
cavigliere una piccola targa con il nome del costruttore: EDMUND PAULUS,
Markneukirchen. Fondo in due parti e fasce in acero, tavola in abete con tripla
filettatura in ebano, buca tonda con quadrupla filettatura. Di legno ebanizato
sono la paletta, il manico e la tastiera con diciotto tasti metallici.
C. 16. Chitarra tedesca, anonima, recante sul
cavigliere una targhetta in ottone con il nome del venditore svizzero: W.
Fischer / Musikhaus / CHUR. Lo strumento, costruito nella prima metà del XX
secolo, presenta una tavola in abete; fondo, fasce, manico e cavigliere in
acero ricoperto da una vernice gialla; tastiera in palissandro con18 tasti
metallici.
C. 17. Chitarra argentina Nuñez, costruita a
Buenos Aires nel 1927 ca. Il cartiglio interno, in stile liberty, è molto
rovinato, s’intravede la scritta Antigua Fàbrica../..de oro../..vue../ Para../
j music../ DE TODA CLAS../ 1431 CALLE.. / Buenos Aires../Imp. P. Milano corrientes 1040. La
manifattura Nuñez, fondata da Francisco nel 1858, è la più importante fabbrica
argentina di chitarre e di accessori. Ha ottenuto numerosi premi ed ha
pubblicato anche partiture per chitarra. La forma della cassa è sul modello
spagnolo, con fondo e fasce in acero di buona qualità e la tavola in abete con
un bell’intarsio intorno al bordo e alla buca. Attorno alla buca vi è un motivo
ornamentale in ebano e madreperla. La tastiera è ebanizzata e monta diciotto
tasti metallici. La custodia è originale mentre il ponticello e la meccanica
non lo sono.
C. 18. Ukulele, chitarra popolare spagnola a
quattro corde, della prima metà del XX secolo. Le dimensioni totali sono di 550
mm. mentre la cassa è di 250 mm. Il cartiglio reca la dicitura ANTIGUA FABRICA
/ de GUITARRAS / FUNDADA EN 1890 / DE / José Serratosa / ANCHA 50 BARCELONA /
Especialidad en Guitarras / con mango desmontable. Questa manifattura, fondata
da José Serratosa Blanch, fu attiva a Barcellona dal 1890 al 1930. Il fondo (in
due parti) e le fasce sono in palissandro, la tavola in abete, manico e paletta
in noce, tastiera con diciotto tasti in palissandro. I quattro piroli sono di
violino.
C. 19. Liuto-chitarra con bordoni Norimberga,
Germania, liutaio August Schultz fabbricato il 14.7.1909 per il sig. Carl
Wallendo, cantante di opera a Kiel, 2° cavigliere di legno scolpito con testa
femminile, manico in palissandro, ponticello e tastiera in ebano, tasti del
tipo ondulato-scavato, undici doghe in acero, tavola in abete.
C. 20. Chitarra-liuto con bordoni tedesca
dell’inizio del XX secolo. Il guscio, a forma di liuto, è formato da undici
doghe in acero separate da filetti in ebano. La tavola è in abete con
filettature in palissandro, e presenta la scritta Goldberg, la rosa centrale è
formata da sei pentagoni embricati fra loro e da motivi floreali. La tastiera,
in ebano, presenta otto tasti ondulato-scavati, mentre altri sei tasti
metallici sono direttamente sulla tavola. Le meccaniche sono in osso e il
secondo cavigliere, che monta le tre corde di bordone, è sormontato da una
cimasa a forma di quadrifoglio.
C. 21. Mandora, chitarra a imitazione di liuto,
derivata dal gallicone. Germania, primi decenni del ‘900, cartiglio recante la
dicitura: MIGMA / Vogtländische Qualitätsarheit / Meister W. Gessinger. Tavola
in abete con filettatura in avorio e in ebano, tastiera di palissandro con nove
tasti del tipo ondulato-scavato, e cinque tasti sulla tavola, guscio a undici
fasce di acero verniciato, cavigliere a falcetto.
C. 22. Chitarra-liuto, tedesca, anonima, della
prima metà del XX secolo. Questo strumento ha il manico della chitarra e la
cassa spiccatamente piriforme come quella del liuto. La tavola è in abete con
una filettatura in avorite, la buca presenta un ricco rosone intagliato a forma
di tralci e foglie di vite e il guscio è formato da undici doghe di acero con
vernice chiara. La cassetta delle meccaniche è lunga e stretta e termina con
una testa muliebre. La tastiera, in palissandro, presenta diciassette tasti metallici.
C. 23. Chitarra elettrica Fender tipo
Stratocaster, numero di serie MN8309477, costruita nell’ultimo decennio del
‘900. Lo strumento è in acero verniciato di rosso cupo con battipenna bianco.
Manico e paletta in un unico pezzo di acero chiaro con meccaniche tutte sulla
parte sinistra del cavigliere e ventuno tasti metallici. Sulla faccia anteriore
della cassa sono presenti tre manopole (volume e due toni), la leva di comando
per i pick-up, tre pick-up e la presa per l’amplificatore. Dimensioni:
lunghezza totale mm 981; lunghezza cassa mm 401; lunghezza manico e cavigliere
mm 580; larghezza cassa parte sup. mm 264; larghezza cassa parte inf. mm 309;
larghezza cassa alle rientranze mm 218; altezza cassa mm 44; lunghezza vibrante
mm 643.
C. 24. Chitarra a due manici (kontragitarre),
anonima, costruita in Germania o in Austria nei primi decenni del XX secolo. Lo
strumento presenta un manico normale a sei corde e una supplementare con altre
sei corde non tastabili. Il piano armonico, in abete, presenta alcune fratture
ben restaurate, il ponticello è di restauro, e il battipenna probabilmente non
è originale. Il fondo e le fasce sono in acero, I manici sono in legno dipinto
di nero, con ventitré tasti e sono regolabili tramite una vite posta sulla
cassa dello strumento e le meccaniche a farfalla. Dimensioni: lunghezza totale
1000 mm.; lunghezza cassa mm 457; lunghezza manico mm 505; lunghezza manico
supplementare mm 535; larghezza cassa parte sup. mm 264; larghezza cassa parte
inf. mm 359; larghezza cassa alle rientranze mm 201 ; altezza fasce mm 73, mm
93; lunghezza vibrante mm 647; diametro buca mm 89.
C. 25. Chitarra italiana anonima, costruita
probabilmente nel secondo quarto del XX secolo. È costituita da guscio di
tartaruga che funge da fondo, le fasce sono anch’esse in tartaruga mentre il
piano armonico, tondeggiante, è in abete con una buca tonda di mm.71, piano e
buca sono contornati da un fregio in ebano e madreperla. Il manico e la paletta
sono in legno chiaro mentre la tastiera è in palissandro con diciassette tasti
metallici. La meccanica presenta farfalle in osso mentre il ponticello e il
tiracorde sono in alluminio. Lo strumento è lungo mm. 902 e largo mm. 398.
C. 26. Tiple requinto a dieci corde, costruito a
Bucaramanga (Colombia) nel primo decennio del XX secolo. Questo strumento,
armato con corde metalliche, accordato: mi mi – si si si – sol Sol sol – re Re,
derivato dalla viola da terra portoghese, è divenuto uno degli strumenti più
diffusi in Colombia. Il marchio interno recita: JOSE ANTONIO MADERO /
FABRICANTE / DE TYPLES, BADOLAS Y GUITARRAS / BUCARAMANGA. Lo strumento è lungo
mm. 822, largo max. mm. 266 e min. 169, con un diapason di mm. 535. Sulla
tavola armonica, in abete, vi è la buca tonda del diametro di mm. 85, con un
fregio con inserti in madreperla e le iniziali del proprietario T R B. Le
fasce, alte mm. 81, e il fondo, in due pezzi, il manico e la paletta, vuota
all’interno, sono in mogano. Vi sono dieci piroli di cui un non originale e
un’elegante custodia di legno con, all’interno, velluto amaranto e uno
specchio.
C. 27. Chitarra ungherese il cui cartiglio mostra
la dicitura: FRANZ HACKHOFER / LAUTEN U GEIGENMACHER / IN PEST ANNO 1831.
Questo costruttore fu attivo fino al 1836 in Pest che, nel 1873 unendosi a
Buda, diede origine a Budapest. La chitarra presenta un otto molto pronunciato
con dimensioni: lunghezza totale mm 922; lunghezza cassa mm 438; lunghezza
manico mm 308; larghezza cassa parte sup. mm 254; larghezza cassa parte inf. mm
312; larghezza cassa alle rientranze mm 182; altezza fasce mm 74, mm 82; lunghezza
vibrante mm 635; diametro buca mm 86. Lo strumento ha il piano armonico in
abete con un’esile filettatura intorno al piano e alla buca circolare. Il fondo
e le fasce sono in acero marezzato, manico e tastiera di legno ebanizzato. La
tastiera presenta diciannove tasti in ottone e giunge fino alla buca. Il
cavigliere, dalla forma a virgola, ha sei piroli e un foro per la tracolla.
C. 28. Chitarra classica spagnola, databile alla
metà del XX secolo, con impressa, sulla tavola, la scritta Royal. Lo strumento
ha la tavola in abete, fondo e fasce in acero, tastiera in palissandro e il
manico monta diciotto tasti metallici. La lunghezza totale è di mm. 943, il
diapason di mm. 621, la buca è di mm. 86, le fasce sono di mm. 85, larghezza
cassa parte sup. mm 263, larghezza cassa parte inf. mm 345, larghezza cassa
alle rientranze mm 233.
C. 29. Lira Chitarra napoletana recante il timbro
JORIO / NAPOLI, alla base della tavola. All’interno vi è un cartiglio rosso
scuro e, a lettere dorate, vi è la scritta 1834 / DUC. 24. / G. C. che sono le
iniziali del committente, iniziali riportate anche nello stemma in madreperla
sulla paletta. La lunghezza totale dalla
paletta è mm. 866, larghezza cassa al centro mm. 350, lunghezza tastiera mm.
452, diapason mm. 625, larghezza fra i bracci mm. 342, spessore fasce dalla
base mm. 110, centrale mm. 80, punte bracci mm. 19. Questo strumento ebbe il
suo massimo splendore nel periodo neoclassico, specialmente in Francia e in
Italia fino ai primi decenni del XIX secolo. Fondo e fasce in acero, tavola in
abete con fregi a motivi floreali in ebano, buca a mezzaluna e piccole buche
ovoidali sulle braccia, quadrupla filettatura in ebano e abete sui bordi e
intorno alle buche, tastiera in palissandro con ventuno tasti e la congiunzione
tra manico e cassa tra il 17° e il 18°, bronzi dorati a forma di serpenti congiungono
gli apici dei bracci alla paletta.
C. 30. Chitarra armonica a meccanica, a dieci
corde: le prime, due di canto, singole e le altre quattro a cori di due corde.
Il cartiglio interno è rettangolare con la dicitura: stemma reale / PASQUALE
VINACCIA E FIGLI / Fabbricanti di Strumenti Armonici / DI S. M. La REGINA
d’ITALIA / Rua Catalana N° 53 / NAPOLI Anno 1881. La chitarra, completa di
custodia di legno foderata di velluto blu, fu costruita per il sig. Domenico
Colucci di Martina Franca, ci sono infatti una corona e le sue iniziali in
metallo sulla paletta e il contratto di vendita a lui intestato. Lo strumento
ha la meccanica “coperta” con paletta, manico e tastiera in palissandro, ha
diciotto tasti metallici con quattro segnatasti in madreperla (5°, 7°, 10°,
12°), il fondo, in due pezzi e le fasce sono in acero marezzato con filettatura
in ebano. Il piano armonico è in abete contornato da quintupla filettatura in
ebano con buca tonda e fregi in madreperla e filetti di ebano, il largo
battipenna e il ponticello sono in tartaruga, le farfalle della meccanica e i
pioli delle corde sono in avorio. Le dimensioni sono: lunghezza totale mm 931;
lunghezza cassa mm 445; lunghezza manico mm 298; larghezza cassa parte sup. mm
240; larghezza cassa parte inf. mm 302; larghezza cassa alle rientranze mm 176;
altezza fasce mm 72, mm 83; lunghezza vibrante mm 603; diametro buca mm 79.
C. 31. Chitarra battente di autore anonimo
dell’Italia Meridionale, databile alla metà del XVIII secolo. Presenta cinque
ordini di corde più una corda aggiunta tra la terza e la quarta tale da
triplicare il secondo ordine come nella tradizione pugliese. La tavola è in
abete, in due pezzi, uniti all’altezza del ponticello in avorio, il quale è
fisso, e prosegue sul manico fino al primo tasto. La buca mostra i segni di una
rosetta in carta, attualmente perduta, e circondata da un fregio metallico
(argento?) immerso in uno stucco nero. Le corde sono agganciate all’estremità
delle fasce a cinque pioli di avorio, dello stesso materiale è il bottone per
la cinghia e il capotasto. Il manico, in legno ebanizzato, presenta otto tasti
metallici mentre la paletta ha undici fori per i piroli, uno per la cinghia e
un decoro mediano, geometrico, in osso ed ebano. La cassa ha la caratteristica
forma bombata, costituita da fasce di legno scuro alternato a sottili listelli
di legno chiaro, otto per i laterali e ventuno per il fondo, dalla parte dei
bassi vi sono due fori di sfogo mentre da quella degli acuti tre. Le misure
sono: lunghezza totale mm. 874, lunghezza manico mm. 220, diapason mm. 453,
lunghezza cassa mm. 775, larghezza massima mm. 273, larghezza minima mm. 185, larghezza
buca mm. 87, larghezza cassa sup. mm. 215, altezza delle fasce mm. 99 e mm.
112.
C. 32. Arpa-chitarra costruita nel 1835. All’interno
il cartiglio recita: EMILIUS N. SCHERR / Piano Forte and Organ Builder & c.
/ PHILADELPHIA / No. 264 Market Street / all kinds of Musical Instruments
Repaired; mentre sulla buca è scritto: PATENT / Harp Guitar. Emilius Nicolai Scherr (Copenhaghen
23/5/1794 – Philadelphia 14/8/1874), figlio del costruttore danese di
pianoforti Johan, cominciò la sua carriera in Danimarca per trasferirsi nel
1819 a Linz e, nel 1822 a Philadelphia dove, fino al 1836, ebbe la sua fabbrica
di piani, organi e chitarre al 264 di High Street. Rimase attivo nella
produzione di pianoforti fino al 1855 collaborando con Lars Jørgen Rudolf
Olsen. La tavola presenta una decorazione floreale in palissandro, una seconda
buca posta al piede e il ponticello in ebano, sul fondo vi è una ricca
decorazione dorata e la paletta è sormontata da due teste di rapaci. Le
dimensioni sono: lunghezza mm. 1520, larghezza mm. 330, profondità mm. 87.
Cassa e manico sono in palissandro, la tavola in abete rosso, le farfalle della
meccanica, il capotasto e i piedini sono in avorio mentre i diciannove tasti e
la meccanica sono in ottone.
C. 33. Chitarra hawaiana (Lap-Steel) con basso
volante, costruita intorno al 1920, su indicazione di Gian Battista Noceti
(Genova 1874-Roma 1957), l’inventore della chitarpa. La chitarra hawaiana nasce
nel 1909 adopera di un liutaio emigrato di origine Norvegese, Chris J. Knutsen.
Nel 1914 Weissenborn, costruisce chitarre dalla tipica forma, tuttora adottata,
suonate tramite una barra di metallo o tone bar, piena e pesante, in posizione
orizzontale; pensate per stare ergonomicamente e comodamente appoggiate sulle
ginocchia del musicista, da cui il termine Lap-Steel. Il cartiglio interno reca
la dicitura: Chitarra Hawaiana / Sistema Noceti. La grossa cassa di risonanza
continua nel manico, completamente vuoto, e termina all’altezza del capotasto,
mentre sulla tastiera vi sono cinque fori al posto dei segnali in madreperla e
i tasti sono solo disegnati. Il capotasto e il ponticello sono dei piccoli tubi
metallici e la paletta si prolunga all’esterno per accogliere il basso volante.
La lunghezza complessiva è di mm. 978 mentre l’altezza delle fasce è di mm. 99.
C. 34. Chitarra armonica a dieci corde: le prime,
due di canto, singole e le altre quattro a cori di due corde. Il cartiglio
interno è rettangolare con la dicitura: suonatrice di lira / GAETANO VINACCIA /
In Napoli - Rua Catalana Numero 46 / 1850. Lo strumento ha la meccanica a pioli
(tre dei quali non originali) con paletta, manico e tastiera in palissandro, ha
diciassette tasti metallici, il fondo, in un solo pezzo, e le fasce sono in
acero con filettatura in ebano. Il piano armonico è in abete contornato da
tripla filettatura in ebano con buca tonda e un ricco fregio in ebano sotto il
ponticello con al centro le iniziali del committente D M. Le dimensioni sono:
lunghezza totale mm 923; lunghezza cassa mm 440; larghezza cassa parte sup. mm
240; larghezza cassa parte inf. mm 303; larghezza cassa alle rientranze mm 161;
altezza fasce mm. 68 - 87; lunghezza vibrante mm 631; diametro buca mm 82.
C. 35. Chitarra anonima databile tra la fine del
XIX sec. e i primi del XX. La tastiera, in legno ebanizzato monta diciotto
tasti metallici, le farfalle della meccanica sono in osso, il piano in abete
con tripla filettatura e il fondo e le fasce sono in palissandro. La lunghezza
totale è di mm. 928, il diapason di mm. 621, la buca è di mm.76, le fasce sono
di mm. 67 - 75, larghezza cassa parte sup. mm 223, larghezza cassa parte inf.
mm 302, larghezza cassa alle rientranze mm 179.
C. 36. Chitarra-banjo a sei corde, marchiata
EMPERADOR. Questo è stato uno dei marchi della linea Cort di Westheimer Musical
Instruments, Chicago, 56 W. 103d St., Illinois fino al 1960. Questo strumento
nasce per soddisfare l’esigenza dei musicisti country americani, abituati a
suonare la chitarra, ma che volevano sonorità tipiche del banjo senza essere
costretti a imparare un nuovo strumento. Questo strumento ha manico in
palissandro con segnatasti in madreperla, fondo e fasce in mogano con filetti
di legno chiaro, cerchio della pelle in alluminio con meccanica e tiranti
cromati, e infine tavola di pelle naturale. La lunghezza totale è di mm. 900,
il diametro del risuonatore di mm. 335 mentre quello della pelle mm. 280.
C. 37. Cigar box guitar, strumento musicale
rudimentale, appartenente alla famiglia dei cordofoni. Lo strumento era
costruito con mezzi di fortuna, come scatole di sigari appunto, dai braccianti
afroamericani negli stati meridionali degli USA. Questi particolari oggetti si
diffusero dal 1800, quando i sigari iniziarono a essere commercializzati nelle
scatole piuttosto che nei barili. Esistono parecchie varianti dello strumento
dipendenti per lo più dai mezzi che si riuscivano a reperire per la
costruzione. Erano costruiti modelli con e senza tasti, e da una a fino a un
massimo di sei corde. La variante più diffusa è quella a tre corde con tasti,
la più rudimentale a una corda e senza tasti. Spesso quest'ultima era
costituita da un legno di scopa come manico. Fa parte degli strumenti che diede
origine al delta blues e le tecniche più usate (soprattutto nella variante
senza tasti) sono lo slap e lo slide (o bottleneck). L'accordatura dello
strumento segue solitamente le ultime corde della chitarra ma più spesso le
accordature aperte più adatte alla tecnica bottleneck. Questo strumento è stato
realizzato da Liuteria Elettrica di Torino con una scatola di sigari cubani H.
UPMANN e un manico di scopa, non ha tasti, ha una sola corda, una vecchia
chiave per ponticello e un pirolo di violino per l'accordatura.
C. 38. Chitarra terzina popolare costruita in
Italia Meridionale (Napoli? Sicilia?), anonima, databile ai primi decenni del
XX secolo. Fondo, fasce, manico e paletta in palissandro ebanizzato, tavola in
abete con foro ovalare. Vi sono diciassette tasti metallici, il capotasto e
farfalle sono in osso. La tavola è arricchita da un intarsio a forma di
farfalla e contornata da un decoro dipinto a tratti neri. Il ponticello,
grossolano, è a baffi, in legno scuro con sei pioletti fatti a mano. La
lunghezza totale è di mm. 787, la cassa è lunga mm. 382, larghezza massima mm.
247, minima mm. 176, la buca mm. 77 x 63, la fasce sono alte da mm. 72 a 90.
Capotasto e farfalle delle meccaniche in osso. La chitarra terzina è stato uno
strumento molto diffuso nella prima metà del secolo diciannovesimo, cosa che
possiamo dedurre dalla cospicua mole di repertorio esistente per essa. Il fatto
che la maggior parte di esso sia stato composto da autori di area austriaca,
lascia supporre un uso più diffuso in questa area geografica. In pratica esso è
uno strumento più piccolo della normale chitarra ottocentesca, ed accordato una
terza minore (da cui il nome) più in alto. Queste due caratteristiche le
conferiscono una sonorità potente, chiara e tagliente; una sonorità che le
permette di risaltare maggiormente negli insiemi strumentali. La totalità del
suo repertorio è costituito da brani cameristici: le formazioni sono le più
varie dal duo (con chitarra o con il violino, con il fortepiano ecc.) fino al
concerto con l’orchestra (ricordiamo quello che M. Giuliani compose per questo
tipo di strumento: il terzo concerto in Fa Magg. Op.70 per chitarra ed
orchestra).
C. 39. Chitarra portoghese (chitarra da fado) di
Porto, anonima, databile ai primi decenni del XX secolo ma attribuibile ad
António Duarte (attivo a Porto dal 1870 al 1919). António Duarte ha avuto il
primo laboratorio in via Bainharia, fondato nel 1870 e poi spostato in via
Mouzinho da Silveira No. 165/167. Ha realizzato 3 modelli con lunghezze di
corda vibrante da 470 mm, 440 mm e 420 mm e utilizzato anche dimensioni diverse
per corpi (da 35 cm a 27 cm) e fasce che potevano variare tra 8,5 cm e 7 cm
(massimo) e il 5,5 cm e 4 cm (minimo). António Duarte è anche conosciuto come
un buon costruttore di violini, viole e mandolini, giustamente considerato il
creatore del modello di chitarra di Porto, che si distingueva da quella di
Lisbona per la sua forma più arcaica (vicino al profilo della cetra italiana) e
la testa solitamente decorata con motivi zoo e fitomorfi. Lo strumento mostra
un cartiglio interno che recita: Feliciano Freire Branco / Encarrega-se do
fabrico de guitarras, bandolins, requintas, e violas bem como de todos os
concertos nos mesmos. / Tambem se encarrega de polir qualquer movel. Garante-se
o bom acabamento. / (cancellato a penna) R. de S. Sebastião da Pedreira, 86, 1.
° E / (scritto a mano) Vila Nova de aurem / 10, 7, 926. Freire Branco era un
artigiano ebanista, con bottega prima a Lisbona e poi ad Aurem, che, nel 1926,
restaurò e poi vendette la chitarra mettendoci la propria etichetta. La
chitarra portoghese probabilmente discende da strumenti a plettro a fondo
piatto come la cetra in Italia, il cister in Inghilterra e il cistère in
Germania. Il diciottesimo secolo rappresenta per la cetra un periodo di
decadenza e oblio in tutta Europa ma in Portogallo diventa lo strumento più
usato dai musicisti popolari, specialmente nelle periferie dei centri urbani e
il sodalizio con il Fado assicura la sopravvivenza di questa chitarra rendendo
il Portogallo l'unico paese europeo in cui è stata attivamente preservata. La
chitarra portoghese è uno strumento musicale carico di simbolismo ed è
connotata dal "modo di essere" portoghese, dove destino e desiderio
sono parole che naturalmente si associano al “trinado” ed ha avuto al sua
massima interprete in Amalia Rodriques che, negli anni ’70, fece conoscere il
Fado in tutto il mondo. Ha un tono così inconfondibile che, ovunque sia,
qualsiasi portoghese lo riconosce ai primi accordi. Esistono tre tipi di
chitarra portoghese: Lisbona, Coimbra e Porto. Quello di Lisbona con la cassa
bassa arrotondata ed è quello che ha il suono più "brillante". Quello
di Coimbra è più grande, con il corpo che assume una forma più voluminosa
mentre quello di Porto è il più piccolo. Una delle differenze principali
risiede nella testa della chitarra: quella di Coimbra ha una lacrima
intarsiata, mentre quella di Lisbona presenta una chiocciola. Quello di Porto
gode di maggiore libertà, potendo avere a volte un fiore o un cavallo o un
drago intagliato; i tre stili hanno in comune i sei ordini di corde metalliche.
L’accordatura è particolare, le corde, suddivise in sei cori doppi, sono accordate
secondo lo schema: Si, La, Mi, Si, La, RE, con i tre cori di canto accordati
all’unisono e gli altri all’ottava. Lunghezza vibrante mm. 420, diciassette
tasti metallici sul manico ebanizzato e, sopra il cavigliere a raggiera, vi è
scolpita una testa di cavallo. Tavola in abete con tripla filettatura doppia al
contorno e buca circolare con numerosissimi filetti in ebano, fondo e fasce in
acero marezzato.
C. 40. Chitarra semiacustica EKO a spalla
mancante, modello 280/SR/2 JUMBO, costruita nel 1962 a Recanati (MC). Questo
strumento ha una tavola molto bombata (archtop), ottenuta scolpendo un pezzo di
abete rosso molto spesso. Questa chitarra, dal suono potente e amplificabile, è
particolarmente utilizzata nella musica jazz. È dotata di due pick-up, due
manopole per il volume e il tono poste nel quadrante inferiore destro della
tavola e quattro tasti automatici (M, 1, 2, 0) per la selezione del timbro
posti sul quadrante superiore sinistro. Sul manico ci sono ventuno tasti
metallici, la tavola presenta due fori a “effe” e un battipenna in plastica
mentre sulla fascia distale vi è l’ingresso del jack. La EKO nasce a Recanati
nel 1959 per iniziativa di Oliviero Pigini, con la produzione, importazione e
commercializzazione di chitarre. L'attività aumenta di anno in anno: negli anni
'60, i più importanti gruppi italiani utilizzano chitarre EKO (tra gli altri: i
Nomadi, i Rokes, New Dada ...) e il marchio si diffonde in tutto il mondo.
Nasce anche una nuova società, con VOX e THOMAS, produttori rispettivamente di
amplificatori e organi elettrici. La fabbrica spostò la produzione nel Comune
di Montelupone nel 1965. La prematura morte del suo fondatore, avvenuta nel 1967,
chiude la prima fase della vita della EKO. Tra i musicisti che utilizzarono gli
strumenti dell'azienda figurano Beatles, Rokes, i Kings, i Nomadi, i New Dada,
Edoardo Bennato. Le chitarre EKO sono comunque rimaste negli annali delle più
famose riviste come una moda che ha segnato un'epoca, dando rilevanza al
"made in Italy". Le dimensioni sono: lunghezza totale mm. 1045,
lunghezza della cassa mm. 513, larghezza sup. 299, al centro 242 inf. 412,
altezza delle fasce mm. 83.
C. 42. Arpatub, chitarra a corpo tubolare
costruita in Francia nel quarto decennio del XX secolo. Lo strumento ricorda la
valiha, l'arpa tubolare del Madagascar, che in quel periodo fu conosciuta in
Europa. Lo strumento è costituito da un cilindro mm. 690 per un diametro di mm.
95 che termina in una paletta su cui sono alloggiate dodici meccaniche
metalliche. La lunghezza complessiva è di mm. 906, il diapason è di mm. 465 per
kg. 3 di peso. Sulla parte superiore è applicata la tastiera, in legno chiaro,
che monta sette tasti metallici; il capotasto, il ponticello e la base sono in
metallo. Vi sono sei cori doppi, all'unisono i due acuti e all'ottava gli
altri, per un totale di dodici corde. Sul dorso del corpo vi è la scritta
ARPATUB.
C. 43. Arcicitola (cetera in Corsica, cister in
tedesco, cittern in inglese, cistre in francese, cistro, cedra o citola in
spagnolo) con bordoni databile alla seconda metà del XIX secolo, tedesco,
anonimo. Il restauro è opera di Fabrizio Trono. La prima apparizione di questo
strumento risale al XIV secolo ma ebbe il maggior sviluppo durante il
Rinascimento. È uno strumento a corde
pizzicate, dalla cassa piriforme, piatta e bassa, con una rosetta centrale. Il
è manico lungo, armato di tasti in ottone, con corde metalliche, solitamente
doppie. Nel XIX secolo compaiono esemplari con bordoni a corde singole. Il
fondo e le fasce sono in acero riccio verniciato in rosso. Sulla tavola, con
dei bottoni, si ancorano le corde, su tre ponticelli in osso: il primo per le
dodici corde di canto e gli altri per due e quattro corde di bordone. La
tavola, in abete, presenta due rosette con filettature in ebano ed è contornata
da un intarsio in ebano e osso. I manici e i caviglieri sono in palissandro. Vi
sono diciannove tasti metallici con capotasti in osso e la tastiera è del tipo
ondulato-scavato per permettere di ottenere i quarti di tono. Il manico
tastabile è armato con dodici corde metalliche, accordate all’unisono (Mi, La,
Re, Sol, Si, Mi) e avvolte su meccaniche a farfalla mentre i bordoni, a corde
singole avvolte su meccaniche a baionetta, vengono accordati in funzione della
tonalità del brano da eseguire. Lo strumento è lungo mm.1046; la cassa è larga
mm. 410, alta mm. 503 e alta mm. 36.
D. 16. Mandoloncello (tedesco?), primo decennio
del ‘900, guscio in ventuno doghe di palissandro a tonalità alternate. Piano
armonico in abete, ricco di raggi midollari, con grosso battipenna in
tartaruga, bottone della tracolla e capotasto in avorio, farfalle della
meccanica successive.
D. 37. Bouzouki tetráchordo greco, anonimo,
costruito nel quarto decennio del XX secolo. Il guscio, internamente rivestito
con carta azzurra, è costituito da diciannove doghe in palissandro più due
controfasce e da un piano armonico in abete contornato da una doppia
filettatura. La buca è vagamente rettangolare; il bordo di essa e il battipenna
sono in noce con intarsio in osso a forma di fiore. Manico e tastiera sono in
palissandro, in abete i bordi della tastiera la paletta che monta otto
meccaniche in metallo e farfalle in materiale plastico. Sul manico vi sono
ventisei tasti metallici e otto segnatasti in madreperla. E' armato con quattro
cori doppi metallici (Re, La, Fa, Do) di cui i due acuti all'unisono mentre i
due gravi all'ottava. La lunghezza dello strumento è di mm. 965, la larghezza
massima del guscio è di mm. 286 mentre la lunghezza della tastiera è di mm.
529.
M. 75. Miniature di strumenti in tartaruga
risalenti alla prima metà del XX secolo. Un mandolino ricoperto in tartaruga
con quattro piroli e fregi su tutto in corpo in argento. Una chitarra a cassa
tonda con fregi in osso e madreperla.
M. 87. Miniatura di violino, databile alla metà del
XX secolo, probabilmente italiana. Il piccolo violino di mm. 224 di lunghezza,
alloggiato in una custodia ricoperta in vinilpelle nera con due chiusure a
scatto e una maniglia, è in legno ed imita perfettamente il violino vero nelle
proporzioni. Vi sono quattro corde metalliche di uguale sezione e quattro
piccoli piroli in legno grezzo, in legno chiaro sono anche la tastiera, la
cordiera e una piccola mentoniera mentre il fondo è di acero marezzato.
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